Con i prezzi del gas in aumento e l’interruzione definitiva del flusso di gas russo attraverso l’Ucraina, il bilancio energetico dell’anno appena trascorso offre segnali rilevanti per il sistema energetico italiano ed europeo con la generazione di energia da solare ed eolico in Europa che ha superato le fonti fossili nella prima metà del 2024 raggiungendo una quota record del 30%. Nel corso del 2024, si è consolidata la consapevolezza riguardo al ruolo delle fonti energetiche rinnovabili (FER) nella decarbonizzazione e nell'assicurare sia la sicurezza energetica che l'accessibilità, evidenziando tuttavia ancora criticità da attenzionare per promuovere una transizione sostenibile e un sistema energetico resiliente.
La forte volatilità dei prezzi energetici in Germania, con la conseguente decisione di alcuni Paesi europei di valutare l’interruzione degli interconnettori alla rete tedesca, mette in luce la necessità di promuovere una strategia di neutralità tecnologica che integri in maniera sinergica le diverse fonti energetiche per affrontare il tradizionale "trilemma", combinando accessibilità economica, sicurezza energetica e decarbonizzazione in un'unica strategia coerente.
A livello normativo, nell’ultimo anno l'Unione europea ha introdotto importanti novità nel settore energetico per accelerare la transizione verso le FER e migliorare l'efficienza energetica. Ad aprile 2024, è stata approvata la riforma del mercato elettrico europeo che mira a incentivare il dispiegamento delle FER attraverso strumenti di mercato di lungo termine come i Power Purchasing Agreements (PPAs) e i Contratti bilaterali per Differenza (CfD). Con l’approvazione del Net-Zero Industry Act a maggio 2024, l’UE ha posto crescente attenzione sul tema della dipendenza tecnologica, in particolare dalla Cina, con l’obiettivo di potenziare l’innovazione e la produzione di tecnologie di decarbonizzazione in Europa. L’anno appena trascorso è stato inoltre segnato dall’approvazione della Direttiva Europea sulle Prestazioni Energetiche degli Edifici (EPBD) che stabilisce per ciascuno Stato membro l’obbligo ridurre del 16% i consumi energetici primari del parco immobiliare entro il 2030, tema che ha acceso forti dibattiti a livello nazionale alla luce delle conseguenze del c.d. Superbonus sulla spesa pubblica. Queste iniziative si inseriscono in un quadro più ampio di politiche europee volte a garantire un'energia sicura, competitiva e accessibile per tutti, come evidenziato nella relazione sullo stato dell'Unione dell'energia 2024, pubblicata l'11 settembre 2024, che sottolinea i progressi compiuti dall'UE nella transizione verso l'energia pulita.
Guardando all’Italia, a luglio 2024 è stato pubblicato il testo definitivo del Piano Nazionale Integrato per l'Energia e il Clima (PNIEC), confermando l'obiettivo di raggiungere 131 GW di capacità da FER entro il 2030 e ridurre le emissioni totali di CO2 del 18% rispetto ai livelli del 2022. Tra l’altro, per la prima volta, il PNIEC ha introdotto l'energia nucleare nella strategia energetica di lungo periodo, prevedendo una capacità di 8 GW entro il 2050 in grado di coprire l'11% della domanda energetica nazionale. A giugno, il Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) ha emanato il Decreto FER 2 (D.M. 19 giugno 2024) per incentivare impianti a fonti rinnovabili innovativi o con costi elevati di esercizio, come quelli alimentati da biogas, geotermoelettrico ed eolico offshore. Il MASE ha successivamente pubblicato la nuova bozza del Decreto FER X Transitorio (D.L. 8 novembre 2021) volto a incentivare lo sviluppo di 17,65 GW di nuova capacità rinnovabile entro la fine del 2025, prevedendo incentivi ad accesso diretto per gli impianti di piccole dimensioni (<1 MW) con un contingente massimo di 3 GW, mentre i restanti 14,65 GW saranno assegnati tramite aste per impianti con potenza superiore a 1 MW. Il 2024 è stato inoltre contrassegnato dall’approvazione del Decreto CER (D.M. 7 dicembre 2023) che introduce le modalità di incentivazione per sostenere l’elettricità prodotta da Comunità energetiche rinnovabili e dall’autoconsumo diffuso in Italia.
Volendo fare un “bilancio energetico” per le FER nel 2024, emerge come la produzione da fonti rinnovabili in Italia abbia raggiunto quasi il 43% della domanda elettrica, superando i precedenti record storici con un aumento della capacità rinnovabile di 7,5 GW nel 2024 (fonte: Terna), in aumento del 29% rispetto al 2023. In particolare, nell’ultimo anno si è registrata una forte ripresa dell’idroelettrico che ha contribuito al 17% della domanda elettrica, in aumento del 45% rispetto all’anno precedente. Analizzando le fonti fossili, il 2024 è stato segnato da un calo drastico nella produzione elettrica da carbone, diminuita nei primi nove mesi di quasi il 75% rispetto al 2023 con l’utilizzo di questa fonte nel mix elettrico che è diminuito dal 9% a poco più dell’1% nell’ultimo decennio.
