Il settore energetico, come noto, sta attraversando importanti trasformazioni nella direzione di decarbonizzare i modelli di produzione e di consumo dell’energia. Un impegno che ha richiesto coesione e convergenza di intenti nella comunità internazionale e ancora di più tra i Paesi dell’Unione Europea che hanno definito direttive per traguardare importanti obiettivi di decarbonizzazione al 2030 e al 2050. Strategie che si sono necessariamente evolute nel tempo per via degli eventi che hanno creato incertezze nel contesto geopolitico e sul mercato internazionale, richiedendo, in particolare all’Unione Europea, di ridefinire le rotte di approvvigionamento energetico, rafforzando la sicurezza e l’autonomia energetica. Si è reso inoltre indispensabile rilanciare strategie energetiche e industriali basate sulla neutralità tecnologica, per restituire competitività alle imprese europee e traguardare una transizione energetica inclusiva, salvaguardando l’occupazione e riducendo i prezzi dell’energia.

In questo contesto è stata una grande opportunità per Confindustria Energia partecipare alla prima edizione degli Stati generali dell’Energia e alla presentazione del Manifesto dell’Energia durante l’edizione 2025 di RemTech Expo di Ferrara. Un momento di condivisione e di sintesi delle sfide e delle prospettive future che attendono il settore energetico attraverso l’esperienza e la competenza di un network di importanti stakeholder del settore che hanno avuto l’opportunità di confrontarsi in maniera costruttiva ed efficace sviluppando pensieri e progettualità a supporto del Paese.

Come Confindustria Energia, fin dal nostro coinvolgimento nel Comitato Tecnico Scientifico dell’Energia, abbiamo considerato infatti strategico poter lavorare ad un documento, come il Manifesto dell’Energia, per strutturare un contributo solido, coerente e orientato al futuro, ovviamente sostenibile.

Abbiamo portato insieme al coinvolgimento delle nostre Associazioni la visione della Federazione che si fonda su due principi cardine: la neutralità tecnologica e la sostenibilità integrata, nelle sue dimensioni ambientale, economica e sociale. Questi due elementi sono per noi le fondamenta di una transizione energetica credibile, efficace e condivisa.

Crediamo che il processo di decarbonizzazione non debba essere vissuto come un obbligo calato dall’alto, ma come una grande opportunità per rilanciare lo sviluppo industriale, per generare innovazione, per creare nuova occupazione, per garantire un futuro più sicuro e sostenibile alle prossime generazioni.

Ma per cogliere questa opportunità servono scelte concrete, coerenti e lungimiranti.

Le nostre proposte, accolte dal Manifesto, si muovono dunque lungo alcune direttrici strategiche.

Primo. È fondamentale rendere coerente la normativa europea e nazionale con il principio di neutralità tecnologica. Solo così possiamo garantire pluralità di soluzioni e valorizzare tutte le filiere che possono contribuire alla decarbonizzazione.

In un contesto geopolitico complesso come quello attuale, serve gradualità.
Serve diversificazione delle fonti. Serve una gestione attenta della transizione, che non metta a rischio la sicurezza degli approvvigionamenti.

Secondo. Dobbiamo accelerare l’adozione dei criteri di sostenibilità integrata.
Una transizione che non tenga conto dell’impatto economico e sociale rischia di essere fragile e poco equa. Allo stesso tempo, target troppo rigidi o anticipati rischiano di penalizzare la competitività industriale europea. È necessario un approccio pragmatico, fatto di flessibilità, proporzionalità e buon senso. Questo approccio favorisce anche gli investimenti in ricerca e innovazione: sostenendo le tecnologie green e low carbon, l’efficienza energetica, la produzione e il riutilizzo dell’energia.

