La città di Ravenna ospita da diversi anni l’evento fieristico Renewable Energy Mediterranean Conference Exhibition (REM), punto di incontro delle imprese considerate eccellenze a livello internazionale nell’ambito delle nuove tecnologie energetiche e dell’innovazione. Questa iniziativa nasce in alternanza con un altro importante evento fieristico internazionale come l’Offshore Mediterranean Conference (OMC). La domanda è d’obbligo: perché proprio Ravenna è diventata un centro convegnistico di grande importanza sui temi dell’energia?
Ravenna ha più di duemila anni di storia di attività marittima, dal 27 a.C. quando l’imperatore Ottaviano Augusto la rese, per la sua posizione strategica, una città portuale; fino a giungere al V e VI sec. d.C., quando come capitale dell’Impero Romano, la città divenne un vero e proprio ponte tra est e ovest. Proprio per questa forte vocazione marittima sempre intrecciata con la sua storia di sviluppo economico e sociale, Ravenna è divenuta punto di riferimento internazionale nel settore dell’offshore e delle attività marittime, campi in cui oggi si candida a diventare un centro europeo di ricerca. Il distretto energetico di Ravenna rappresenta dunque uno dei principali ambiti industriali del territorio, essendo capace di coniugare la tutela dell’ambiente marino, della costa e delle attività turistiche con le istanze economico-industriali delle estrazioni offshore di gas naturale.
Infatti la nostra città ospita ogni due anni, l’Offshore Mediterranean Conference (OMC), la più importante fiera internazionale per il settore Oil&Gas che, nell’edizione 2017, ha visto come argomento cardine la Transizione verso un mix energetico sostenibile: il contributo dell’industria dell’Oil&Gas, un tema assolutamente decisivo e quanto mai attuale, non solo per la sopravvivenza del settore, ma anche per definire le scelte politiche che i Paesi del Mediterraneo dovranno mettere in atto per assicurare la produzione e l’approvvigionamento di energia in futuro. Imprese di caratura internazionale come Eni, riconoscendo la centralità di Ravenna, hanno annunciato recentemente ingenti investimenti (oltre due miliardi nel quadriennio 2017/2020) e un numero molto significativo di progetti dedicati allo sviluppo del settore, alla ricerca e alle rinnovabili.
Il programma di questa edizione di REM pone al centro il ruolo dell’innovazione tecnologica nella transizione verso un’economia sostenibile, con focus su Industria 4.0 e digitalizzazione. Qual è l’impegno della città su queste tematiche? Ci può indicare le eventuali iniziative che coinvolgono Ravenna nell’ambito dello sviluppo delle energie rinnovabili e della digitalizzazione?
Nei prossimi anni avremo altre sfide da affrontare, prima fra tutte quella del decommissioning, cioè lo smantellamento o la riconversione delle piattaforme che avranno esaurito i propri giacimenti. Un obiettivo ambizioso che conquisteremo mettendo in campo monitoraggi, studi e azioni pilota che integrino le attività di estrazione con i programmi e i progetti scientifici e di sviluppo in cui la digitalizzazione giocherà un ruolo determinante.
Tra le iniziative nell’ambito delle rinnovabili e della digitalizzazione segnalo Green Port il progetto triennale di ricerca e trasferimento tecnologico per lo sviluppo sostenibile del Porto di Ravenna, co-finanziato dalla Regione Emilia-Romagna e dal Ministero per lo Sviluppo Economico, che si pone gli obiettivi di:
- sviluppare un centro di riferimento risorse umane, strumenti, tecnologie e competenze dedicato alla progettazione, implementazione, coordinamento e monitoraggio di attività in ambito di mobilità sostenibile, edifici green, riqualificazione di infrastrutture esistenti e produzione di energia da fonti rinnovabili in area portuale;
- realizzare interventi pilota per il miglioramento integrato dell’efficienza energetica dell’area portuale.
Inoltre il Comune di Ravenna è da anni molto attivo sul tema delle energie prodotte da fonti rinnovabili e sull'efficientamento energetico. Il nostro territorio comunale, come riportato nel dossier Comuni Rinnovabili 2017 di Legambiente, è uno fra i cinque maggiori produttori in Italia di energia prodotta da fotovoltaico e, negli anni, ha implementato anche la produzione da tutte le altre fonti rinnovabili, compreso il biometano e l'eolico.
