La discussione sulla transizione energetica italiana non può prescindere da una valutazione obiettiva del mix energetico attuale e delle sue prospettive future. È su questo terreno che si inseriscono gli Scenari di Sicurezza Energetica 2025 di Shell, tre percorsi possibili – Surge, Archipelagos e Horizon – che aiutano a comprendere come sicurezza, competitività e decarbonizzazione potrebbero evolvere nei prossimi decenni. Non previsioni, ma chiavi di interpretazione utili per confrontarsi con un sistema energetico sempre più complesso.

La lente di ingrandimento sul contesto italiano fa emergere un dato centrale: la domanda di petrolio continuerà a diminuire solo gradualmente e il gas naturale continuerà a occupare una posizione centrale: ponte verso la decarbonizzazione, risorsa chiave per la competitività industriale e fattore determinante per la sicurezza degli approvvigionamenti.

Nella simulazione più orientata alla decarbonizzazione, Horizon, il gas mantiene un ruolo fondamentale sia per l’industria sia per la flessibilità del sistema elettrico. Nei contesti Surge e Archipelagos, dove sicurezza e competitività sono prioritarie, il suo peso resta ancora più evidente. Le ragioni sono note: domanda stabile nel breve-medio termine, necessità di garantire continuità produttiva alle imprese e un sistema elettrico sempre più rinnovabile che richiede risorse stabili e affidabili.

Parallelamente, cresce il contributo dei gas rinnovabili: biometano, biogas e, in prospettiva, idrogeno. Gli scenari mostrano infatti che i combustibili a basse emissioni avranno un ruolo crescente per decarbonizzare i settori hard-to-abate, anche se costi e disponibilità rappresentano ancora sfide da superare.

È in questo quadro che il tema della sicurezza energetica e della competitività diventano cruciali. Lo sottolinea Gianluca Formenti CEO Shell Energy Italia: «La parola chiave è equilibrio. Sicurezza degli approvvigionamenti, sostenibilità e accessibilità dell’energia sono tre dimensioni che devono guidare la transizione energetica». Per l’Italia, questo equilibrio passa anche dalla capacità di assicurarsi forniture diversificate, infrastrutture resilienti e un mercato competitivo.

Shell è protagonista di questo percorso su più fronti. Con una presenza storica nell’upstream italiano – Val d’Agri e Tempa Rossa, due dei più importanti giacimenti onshore d’Europa – l’azienda è oggi il principale investitore estero nelle attività di produzione nazionale.

Allo stesso tempo, attraverso Shell Energy, è tra i maggiori importatori di gas del Paese e fornitore di energia per oltre 1.000 clienti industriali. Durante la recente crisi energetica, ha svolto un ruolo chiave nel garantire continuità di fornitura al settore industriale italiano, grazie alla solidità del suo portafoglio globale e alla capacità di reagire rapidamente alle dinamiche di mercato. In un contesto complesso, questo ha assicurato forniture affidabili di gas, elettricità e prodotti ambientali, contribuendo a mantenere operativa la filiera produttiva nazionale.

Oggi, sul piano industriale, Shell continua a investire in Italia, promuovendo lo sviluppo del mercato del biometano e confermando la propria leadership nei prodotti energetici innovativi, come i corporate PPA, oltre a soluzioni e strumenti avanzati per l’ottimizzazione della produzione da fonti rinnovabili e dei consumi industriali.

Secondo Joao Santos Rosa, CEO di Shell Italia E&P e Country Chair di Shell in Italia: «La competitività di un Paese passa anche dalla velocità di risposta del sistema alle istanze degli investitori».  Oggi in Italia esiste un potenziale nel sottosuolo non pienamente valorizzato e la produzione nazionale di idrocarburi non ha seguito il trend osservato in altri Paesi europei: «Anche le concessioni già attive, producono ben al di sotto della metà dei volumi autorizzati e stimati».

Guardando al futuro, gli scenari Shell ricordano che petrolio e gas continueranno ad avere un ruolo nel mix europeo anche al 2050, con un peso stimato tra il 22% e il 43%. Per l’Italia, questo non significa rallentare la transizione, ma adottare un approccio pragmatico che permetta di combinare fonti tradizionali e innovative. L’autonomia energetica – obiettivo sempre più discusso in Europa – passa anche da qui: dalla capacità di valorizzare le risorse domestiche in un quadro regolatorio chiaro e stabile.

Shell ribadisce la volontà di continuare ad investire nel Paese, se le condizioni lo consentiranno, con l’obiettivo di costruire un portafoglio che combini fonti tradizionali e innovative secondo un approccio pragmatico: generare più valore con meno emissioni, sostenendo il progresso dell’Italia e dell’Europa.

Per accelerare davvero, servirà un contesto che favorisca investimenti rapidi, iter autorizzativi certi e la possibilità di sviluppare le risorse già individuate.

Per mantenere il mercato italiano attrattivo per investimenti e volumi internazionali, è essenziale evitare interventi distorsivi su concorrenza e mercato.