Si susseguono le notizie sull’avvio di iniziative di Small Scale LNG italiano a conferma che il puzzle nazionale della filiera del gas naturale liquefatto si sta componendo: dallo stoccaggio alla distribuzione alle soluzioni di utilizzo.

Caronte & Tourist ha ricevuto da poche settimane il primo traghetto che opererà in Italia (nello stretto di Sicilia) alimentato a gas naturale liquefatto (GNL); SMET, tra i leader nella logistica terrestre di lungo raggio, ha concluso un accordo con Iveco per la riconversione di tutta la sua flotta da tradizionale a gas naturale liquefatto entro il 2022: 1.200 mezzi nuovi che si aggiungeranno alle migliaia in circolazione in Italia (già oggi più di 1.500); dopo la posa della prima pietra del deposito GNL di Santa Giusta (Oristano) ad opera di Higas, anche Edison ha annunciato la decisione finale di investimento per la costruzione a Ravenna di un altro deposito, in collaborazione con la locale PIR.

Nella rete di distribuzione carburanti si susseguono le inaugurazioni di stazioni di servizio, con l’ingresso in campo di Snam (primo impianto a Pesaro) e la realizzazione di un “micro-hub” GNL a Manerbio (BS) in grado di produrre GNL da gasdotto e movimentare BioGNL, ad opera del distributore Bergas con l’impegno di Ecomotive-Solution in joint venture con NEC; si cita inoltre  la creazione del primo brand italiano dedicato esclusivamente agli impianti GNL e L-CNG (Liquefied – Compressed Natural gas) ad opera del retista piemontese Rete Spa.

Ancora, la messa in acqua del primo traghetto a GNL realizzato per Balearia dal cantiere italiano Visentini e le prime prove motore su banco del propulsore spaziale dell’italiana Avio Aerospazio con alimentazione GNL e ossigeno, l’arrivo nel Mediterraneo entro il 2019 delle bunker vessels di GNL di Higas da 7.500 mc e delle prime navi da crociera che useranno il metano liquido anche in alto mare, come l’attesa Costa Smeralda del Gruppo Costa, e a seguire le navi della MSC e la bunker vessel da 30.000 mc ordinata da Edison che a partire dal 2021 provvederà all’approvvigionamento del primo deposito small scale di GNL dell’Italia continentale che sarà realizzato nel Porto di Ravenna.

Queste iniziative ben descrivono il dinamismo nella composizione dei tasselli della “decentralizzazione” delle forniture e degli utilizzi del gas naturale liquido in Italia che nella parte bassa della filiera (distribuzione) vanta già la realizzazione di 33 impianti di rifornimento operativi che stoccano ed erogano GNL in forma liquida per i camion e gassosa per le automobili (censimento a fine novembre 2018).

Tuttavia questa infrastrutturazione non è stata fino ad oggi omogenea sul territorio nazionale, come avvenuto in passato per molte altre opere di interesse del Paese. Infatti, a fronte di 4 impianti di distribuzione presenti in Piemonte, 3 impianti in Lombardia, 1 in Trentino Alto Adige, 6 nel Veneto, 6 in Emilia Romagna, 3 in Toscana, 4 nelle Marche, 2 in Umbria, 1 nel Lazio, 1 in Abruzzo, al Sud Italia troviamo oggi solamente una stazione in Campania e una in Puglia.

Considerato il costo del tragitto per il trasporto in Italia del GNL da Marsiglia e Barcellona – il metano liquido infatti non è ancora disponibile sul territorio nazionale per la distribuzione tal quale verso le infrastrutture Small Scale LNG -  gli investimenti nel Meridione sono più onerosi e il tempo di rientro molto più lungo.

