Le indicazioni strategiche contenute nel PNIEC e nel PNRR e i piani messi a punto dall’Unione Europea con il recente REPowerEU sono ambiziosi e, per essere raggiunti, richiedono determinate condizioni. Se nel breve termine si sta lavorando per contrastare gli effetti della grave crisi energetica che stiamo vivendo, nel lungo periodo è necessaria una visione chiara, con una cornice regolatoria ben precisa che metta il mondo imprenditoriale, la pubblica amministrazione e i cittadini nelle giuste condizioni per accelerare il percorso di decarbonizzazione.

La nostra è la visione di un Gruppo che opera in maniera integrata sulla catena del valore dell’energia e che è consapevole della necessità di investire per raggiungere la propria carbon neutrality già entro il 2045. Per ENGIE si tratta di un obiettivo primario e di un investimento non soltanto economico, ma anche culturale: lavoriamo quotidianamente per sensibilizzare le imprese, la pubblica amministrazione, le comunità e i cittadini nell’adottare le migliori soluzioni che consentano non soltanto di risparmiare, ma anche di avere un impatto minimo sull’ambiente.

Riteniamo che in primo luogo il mondo imprenditoriale, debba assumere un ruolo da protagonista nel processo di decarbonizzazione a partire, per esempio, dall’efficientamento energetico dei siti di produzione e delle sedi direzionali. Attualmente esistono soluzioni estremamente innovative che consentono di ridurre in maniera massiva le emissioni di CO2 in atmosfera: motori ad alta efficienza, impianti fotovoltaici, impianti per il recupero termico sono soltanto alcuni esempi. Lo stesso processo vale per la pubblica amministrazione, che può far leva su strumenti sempre più efficienti per la gestione dell’energia urbana, puntando in particolar modo sulla digitalizzazione.

Un contributo fondamentale arriverà sicuramente dalle comunità energetiche, oggetto di imminenti decreti attuativi che daranno un impulso al loro sviluppo. Inoltre, occorre investire su un asse fondamentale come quello delle fonti rinnovabili, in particolare eolico e fotovoltaico.

La necessità che gli operatori del settore energetico avvertono è quella di una regolazione abilitante ed equa, con una visione di medio-lungo periodo sulla quale poter basare i propri piani di investimento. Stiamo attraversando una situazione emergenziale dal punto di vista energetico ma è necessario non perdere il passo nella definizione di tutti i tasselli funzionali al processo di decarbonizzazione, rispettando le tabelle di marcia originariamente previste e valorizzando il ruolo che imprese e mercato possono svolgere in questo percorso, a partire da una semplificazione radicale dei processi autorizzativi.

Per esempio, eliminare le barriere burocratiche che nell’ambito dei procedimenti autorizzativi causano stalli e contenziosi amministrativi. Inoltre, sono necessari interventi per identificare le aree idonee allo sviluppo di impianti rinnovabili. Altrettanto rilevante è la rimozione delle incertezze normative e interpretative che possono ostacolare gli iter relativi agli interventi di repowering.

Con il recepimento della direttiva RED II e con la recente approvazione del DL Energia il Governo ha avviato un percorso di semplificazione dei processi per le installazioni di impianti rinnovabili, elemento che senza dubbio sta producendo risultati positivi sull’intero comparto. Nonostante ciò, al fine di razionalizzare e dare un ulteriore impulso al processo di decarbonizzazione, sono necessari nuovi interventi finalizzati a introdurre ulteriori semplificazioni e chiarimenti. Una testimonianza diretta riguarda la realizzazione di un parco agrovoltaico che stiamo portando a termine in Sicilia. Un progetto decisamente innovativo, con una potenza installata di oltre 100 MW. L’agrovoltaico, però, necessita di una definizione univoca in quanto a tipologia di impianto, che tenga in considerazione la tecnologia utilizzata e l’impatto reale sul territorio, definendo appropriati criteri di accesso ai futuri meccanismi incentivanti e ai fondi del PNRR.

Le misure citate sono soltanto alcuni dei tasselli utili per portare a compimento un percorso di transizione energetica come quello che ci siamo posti in Europa e in Italia. Sicuramente il percorso non si esaurisce soltanto con la regolazione necessaria. Occorre un impegno culturale, una sinergia tra tutti gli attori coinvolti: le imprese, le istituzioni pubbliche e i cittadini.