L’agrivoltaico rappresenta un sistema duale che consente l’utilizzo simultaneo ed integrato dei suoli agricoli. Il sistema agrivoltaico prevede che all’interno dell’area di installazione dell’impianto fotovoltaico su suolo agricolo, siano adottate soluzioni volte a preservare la continuità delle attività di coltivazione agricola e/o pastorale. Questa nuova configurazione è molto importante, perché consente di promuovere attraverso un uso duale del suolo agricolo una duplice attività produttiva, ossia quella agricola e/o zootecnica con quella di generazione dell’energia elettrica da fonte rinnovabile. Inoltre, una tale configurazione consente di ridurre l’occupazione di suolo agricolo rispetto al classico fotovoltaico a terra in quanto permette l’uso del terreno anche in porzioni sottostanti la superficie dei moduli fotovoltaici.
Quello tra agricoltura e fotovoltaico può, pertanto, rappresentare un connubio vincente, sfruttando le sinergie delle due produzioni, dipendenti entrambe dalla luce solare. Per questo motivo è fondamentale adottare un approccio di co-progettazione, in modo tale che le esigenze dell’attività di generazione elettrica tengano conto di quelle dell’attività agricola e/o zootecnica e viceversa; l’obiettivo consiste nell’individuare il punto di ottimizzazione che massimizzi entrambe le produzioni. Fondamentale è anche l’analisi dell’ecosistema, ossia del contesto territoriale su cui sorge l’impianto agrivoltaico, affinché la produzione agricola e quella zootecnica possano avvalersi della filiera a valle della catena del valore.
Quanto alle tipologie di agrivoltaico, tre vengono definite nelle Linee Guida del Ministero dell’Ambiente e Sicurezza Energetica (MASE) pubblicate nel maggio 2022: rialzato, interfilare e verticale.
Tipologia di fotovoltaico
Fonte: Linee Guida MASE e convegno Agrivoltaico ANIE
L’agrivoltaico è una configurazione nuova, ancora in fase sperimentale, che però sta progredendo: già da qualche anno, infatti, si realizzano questi tipi di impianti e si sta raggiungendo una discreta esperienza e conoscenza. Per tale ragione si reputa opportuno non indirizzare le progettualità in una sola direzione imponendo l’adozione di una sola tipologia e vietando la realizzazione delle altre. È la co-progettazione a determinare quale delle tipologie sia quella ideale per il progetto, il business plan e l’ecosistema presente nel territorio su cui insiste l’impianto agrivoltaico. L’adozione di tutte le tipologie, inoltre, consente di raccogliere dati statistici utili e fondamentali ad acquisire maggiori conoscenze in materia.
Il miglior progetto agrivoltaico non esiste, bensì esistono bilanciati compromessi atti a:
- dimostrare la fattibilità dell’attività agricola e/o zootecnica sia in fase di richiesta autorizzativa sia annualmente per l’intera durata dell’autorizzazione mediante asseverazione da parte di un soggetto competente (agronomo);
- dimostrare la sostenibilità dei business plan dell’attività agricola e dell’attività fotovoltaica;
- adottare sistemi di monitoraggio e di controllo dei fattori significativi della produzione, tenuto conto della tipologia dell’attività esercitata;
- garantire all’attività agricola almeno il 70% della “Superficie totale del progetto”.
I requisiti per i quali un impianto possa definirsi “agrivoltaico” sono contenuti nelle Linee Guida del MASE. Su di esse è stata elaborata la PAS 82-93 del Comitato Tecnico 82 del CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano) con lo scopo di fornire maggiori dettagli applicativi.
Un impianto è agrivoltaico se risponde a due requisiti A e B che definiscono, rispettivamente, la porzione di superficie utilizzata per l’attività fotovoltaica rispetto a quella agricola e garantiscono la continuità di quest’ultima:
I requisiti C, D ed E definiscono quando un impianto è rialzato, monitorato ed avanzato, come da figura sottostante.
Requisiti a cui deve rispondere un impianto agrivoltaico
Fonte: PAS 82-93 del Comitato Tecnico 82 del CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano)
Dal punto di vista del settore agricolo, avere un impianto sul terreno garantisce una fonte di reddito integrativa importante per bilanciare la volatilità delle entrate da agricoltura e può portare in molti casi a una migliore produzione agricola, nel caso in cui ci sia bisogno di ridurre il fabbisogno di acqua o di proteggere le coltivazioni dagli eventi meteorologici estremi.
L'Agenzia Europea dell'Ambiente (EEA) ha stimato che la produzione agricola dei Paesi del Mediterraneo potrebbe scendere dell'80% entro il 2100 a causa della maggiore siccità e della minor frequenza di precipitazioni.
Oggi, il comparto agricolo italiano si trova in difficoltà, con produzioni agricole drasticamente in calo, a causa di diversi fattori:
- aumento del costo dei mezzi tecnici;
- scarsa marginalità;
- bassi prezzi riconosciuti ai produttori;
- andamenti delle rese sempre più incerti a causa dei cambiamenti climatici;
- 41 eventi estremi solo nel 2023;
da cui deriva un tendenziale abbandono/non competitività delle attività agricole, sebbene l’agricoltura in Italia presenti enormi potenzialità quali:
- capacità degli imprenditori agricoli;
- elevata qualità e varietà delle produzioni, specialmente prodotti di pregio locali;
- passione e legame con il territorio.
