Lo sviluppo degli impianti rinnovabili in Italia, come noto, è ostacolato dalla burocrazia ma anche da opposizioni locali di vario genere. Al riguardo, il presente articolo intende realizzare una disamina dei principali modelli di ingaggio degli stakeholder più importanti coinvolti nello sviluppo di progetti rinnovabili, il cui fine è appunto accrescere l’accettazione sociale. Il punto di partenza per l’analisi delle strategie di ingaggio è l’identificazione degli attori coinvolti e l’approfondimento dei principali fattori che influenzano la resistenza delle comunità locali alla crescita delle rinnovabili a livello nazionale.
Le caratteristiche dei modelli di coinvolgimento, infatti, sono determinate dagli attori a cui sono rivolti, oltre che dalle esigenze a cui devono rispondere. Pertanto, prima di identificare i modelli di coinvolgimento, è necessario mappare i soggetti coinvolti, direttamente o indirettamente, e la preoccupazione nonché gli interessi degli stessi in relazione alle attività di sviluppo degli impianti FER.
In particolare, gli stakeholder identificati che possono avere un impatto sui modelli considerati o che sui modelli stessi vanno ad agire al fine di incrementare il consenso popolare, sono:
- Fornitori locali. Per fornitori locali si intendono tutte le imprese locali attive nella catena di fornitura degli impianti rinnovabili, dalle fasi di sviluppo e costruzione alle attività di manutenzione.
- Istituzioni pubbliche. Per istituzioni pubbliche si intendono le Amministrazioni Pubbliche statali (Governo, Parlamento e Ministeri) che hanno un’influenza più o meno limitata sulle caratteristiche dei modelli partecipativi.
- Comunità locali. Nelle comunità locali rientrano tutti i cittadini, imprese, enti e associazioni locali che a vario titolo sono coinvolti e/o impattati dallo sviluppo dei modelli di partecipazione.
Si tratta di stakeholder maggiormente “critici”, ovvero soggetti che presentano un livello di opposizione piuttosto elevato allo sviluppo degli impianti rinnovabili.
L’analisi dei diversi casi di dissenso ha permesso di individuare cinque diverse categorie di temi di opposizione, quali:
- Assenza di benefici tangibili per l’economia locale, intesa per esempio come mancato coinvolgimento di fornitori e aziende locali nello sviluppo delle opere da realizzare.
- Impatti socioeconomici, con riferimento al rischio di eventuali svalutazioni immobiliari e perdite economiche legate al turismo e alle attività tradizionali (es. agricoltura).
- Inadeguato coinvolgimento delle comunità locali nei processi decisionali e assenza di trasparenza e informazioni chiare legate allo sviluppo e gestione degli impianti.
- Nessuna riduzione della spesa energetica. Una delle contestazioni più recenti legate allo sviluppo di impianti di prossimità riguarda il mancato impatto che queste hanno sulle fatture energetiche, inteso come riduzione/sconto sul prezzo finale della materia energia.
- Impatti ambientali e paesaggistici. Le comunità temono che gli impianti possano avere un impatto negativo sull'ambiente locale, ad esempio alterando il paesaggio.
- Mancate misure compensative. Ossia il mancato riconoscimento di particolari benefit per la collettività che ospita gli impianti, quali per esempio: cura del paesaggio, erogazione di servizi, implementazione di opere a beneficio del territorio.
L’attenzione degli operatori rinnovabili verso nuovi modelli di coinvolgimento per gli stakeholder è principalmente finalizzata al superamento delle critiche locali ai progetti rinnovabili, andando a interagire e agire su una o più delle tematiche di opposizione precedentemente analizzate. Molteplici studi confermano infatti le potenzialità dell’engagement nel favorire l’accettazione sociale degli impianti, approfondite nella Sezione successiva. Pertanto, i modelli partecipativi hanno acquisito un ruolo crescente nelle strategie degli operatori come dimostrano i casi di successo analizzati nel Rapporto OIR 2023.
