Parafrasando una celebre frase del romanzo di George Orwell, “La fattoria degli animali”, tutti i sistemi di accumulo sono eguali, ma alcuni sono più uguali degli altri. Ad esempio, in Italia la capacità di accumulo di energia a livello di rete è in crescita, con una potenza installata di 5,56 GW e una capacità di 12,94 GWh al 31 dicembre 2024. La maggior parte di questa capacità è però abbinata a impianti fotovoltaici (9,05 GWh, pari al 70% della capacità totale) ed è pertanto destinata a svolgere essenzialmente la funzione di power shifting.

Differente è invece il ruolo, molto più critico, che svolgono i sistemi di accumulo nei servizi di bilanciamento per mantenere la frequenza di rete entro i limiti consentiti dai criteri di sicurezza, da rispettare per garantire l’adeguatezza delle infrastrutture di trasporto e di distribuzione dell’energia elettrica, nonché la qualità della fornitura energetica agli utenti finali.

Per realizzare al meglio queste condizioni, in Italia il DL 210/21 ha previsto l’introduzione di un nuovo Meccanismo di approvvigionamento di capacità di stoccaggio elettrico (Macse) elaborato con l’obiettivo di integrare le rinnovabili con un livello efficiente di “overgeneration” (cioè di gestione del sistema energetico quando la produzione di energia elettrica supera la domanda) tenendo conto degli sviluppi di rete previsti. Questo meccanismo, già operativo, sta consentendo al sistema di acquisire nuova capacità di accumulo attraverso contratti di approvvigionamento di lungo termine, aggiudicati attraverso aste competitive organizzate da Terna, a cui possono partecipare gli operatori titolari di nuovi sistemi di accumulo.

Nel nostro paese esiste dunque un’appropriata consapevolezza del ruolo dei sistemi di accumulo nei servizi di bilanciamento. Viceversa, non mi risulta che siano operative analoghe misure in Spagna, divario confermato dal confronto tra i sistemi di accumulo esistenti nei due paesi.

In Spagna i sistemi BESS (Battery Energy Storage System) connessi alla rete hanno una capacità complessiva di 60 MW, cui vanno aggiunti  6,3 GW di impianti di pompaggio e 1 GW di accumuli termici, da confrontare con una capacità eolica e fotovoltaica pari a 64,5 GW. In Italia, invece, sono installati  circa 1 GW di BESS a scala di rete e circa 7 GW di impianti di pompaggio, con una capacità eolica e fotovoltaica che è circa l’80%  (50,9 GW) di quella spagnola.

Nel 2023 la domanda elettrica italiana era pari a 305,6 TWh, contro 244,7 TWh in Spagna, ma il divario è di gran lunga percentualmente inferiore di quello tra i sistemi di accumulo, mentre la Spagna avrebbe bisogno di un loro maggior supporto rispetto all’Italia per compensare la sua insufficiente interconnessione con la rete elettrica europea.

Anche in questo caso la situazione attuale registra infatti un divario eclatante tra i due paesi, su cui pesa la diversa orografia ai loro confini settentrionali.  La morfologia dei Pirenei, con le sue vette più ripide e i suoi versanti più impervi, li rende più irregolari e difficili da attraversare rispetto alle Alpi, che presentano una maggiore gradualità nelle loro pendici, per cui la realizzazione di adeguate interconnessioni risulta molto più costosa in Spagna.

Questo vale anche per le pipeline del gas, dove però le conseguenze sono solo di natura economica, quando il gestore della rete spagnola di trasporto del gas, Enagás, non riesce a smaltire attraverso i Pirenei l’eccesso di GNL proveniente dall’Algeria. 

Inoltre, un’analisi di Bloomberg NEF ha  messo in evidenza  che gli investimenti in reti elettriche in Spagna sono pari a 30 centesimi per ogni euro investito in rinnovabili, contro una media europea di 70 centesimi. Di conseguenza i collegamenti della rete di trasmissione italiana con l’estero sono numerosi (con Francia, Svizzera, Austria, Slovenia, Montenegro, Grecia) e assicurano l’integrazione con le altre reti elettriche del continente europeo. Nel 2023 lo scambio netto con l’estero di energia elettrica è stato pari a circa 51 TWh, per cui solo l’83,2% della domanda elettrica è stata soddisfatta dalla produzione nazionale.

Invece, secondo Red Eléctrica, che gestisce l'intera rete di trasmissione spagnola, la capacità di scambio con la rete continentale europea è di circa 3 GW, che rappresenta un livello di interconnessione molto basso per la penisola iberica. Ne consegue pertanto un livello di congestione nell’interconnessione Spagna-Francia, che nel 2024 si è mediamente verificato per il 67,6% delle 24 ore del Mercato del Giorno Prima.

Non a caso il Pniec spagnolo prevede l'installazione di ulteriori 22 GW di capacità di accumulo entro il 2030. Ma nel frattempo alcuni buoi sono scappati dalla stalla.