In tale quadro, la Città di Napoli con la Mostra D’Oltremare e l’Autorità Portuale del Mar Tirreno Centrale si stanno proponendo come soggetti promotori dello sviluppo dello Small Scale LNG verso il Sud Italia e come piattaforma geografica baricentrica per lo sviluppo industriale Euro-Mediterraneo, con il gas naturale come soluzione fondamentale della transizione energetica, consolidando il ruolo storico della Città partenopea di ponte tra l’Europa centro-meridionale e i paesi delle coste africane e medio-orientali.

L’Autorità Portuale ha infatti avviato lo scorso anno un partecipato processo amministrativo - con una richiesta di manifestazione di interesse cui hanno risposto 17 associazioni di imprese - per la scelta del progetto e l’assegnazione dell’incarico di costruzione di uno stoccaggio costiero di GNL. L’impianto si propone come punto di rifornimento verso Sud per le navi di trasporto e da crociera e per i traghetti verso le isole campane ma anche diretti in Sicilia e oltre.  

 In tale quadro, Mostra d’Oltremare e Città di Napoli sono promotrici, insieme a Conferenza GNL della quinta edizione dell’evento The Small Scale LNG Use – Euro-Mediterranean Conference & Expo appuntamento biennale internazionale che chiama a raccolta, i prossimi 15-16 maggio 2019, i protagonisti della filiera italiana ed europea del GNL a dibattito e confronto con i Paesi del Mediterraneo e qualificati esperti mondiali del settore. 

Lo sviluppo della filiera Small Scale LNG, peraltro, è oggi vista da policy makers e aziende come un elemento portante della transizione energetica verso modelli più sostenibili dal punto di vista ambientale nei trasporti terrestri pesanti, in quelli ferroviari e aerospaziali (l’uso del GNL miscelato all’ossigeno permette il riutilizzo dei vettori abbattendo i costi delle missioni) affiancando la crescita delle fonti rinnovabili.

Inoltre, la miniaturizzazione delle tecnologie del GNL – oltre al trasporto con le autobotti - permette anche l’alimentazione con il gas naturale delle industrie e delle reti isolate, come il caso in Italia della Sardegna, grande isola non raggiunta da gasdotti, della Svezia e della Finlandia del Nord, e in prospettiva anche dei Balcani. Gli stessi paesi africani ancora non infrastrutturati con capillari reti di distribuzione, soprattutto verso l’interno, potranno beneficiare delle soluzioni decentralizzate dello Small Scale LNG.

Ancora, lo stesso GNL – oggi solo di origine fossile – potrà diventare rinnovabile, aumentando enormemente i benefici del suo uso miscelato con il bio-GNL prodotto con scarti agricoli, reflui zootecnici, rifiuti organici (da raccolta differenziata, che viene così promossa). Il biogas può infatti essere purificato e trasformato in bio-metano e poi in bio-GNL con tecnologie già oggi disponibili.

Ad esempio, i combustibili marittimi non potranno emettere nel 2050 più del 50% della CO2 prodotta nel 2008 secondo gi obiettivi di lungo termine decisi in ambito IMO. Il GNL di oggi, da solo, non sarebbe sufficiente a raggiungere questi obiettivi ma se miscelato con il bio-GNL potrà costituire una soluzione sempre più sostenibile. Se non bastasse, le prospettive ambientali della filiera dello Small Scale LNG prevedono anche il possibile utilizzo del gas naturale di sintesi (“power to gas”) prodotto dall’eccesso di produzione di energia elettrica in alcune ore e giornate dell’anno conseguente all’espansione delle fonti rinnovabili.

L’esperienza che l’Italia sta facendo in tutti questi campi di applicazione del metano liquido lasciano intravedere una grande opportunità di consolidamento del partenariato energetico-industriale sviluppato con i Paesi del Mediterraneo nello scorso secolo e sino a tutt’oggi. In tale quadro è di straordinaria importanza cogliere l’opportunità dello sviluppo della filiera Small Scale LNG per un Paese come il nostro che presenta leader mondiali nella produzione e sviluppo di soluzioni impiantistiche, di tecnologie della criogenia e motoristiche per i trasporti terrestri e navali di qualsiasi taglia.