La sinergia fra gli enti che si occupano di autorizzazioni a vari livelli e il clima politico hanno forse favorito, qui più che altrove, l'insediamento di impianti, raccogliendo le esigenze di un tessuto produttivo attivo su questi temi. Sicuramente anche il fatto che il Comune abbia sin dal 2012 approvato il Piano di Azione dell'Energia Sostenibile (PAES) e che abbia partecipato e stia partecipando a progetti di respiro europeo su questi temi (ad esempio il progetto Fiesta, con cui si è realizzato uno Sportello energia a servizio dei cittadini per fornire informazioni sul tema, oppure il progetto Impulse, il cui obiettivo principale è la costruzione di una piattaforma digitale per la pianificazione di interventi di efficientamento energetico negli edifici pubblici) ha aiutato il raggiungimento di questi traguardi.
La città vanta un bacino industriale d’eccellenza nella cantieristica offshore che partecipa in prima linea all’evento. Difatti, l’associazione Ravenna Offshore Contractors Association (ROCA), che riunisce le principali aziende attive nell’industria dei beni e servizi per l’upstream O&G di Ravenna, è tra i principali promotori dell’evento. Come ha inciso questa presenza sulla storia industriale di Ravenna e sullo sviluppo del territorio?
Le amministrazioni del territorio e le associazioni degli imprenditori del settore Oil&Gas lavorano da sempre fianco a fianco per sostenere e valorizzare un’eccellenza industriale unica in Italia. Veniamo da un periodo molto difficile riguardo alle quotazioni degli idrocarburi, sia in relazione a vicende italiane, sia in relazione agli scenari internazionali. Abbiamo affermato con forza che nella transizione energetica il ruolo delle estrazioni di gas naturale in Adriatico è fondamentale; Eni ha riconosciuto la centralità di Ravenna e sta lavorando su un numero molto significativo di progetti in alto Adriatico. Attualmente le istituzioni sono impegnate affinché il quadro normativo, all’interno del quale le imprese devono operare, sia chiaro e consenta ad una grande impresa multinazionale come Eni di poter investire anche nel proprio paese e non solo all’estero, ovviamente nell’assoluta tutela dell’ambiente e della sicurezza sul lavoro.
Di recente, è stato raggiunto per il nostro territorio un importante traguardo con la firma dell’accordo tra Regione Emilia-Romagna e Ministero dello Sviluppo Economico per la collaborazione nelle attività di sicurezza e innovazione nell’ambito della ricerca e coltivazione degli idrocarburi offshore e delle relative infrastrutture. L’accordo è stato siglato proprio in virtù del fatto che la regione Emilia-Romagna, e in particolare il territorio di Ravenna, costituiscono un’eccellenza del comparto offshore, per know-how e alta specializzazione. Un protocollo dunque che vede Ravenna in prima fila e che coniuga la tutela dell’ambiente marino, della costa e delle attività turistiche con le istanze economico-industriali delle estrazioni offshore di gas naturale.
La capacità innovativa può essere la chiave di volta per superare le difficoltà che l’attuale contesto energetico pone. Considerando l’evoluzione del mercato energetico sempre più orientato verso le energie rinnovabili, ritiene che le aziende ravennati possano continuare a mantenere la loro presenza ancorata alla città di Ravenna sfruttando il know how specialistico di cui dispongono per diversificare il proprio business oppure ritiene che vi possa essere un concreto rischio di delocalizzazione?
Ravenna vanta un know-how di altissima professionalità nelle attività marittime e nel settore Oil&Gas. In questo senso si sta lavorando per fare in modo che la città divenga un polo di eccellenza europea per la formazione negli studi legati all’economia del mare, all’offshore, alla navigazione, ai trasporti, alla logistica, al diritto e all’ambiente attraverso percorsi scolastici e universitari dedicati. In particolare, con l’Università di Bologna stiamo già lavorando perché la nostra città diventi il centro europeo di ricerca anche sull’utilizzo delle nuove tecnologie, collegando le piattaforme dismesse sia a fonti rinnovabili che al turismo. Il nostro polo offshore potrebbe essere così ancora più valorizzato, diventando il luogo in cui sperimentare un nuovo paradigma di crescita, che sappia garantire sostenibilità ambientale ed economica.