Variazione del mix elettrico tra FER e fonti fossili in Italia nell’ultimo decennio
Fonte: elaborazione TEHA Group su dati Terna, 2014 e 2024
Queste dinamiche si riflettono nella riduzione delle emissioni di CO2 del settore elettrico a livello nazionale, diminuite di oltre il 20% in media nei primi nove mesi dell’anno, ma con cali progressivamente più contenuti nei tre trimestri di riferimento (rispettivamente pari a -35%, -25%, -5%). A fronte della ripresa dei consumi di energia elettrica, il calo delle emissioni della generazione elettrica è ascrivibile principalmente al maggior contributo delle FER e al netto calo dell’impiego di carbone nella generazione elettrica, evidenziando segnali positivi in un contesto economico ancora complesso.
Nonostante tali progressi, tuttavia, il ritmo di crescita delle FER non è ancora sufficiente per raggiungere i target fissati al 2030. In questo senso, infatti, l’Italia dovrebbe installare fino a quasi 12 GW di capacità rinnovabile all’anno, il 60% in più rispetto al trend del 2024 e più del doppio rispetto al 2023.
Confronto tra il tasso di installazione annuo storico e il tasso annuo necessario al raggiungimento dei target in Italia al 2030 (GW), 2030
Fonte: elaborazione TEHA Group su dati Terna, 2024
Tuttavia, come abbiamo evidenziato nell’edizione 2024 del Forum annuale della piattaforma “Renewable Thinking”, il Think Tank sulle energie rinnovabili ideato da CVA in collaborazione con TEHA e con il patrocinio di Elettricità Futura, che si è svolto negli scorsi 5 e 6 luglio a Saint Vincent, la governance del sistema delle rinnovabili risulta oggi disarticolata. La messa a terra delle installazioni FER è condizionata dalle lungaggini negli iter autorizzativi, con ritardi nell’approvazione dei decreti necessari a sostenere il mercato che superano i 600 giorni, incertezza nel quadro regolatorio che rallenta gli investimenti e incoerenze tra misure emanate da diversi livelli istituzionali.
Infatti, nonostante il record di installato FER del 2024, la storia per il 2025 è tutta da scoprire. Secondo l’Osservatorio “Renewable Thinking”, la crescita dell’installato FER degli ultimi anni (con il record nel 2024) potrebbe esaurirsi a causa dei ritardi normativi, dell’eliminazione degli incentivi e della disarticolazione della governance sopracitata. Gli effetti negativi di questi rallentamenti, con conseguenze sulla pipeline di investimenti e progetti FER, potrebbero già vedersi nell’installato del prossimo anno.
Di conseguenza, per il 2025, l’auspicio è promuovere l’indipendenza e la resilienza del sistema elettrico nazionale, garantendo al contempo la stabilità nei prezzi e la sicurezza energetica. Si delineano dunque tre direzioni strategiche per lo sviluppo delle FER in Italia:
- Streamlining burocratico: con l’obiettivo di semplificare e uniformare i procedimenti autorizzativi, al fine di raggiungere gli obiettivi FER al 2030. Basti pensare, a titolo di esempio, che a fine 2023 risultavano bloccati 388 GW nei diversi step dell’iter autorizzativo. Razionalizzare e semplificare le procedure di autorizzazione, permetterebbe di velocizzare le installazioni annue e, conseguentemente, di raggiungere i target al 2030;
- Ottimizzazione del quadro regolatorio: con l’obiettivo di sbloccare gli investimenti e garantire la tutela degli impianti FER, che vanno considerati asset strategici per la sicurezza, l’autonomia e la decarbonizzazione del sistema energetico nazionale. Una continua incertezza nel quadro regolatorio può compromettere gli investimenti da parte degli operatori del settore, costituendo un rilevante ostacolo al raggiungimento dei target nazionali ed europei. Il quadro regolatorio dovrà inoltre favorire maggiormente lo sviluppo di soluzioni tecnologiche green innovative e a forte potenziale, come l’agrivoltaico, l’eolico offshore e l’energia geotermica, rafforzando al contempo le filiere strategiche nazionali;
- Maggiore produttività dell’installato FER: con l’obiettivo di ottimizzare il processo di connessione, potenziando l’infrastruttura di rete, per far fronte al mismatch tra area di produzione di energia elettrica da FER (principalmente al Centro-Sud) e area di consumo (principalmente al Nord) e la capacità di accumulo, dal momento che crescerà sempre di più il contributo delle fonti non programmabili sul mix energetico del Paese. In questo scenario, sarà fondamentale promuovere anche il ruolo dell’idroelettrico all’interno del mix energetico in grado di garantire una produzione baseload e salvaguardare la stabilità della rete elettrica italiana.