Per rilanciare la ripresa economica dell’Italia dopo gli effetti della crisi pandemica, il Governo ha puntato di nuovo sul settore delle costruzioni, ma questa volta in maniera coraggiosa. Scartata l’ipotesi di un condono edilizio, che, come accaduto in passato, avrebbe restituito un’edilizia di pessima qualità, le politiche di risanamento sono state orientate verso misure più sostenibili. Se ben progettate e realizzate, i relativi interventi potrebbero determinare non solo l’efficientamento energetico del patrimonio edilizio nazionale, ma un vero e proprio “rinnovamento” del settore, assicurando la qualità del processo edilizio dalla progettazione fino ad arrivare al cantiere, così come previsto nei protocolli CasaClima.
Il decreto legge del 19 maggio 2020 n. 34, definito “Rilancio”, contiene, per quanto riguarda la parte relativa alla ristrutturazione degli immobili, la concreta possibilità di allineare gli standard abitativi del patrimonio edilizio esistente allo stato dell’arte non solo relativamente all’efficienza energetica, ma anche rispetto al comfort indoor, alla sostenibilità e alla sicurezza strutturale. Sono previsti non solo contributi economici ad un settore fortemente penalizzato in questi ultimi anni, ma data attenzione anche alle tematiche ambientali, al surriscaldamento globale, alla necessità di ridurre la quantità di energia utilizzata e di azzerare l’uso di fonti energetiche fossili, allo sviluppo di modelli costruttivi ecosostenibili.
Uno dei due pilastri trainanti del decreto Rilancio è l’efficientamento dell’involucro, per il quale viene data priorità all’utilizzo di materiali isolanti conformi ai CAM (Criteri Ambientali Minimi), rispondenti cioè a precise richieste in campo ecologico e ambientale. Il richiamo ai CAM, che potrebbe sembrare ai più un’ulteriore complicazione normativa, esprime, in realtà, l’esigenza di introdurre i concetti di ecocompatibilità e dell’economia circolare all’interno della progettazione. Premiare i materiali che, come già previsto, in generale, dal Protocollo CasaClima Nature, dichiarano non solo le caratteristiche prestazionali necessarie all’utilizzo, ma anche l’impronta ambientale del processo di fabbricazione e di quello di dismissione, è l’unica via per garantire una progettazione realmente ecosostenibile. Utilizzare solo prodotti con regolare marcatura CE, provvisti di DOP (Dichiarazione di Prestazione) chiari ed esaurienti, che facciano riferimento a norme armonizzate europee o a ETA pertinenti, eviterà di lasciare spazio a tecnologie improvvisate o a prodotti miracolosi. Ne trarranno invece giovamento quei produttori, anche nel campo dei sistemi impiantistici, e di conseguenza le imprese e gli artigiani, che nel frattempo avranno avviato processi di innovazione e formazione al loro interno.
Una sfida impegnativa
La sfida è sicuramente impegnativa; trasformare un edificio di trenta/quaranta anni in una costruzione in grado di rispondere ai requisiti abitativi del terzo millennio: salubre, confortevole, con una bolletta energetica il più bassa possibile e con spese di manutenzione contenute.
L’esperienza, più che decennale, di applicazione dei protocolli di qualità CasaClima nel campo del risanamento energetico, insieme alle centinaia di corsi di formazione teorica e pratica su tutto il territorio nazionale per progettisti e artigiani, consente di affermare che il know-how tecnico e tecnologico in campo costruttivo e impiantistico è ormai maturo ed in grado di offrire una pratica del costruire sostenibile improntata sulla qualità dell’abitare, attenta al risparmio delle risorse e alla tutela del clima.
Per poter individuare gli interventi necessari, è indispensabile partire da un’esaustiva analisi energetica redatta da un tecnico qualificato. Solo attraverso l’Energy Check dell’edificio da ristrutturare il consulente è in grado di indirizzare il committente verso le migliori soluzioni tecnologiche possibili, evidenziando le potenzialità di miglioramento dell’edificio all’interno di un corretto rapporto costi/benefici. Tra queste il committente potrà scegliere, consapevolmente, quella più consona alla propria situazione.
Questa prima fase di analisi e progettazione energetica a 360 gradi, i cui costi possono comunque essere compresi nelle spese tecniche incentivabili con il superbonus del 110%, eviterà, alle ditte edili e agli artigiani, problematiche nella fase dell’esecuzione, e al committente una diminuzione dei costi di realizzazione e, meno problemi
Il controllo della qualità costruita
L’obiettivo è garantire al committente una progettazione del risanamento eseguita in maniera strutturata, fatta da tecnici competenti, indirizzata alla ricerca di quelle soluzioni progettuali in grado non solo di rispettare i requisiti normativi vigenti ma anche di verificare che le soluzioni adottate siano le migliori dal punto di vista della salubrità, del comfort, della sostenibilità e inserite in un corretto rapporto costi/benefici. Come da sempre sostiene l’Agenzia CasaClima, che ha al suo attivo oltre diecimila certificazioni energetiche e di sostenibilità, per ottenere elevati livelli qualitativi è necessario, innanzitutto, un buon isolamento dell’involucro, per ridurre le dispersioni e l’effetto dei ponti termici, per incrementare la protezione estiva, assicurare la tenuta all’aria ed evitare muffe e condense. Solo successivamente, si passerà al dimensionamento degli impianti che, calibrato sulle reali necessità di un involucro ben isolato, consentirà il raggiungimento di una qualità dell’ambiente interno ottimale, a prescindere dalla destinazione d’uso dell’edificio e dalle attività che si volgono al suo interno.
Come garantire questo risultato?
Il requisito introdotto nel decreto che richiede, per accedere al superbonus del 110%, una perizia asseverata, da parte di un tecnico qualificato, che certifichi il salto di due classi energetiche rispetto allo stato di fatto iniziale, va sicuramente nella direzione di una maggiore trasparenza. Purtroppo, nella maggior parte dei casi, il tecnico certificatore entra in gioco soltanto a fine lavori, limitandosi a verificare quanto realizzato. L’iter di certificazione CasaClima, al contrario, al fine di assicurare la stessa qualità del processo di progettazione anche a quello di costruzione, prevede diversi sopralluoghi in cantiere, svolti da professionisti terzi rispetto alla progettazione e alla direzione lavori. Grazie agli audit in situ, è possibile verificare, in corso d’opera e non a cantiere concluso, che i lavori rispettino il progetto approvato e, eventualmente, grazie ad un dialogo continuo con i progettisti e gli esecutori, risolvere le eventuali criticità.
Solo in questo modo è possibile assicurare che l’utente finale entri in possesso non solo di un edificio che si caratterizza per il minor consumo energetico possibile (nearly zero-energy buildings - NZEB), ma di un edifico a problemi zero, un vero e proprio nearly zero problem building.
Una CasaClima, per intendersi.