Il contributo di Liberi e Uguali è firmato da Rossella Muroni, ex presidente di Legambiente e coordinatrice della campagna elettorale di LeU. Domenica 7 gennaio ha aperto a Roma a fianco di Pietro Grasso l'assemblea nazionale per la definizione del programma e sarà uno dei nomi forti del nuovo schieramento che riunisce Mdp, Si e Possibile.

“Attraverso una strategia energetica innovativa vogliamo finalmente indicare una vera politica industriale per il nostro Paese che allo stesso tempo lo modernizzi e crei nuova occupazione. Alla fine di quest'anno dovremo presentare a Bruxelles un Piano nazionale per l'Energia e il Clima. Noi lo vogliamo preparare con target ambiziosi di riduzione delle emissioni di gas serra, attraverso l'aumento del ricorso alle fonti rinnovabili e incentivando i miglioramenti dell'efficienza energetica - sia in edilizia che nell'industria - per aggiungere obiettivi al 2030 coerenti con l'Accordo di Parigi. Per questo sarà necessaria una importante revisione della Strategia Energetica Nazionale che fissi al 2050 la transizione verso un sistema di generazione dell'energia carbon-free.

Nella Sen emanata da questo governo è vero che c'è l'annuncio positivo della fuoriuscita dal carbone entro il 2025, ma sulle rinnovabili porsi l'obiettivo di aumentare di un misero punto percentuale (dal 27 al 28%) i vecchi target europei è molto deludente, non è sufficiente a centrare gli obiettivi di Parigi, ed è persino molto inferiore alle richieste delle maggiori utilities europee, compresa l'italiana Enel. Il motivo è che non si è voluto puntare con forza sullo sblocco dell'autoproduzione da fonti rinnovabili (infatti il Ministero dello Sviluppo economico non ha ancora emanato, con oltre un anno di ritardo il nuovo decreto per le fonti rinnovabili in cui avrebbe dovuto prevedere i nuovi incentivi, i contingenti da mettere ad asta, le semplificazioni autorizzative nel rispetto del paesaggio). Il governo ha voluto essere prudentissimo sull'imminente rivoluzione della mobilità, un settore nel quale disruptive technologies quali l'elettrico cambieranno in tempi molto rapidi il panorama con cui avremmo a che fare. Nella Sen di Calenda si è invece voluto molto puntare sul gas, ma il gas di derivazione fossile va invece considerato come un elemento di transizione verso una totale decarbonizzazione e non come un vettore attorno al quale pianificare investimenti a lungo termine. La programmazione delle nuove infrastrutture dovrà essere rivista in tal senso, tenendo conto del contributo che potrà dare il bio-metano proveniente dalla digestione anaerobica della frazione umida dei rifiuti e soprattutto dall'agricoltura (sottoprodotti e doppie colture)”.

Il presente articolo è comparso su Staffetta Quotidiana il 15 gennaio 2018