In dettaglio, ai fini della ricerca, i modelli a disposizione degli operatori sono stati classificati in strategie di comunicazione e strategie economiche, per evidenziare in maniera puntuale gli effetti generati dagli stessi. Ciascuna strategia, infatti, presenta caratteristiche diverse in termini di stakeholder coinvolti, complessità e limitazioni implementative e impatti generati sulle comunità locali.
- Strategie di comunicazione, ossia modalità di interazione con diversi gradi di intensità tra l’operatore rinnovabile e gli stakeholder, il cui obiettivo è instaurare un dialogo positivo e conseguentemente un rapporto fiduciario tra le due tipologie di attori. In dettaglio, le strategie di comunicazione analizzate sono 3: comunicazione esterna, comunicazione con le comunità locali e relazione con i fornitori.
- Strategie economiche, ossia strategie il cui obiettivo primario è garantire benefici diretti di carattere economico agli stakeholder coinvolti. In particolare, per l’analisi sono state considerate 5 diverse strategie adottate dagli operatori, quali: tariffe agevolate, tariffe dinamiche, crowdfunding, comunità Energetiche Rinnovabili, agrivoltaico e partenariato produttore consumatore.
In generale, le strategie di comunicazione agiscono sull’accettazione paesaggistica e, in parte, sulla creazione di valore per le comunità locali attraverso il riconoscimento di compensazioni e la creazione di occupazioni per i fornitori locali. Le strategie economiche, invece, impattano positivamente soprattutto sulla riduzione della spesa o sulla generazione di ricavi. Analizzando in dettaglio gli impatti dei modelli, riportati in figura risulta che:
- le strategie di comunicazione esterna influiscono sull’accettazione paesaggistica dell’impianto. Tuttavia, l’impatto risulta essere limitato, in quanto la comunicazione esterna non ha l’obiettivo di istaurare un dialogo con la comunità locale.
- Il modello sulla relazione con i fornitori ha, per sua natura, un impatto circoscritto alla creazione di economie locali, in termini di occupazione e indotto generato.
- Le relazioni con le comunità locali permettono di ottenere una maggiore accettazione del progetto rinnovabile a livello paesaggistico, permettendo di conoscere e potenzialmente porre rimedio alle preoccupazioni degli stakeholder locali, con i quali viene instaurato un dialogo. Il modello consente inoltre di definire, in accordo con le comunità locali, misure di compensazione economica e sociale.
- Il crowdfunding permette a privati cittadini, a fronte del sostenimento di una quota di investimento per finanziare il progetto rinnovabile, di ottenere una remunerazione particolarmente interessante rispetto a quanto offerto dal mercato.
- Le comunità energetiche rinnovabili permettono di ottenere un duplice beneficio a carattere economico per gli stakeholder coinvolti. I membri della CER, da un lato, ottengono una riduzione della spesa energetica grazie all’autoconsumo di una quota di energia, dall’altro, beneficiano sia della remunerazione derivante dagli incentivi riconosciuti sull’energia condivisa e sia dei ricavi generati dalla vendita dell’energia non condivisa.
- Le tariffe agevolate e le tariffe dinamiche, raggruppabili nella categoria delle tariffe di prossimità, permettono entrambe di garantire alle comunità locali una riduzione della spesa energetica, attraverso uno sconto applicato sul prezzo di mercato ai soggetti aderenti.
- L’agrivoltaico è l’unico modello che permette di superare il conflitto tra usi alternativi del suolo, generando, di conseguenza, una maggiore accettazione paesaggistica dell’impianto. Inoltre, il modello impatta positivamente sull’azienda agricola tramite sia la creazione di occupazione per i produttori agricoli, nel caso di terreni precedentemente incolti, sia la generazione di ricavi aggiuntivi per gli stessi produttori, grazie alla messa a disposizione del suolo per la costruzione dell’impianto.
Benefici generati dai modelli di coinvolgimento per categoria di stakeholder
Fonte: Agici
Marco Carta è Amministratore Delegato e Direttore R&A Unit Utilities e Rinnovabili e Anna Pupino è Coordinatrice dell’Osservatorio Industria Rinnovabili di Agici.