Dobbiamo poi accelerare sul fronte delle rinnovabili, valorizzando il repowering degli impianti esistenti. Parallelamente, va rafforzata l’adeguatezza e flessibilità delle reti energetiche e delle interconnessioni, investendo nella digitalizzazione e nell’integrazione di fonti diverse – incluso il gas rinnovabile – anche come leva per ridurre i costi dell’energia. Il gas continuerà a svolgere un ruolo fondamentale. Così come le tecnologie di cattura, stoccaggio e utilizzo della CO₂ – la cosiddetta CCUS – che vanno sostenute, in particolare nei settori industriali più difficili da elettrificare. Insieme al ruolo centrale dei biocarburanti liquidi e gassosi, queste soluzioni garantiscono stabilità e flessibilità al sistema, e allo stesso tempo aprono la strada all’impiego di tecnologie innovative, come l’energia nucleare sostenibile, in particolare gli SMR e la fusione nucleare, che potranno contribuire in modo concreto al mix energetico nel medio-lungo periodo.

Terzo punto. Occorre rivedere alcune normative, come quelle sugli standard CO₂ per i trasporti o sul rendimento energetico degli edifici, per favorire una pluralità di soluzioni e percorsi di riconversione più rapidi ed efficaci.

Il Manifesto pertanto mette insieme tanti spunti che puntano ad integrare le diverse soluzioni tecnologiche puntando alla definizione di proposte con misure strutturali per il nostro Paese:

sosteniamo la raffinazione bio, attraverso nuovi impianti e tecnologie waste-to-fuel; valorizziamo l’economia circolare, che necessita di un quadro normativo che includa anche le iniziative per il recupero di scarti e materie prime critiche; rafforziamo i settori ETS, reinvestendo i proventi delle aste nella decarbonizzazione e proteggendo le imprese europee dalla concorrenza sleale; semplifichiamo ed efficientiamo i processi autorizzativi, laddove registriamo la durata media per l’ottenimento di una VIA in 1.000 giorni e di 1.200 giorni per un Procedimento Unico Ambientale. Estendendo le buone pratiche (considerando fattori di strategicità e priorità del progetto, efficacia processi decisionali e adeguato coinvolgimento  delle comunità e del territorio) come quello che è stato fatto recentemente per i due rigassificatori di Piombino e di Ravenna, dimostrando che se si vuole, si può fare.

Ma non c’è transizione senza consenso. Per questo è essenziale costruire un sistema stabile di dialogo con le Parti sociali, per favorire l’adesione, la responsabilità condivisa e una governance realmente inclusiva del cambiamento.

È altrettanto fondamentale promuovere una comunicazione chiara e trasparente:
non solo sui benefici della transizione, ma anche sui suoi costi reali, diretti e indiretti.

Costi che spesso non vediamo, ma che già oggi pesano sulle nostre economie e sulle nostre società: penso ai danni del cambiamento climatico, all’instabilità dei mercati internazionali, alla nostra dipendenza energetica dall’estero. Per questo lo sguardo non può che essere rivolto all’Europa e al Mediterraneo. L’Italia può – e deve – farsi promotrice di una visione energetica più aperta, più cooperativa e più lungimirante, in grado di valorizzare le interdipendenze con i Paesi del Mediterraneo, generando benefici condivisi. Un ruolo strategico che possiamo interpretare con concretezza, anche attraverso il Piano Mattei, che può diventare una vera leva geopolitica ed energetica per l’Italia e per l’Europa. In conclusione, la transizione energetica è una sfida complessa, ma anche una grande opportunità. Per coglierla pienamente servono visione industriale, strumenti efficaci e soprattutto una strategia condivisa.

Questa opportunità, che intendiamo valorizzare anche nei prossimi anni, nasce dall’impegno di tutto il Comitato tecnico scientifico dell’energia di Remtech nato anche grazie all’iniziativa di Silvia Paparella, General Manager RemTech Expo Hub Tecnologico Ambientale. A loro un ringraziamento per il lavoro fatto insieme.

Confindustria Energia è la Federazione di Confindustria che rappresenta il settore della produzione e distribuzione dell’energia, tradizionale, rinnovabile e nelle sue forme innovative. Le sue Associate sono: Anfida, Assogasliquidi, Assorisorse, Elettricità Futura, Poxigas e UNEM.