In materia di decarbonizzazione dei consumi residenziali, con l’adozione della Direttiva EPBD e la sua successiva implementazione è sempre più pressante la necessità di conciliare il raggiungimento degli obiettivi e al tempo stesso salvaguardare la competitività delle imprese europee, tutelare il consumatore, consentendo quindi a tutte le tecnologie presenti sul mercato di concorrere, in un’ottica di neutralità tecnologica, al raggiungimento degli obiettivi stessi. Su questi temi si sono espressi vari esponenti politici del Parlamento europeo all’evento organizzato a Bruxelles lo scorso 13 maggio da Assogasliquidi-Federchimica, le cui opinioni sono state sintetizzate di seguito dalla Redazione di RiEnergia.
Ad aprire il dibattito è l’On. Carlo FIDANZA, che sottolinea le difficoltà riscontrate nella legislatura precedente nel rivedere le rigide disposizioni della direttiva EPBD in materia di target per edificio. È stato necessario un intenso lavoro parlamentare e il supporto del Consiglio per ottenere una maggiore flessibilità per gli Stati nel raggiungimento degli obiettivi. Una flessibilità fondamentale per tenere conto delle specificità nazionali e per introdurre un principio di gradualità che consenta di adattare le risposte normative e tecnologiche di mercato alle varie realtà nazionali, che mai come in questo settore sono differenti.
Quello della decarbonizzazione dei consumi residenziali è un ambito che richiede un approccio ispirato al principio della neutralità tecnologica – evidenzia Fidanza - per consentire a tutti di conseguire l’obiettivo scegliendo la tecnologia sostenibile che sia più consona alla propria abitazione, al proprio reddito ecc, come lo studio di BIP Consulting evidenzia. Sia questa una pompa di calore o una caldaia di ultima generazione a condensazione che può essere alimentata sempre più da combustibili rinnovabili.
Da qui muove quindi la necessità di definire bene il concetto di caldaia fossile, dove non è la caldaia ad esserlo, ma il tipo di combustibile che viene impiegato, che può essere fossile o rinnovabile.
Fidanza sottolinea quindi come sia necessario mantenere anche nelle Linee Guida che la Commissione si accinge ad emanare una maggiore apertura in tal senso, apertura che consentirebbe di rivedere l’indirizzo europeo in materia e a cascata, anche il quadro normativo e fiscale nazionale: ambito su cui ancora serve lavorare insieme nei prossimi mesi.
E proprio della necessità di avere un quadro normativo e giuridico che tenga conto di tutte le tecnologie presenti sul mercato, senza imporne solo una in maniera forzata, parla l-On.le Isabella Tavoglieri. Un principio, quello della neutralità tecnologica, che vale tanto per il residenziale quanto per altri comparti come l’automotive. E questo per due ragioni: la prima afferisce al fatto che l’Europa dipende ancora dall’estero in materia di tecnologie green; la seconda riguarda proprio i principi di libera concorrenza e di sana competizione che hanno ispirato la costituzione dell’Unione Europea e che il prediligere un’unica leva tecnologica farebbe venir meno. Per questo Tovagliere sottolinea come risulti inutile e controproducente una crociata contro le caldaie che svolgono, invece, un ruolo importante nella transizione, soprattutto in Italia dove l’economia domestica è fortemente collegata all’impiego del gas e dove le stesse caldaie potrebbero ammettere soluzioni alternative come i gas derivanti dalle rinnovabili. Tovaglieri evidenzia, infatti, che per essere sostenibili significa essere competitivi, ma per essere competitivi bisogna consentire alla nostra industria di avere il tempo di adeguarsi, di farlo con gradualità soprattutto in un contesto economico particolare e di forti tensioni geopolitiche come quello attuale. A questo si aggiunge un ulteriore fattore rilevante che ha a che fare con la sicurezza dei nostri sistemi energetici: se la guerra russo-ucraina ha insegnato qualcosa, dovremmo evitare di dipendere così fortemente da tecnologie di cui oggi non disponiamo, rendendoci vulnerabili e al gioco di potenze straniere.
Per l’On. Pietro Fiocchi , si può decarbonizzare e fare bene all’ambiente a patto che vengano imposte a chi opera fuori dai confini unitari le stesse regole operative vigenti in EU, altrimenti ogni sacrificio delle imprese europee rimane isolato. Per Fiocchi, inoltre, serve una maggiore consapevolezza da parte della Commissione delle sfide che una totale elettrificazione comporta, in termini di investimenti sulla rete elettrica, di disinvestimenti su asset già esistenti (rete metano), in termini di fonti di generazione dell’elettricità necessaria al fabbisogno europeo e della loro accettabilità (nucleare).
Necessità di maggior realismo, invocato anche dall’On. Francesco Torselli che sottolinea un’ulteriore sfida legata alla provenienza di batterie e accumulatori che consentono alle rinnovabili di operare e al loro futuro smaltimento.
Per Torselli, inoltre, molto spesso viene sottovalutato l’impatto che le scelte comunitarie hanno in termini di politica industriale e di competitività per le imprese europee. Il cambiamento di una norma ha delle implicazioni notevoli per i diversi comparti, per l’indotto, per gli investimenti di quei settori e quindi per tutta l’industria europea.
A chiudere la carrellata di interventi è l’On. Mariateresa Vivaldini, che oltre a ribadire nuovamente l’esigenza di un approccio agnostico verso tutte le soluzioni tecnologicamente neutrali, sottolinea, al fine del raggiungimento degli obiettivi preposti, una maggiore efficacia dei sistemi di incentivazione, che contemplino la cessione del credito rispetto alla detrazione fiscale, anche alla luce anche delle risultanze emerse dallo studio di BIP Consulting in relazione alla tematica dei consumatori esposti al tema del basso potere di spesa.