Diventa necessaria un’azione rapida per adattarsi al cambiamento climatico attraverso l’innovazione tecnologica in agricoltura. Si parla quindi di transizione agricola: maggiore infrastrutturizzazione delle aziende, monitoraggio per la modellizzazione della resa delle colture.
Determinazione delle opportunità per le aziende agricole:
- Agricoltura di precisione: la realizzazione dell’impianto fotovoltaico facilita l’installazione di sensori ambientali e di stazioni metereologiche funzionali all’agricoltura di precisione.
- Miglioramenti fondiari: potenziale occasione per realizzare miglioramenti fondiari quali impianti arborei, sistemazioni idrauliche, impianti irrigui, sistemi di raccolta dell’acqua economicamente non sempre sostenibili per l’azienda agricola.
- Miglioramenti del processo produttivo: i nuovi investimenti sul fondo permettono di riprogettare il processo produttivo agricolo adottando le buone pratiche agronomiche (rotazioni medio-lunghe, cover crops, piani di pascolo, etc..).
- Riduzione dell’impatto ambientale della produzione: la realizzazione dell’impianto prevede la messa a dimora di siepi e filari arborei di mascheramento e mitigazione. Assieme ai punti precedenti, ciò stimola un impatto positivo sugli ecosistemi agricoli, aumentandone il pregio paesaggistico.
Una delle principali criticità è quella di garantire una ben determinata resa agricola e, conseguentemente, di assicurare che la società agricola operi nel lungo periodo (al più sino alla fine della vita dell’impianto fotovoltaico); problematici, ad esempio, i cambi generazionali o i fallimenti delle aziende agricole.
In merito ai sistemi agrivoltaici quelli rialzati hanno problematiche autorizzative in relazione soprattutto all’impatto paesaggistico, problema che invece non hanno i sistemi agrivoltaici interfilari. Di contro questi ultimi potrebbero non utilizzare tutto il terreno agricolo sottostante.
Le diverse categorie sono tutte da considerarsi come sistemi agrivoltaici, in quanto soluzioni che, a seconda del contesto in cui saranno installate, possono meglio coniugarsi con le esigenze del territorio in termini di occupazione minima del suolo e di sostenibilità dell’attività di produzione sia agricola che energetica. Risulta quanto mai opportuno non introdurre vincoli progettuali riconducibili ad altezze minime dei moduli dal suolo, ma riferirsi agli aspetti agricoli come da piano agronomico, garantendo una reale integrazione tra sistemi economicamente sostenibili.
Un tema che richiede particolare attenzione è quello relativo alla resa agricola: definire un criterio in grado di quantificarla è molto difficile, in quanto il comparto dell’agrivoltaico sta nascendo adesso e non c’è una storicità di dati che permetta di identificare tale parametro. Molto più sostenibile è il dimostrare che nel sistema agrivoltaico esiste un’attività agricola, prevedendo una rendicontazione periodica mediante l’impiego degli strumenti attualmente in uso nel settore agricolo e zootecnico. Si conferma che la resa agricola dipende da una molteplicità di fattori, molti dei quali imponderabili all’atto di avviamento di un progetto agrivoltaico: variabilità di anno in anno della produzione dipendente dal clima, variabilità dell’andamento di mercato del valore della coltura o della produzione di alimenti/prodotti da bestiame, malattie cui possono essere sottoposte le colture e il bestiame, periodo necessario per giungere alla produzione a regime, eventi climatici estremi, terreni non coltivati da recuperare all’agricoltura, perdita di fertilità del terreno nel tempo, rotazione delle colture, etc. È opinione condivisa che sarebbe più opportuno non indicare alcun requisito sulla resa agricola, ma prevedere l’avvio di una campagna di rilevamento statistico; tra l’altro si rileva che alle società agricole non è imposto alcun requisito sulla resa agricola nel caso di erogazione di fondi alle medesime, come ad es. i fondi PAC.
Analizzando il quadro legislativo non esiste una definizione di agrivoltaico; pertanto, malgrado il MASE abbia pubblicato delle Linee Guida, vi è il rischio che qualsiasi ente pubblico possa adottare delle proprie Linee Guida.
In materia di agrivoltaico, le attività di ANIE Rinnovabili sono:
- 2021: predisposizione del primo position paper in Italia in materia di agrivoltaico
- 2022: condivisione position paper al MASE e confronto, partecipazione alla stesura della PAS 82-93 del Comitato Elettrotecnico Italiano (1° e 2° edizione)
- 2021- Oggi: advocacy in materia di normazione, iter autorizzativi, meccanismi di supporto, organizzazione eventi
Concludendo, ANIE Rinnovabili ritiene fondamentale in questa fase introdurre una definizione normativa di agrivoltaico, promuoverne tutte le tipologie e rimuovere il divieto di utilizzo delle aree agricole per le nuove progettualità di impianti agrivoltaici.
Ilaria D’Amico è Componente del Comitato Direttivo di ANIE Rinnovabili e Michelangelo Lafronza, Segretario di ANIE Rinnovabili