Stessi luoghi, stesse aziende, medesimi disastri: questo ha provocato, e continua a farlo, l’intensità delle piogge cadute nelle ultime settimane sull’Emilia-Romagna, 350 mm solo il 18 e 19 settembre scorso, sovrapponendosi alla drammatica situazione post alluvione del 2023 che ha già procurato danni per oltre 900 milioni di euro. L’agricoltura del territorio è ancora sott’acqua e laddove l’emergenza era rientrata, avendo risolto le criticità, adesso occorre ricominciare, letteralmente, da capo.  

Partendo dall’Emilia, nel bolognese il fiume Idice ha rotto poco più a valle, rispetto al maggio 2023, dove i lavori di ripristino sono tuttora in atto. L’area allagata a destra del fiume è quella dello scorso anno, in particolare nella zona di Selva Malvezzi. Il torrente Quaderna è esondato nella sponda destra provocando allagamenti in zona Fiorentina e Sant’Antonio. Anche il Sillaro ha rotto nella sponda sinistra nella zona di Castel Guelfo. E anche l’Appennino bolognese, e alcuni territori di Imola, non sono rimasti indenni da smottamenti e inondazioni.

Pure in Romagna la situazione è tragica e sta vivendo un déjà-vu con centri abitati come Cotignola, Bagnacavallo, Forlì e Faenza in seria difficoltà, anche a causa dell’ennesimo straripamento del fiume Montone. Argini e strade ripristinati sono, a questo punto, da rifare, con perdite ingenti di denaro e produzioni per il prossimo anno: pensiamo alle colture di barbabietole da zucchero e pomodoro da industria.

Insomma, anche questa è una annata da dimenticare, le imprese agricole chiedono di poter lavorare e i loro terreni non devono essere trattati come ‘casse di espansione’. Non lo sono e vanno risarciti adeguatamente. Sottolineo questo per aprire una parentesi riguardo la gestione degli indennizzi. Lo scorso anno ha avuto inizio Agricat, l’attività del Fondo Mutualistico contro le avversità catastrofali, e l’avvio è stato incandescente perché, purtroppo, tutti gli eventi coperti dal Fondo, che dispone di 350 milioni di euro annui, si sono di fatto verificati, compromettendo le produzioni agricole da Nord a Sud Italia. Ma non è tutto, quello che non ci aspettavamo sono i dinieghi generalizzati e incomprensibili ricevuti da tanti agricoltori. Abbiamo sollevato subito le nostre perplessità e protestato. Importante che ci sia stata, a seguire, un’ammissione di responsabilità, l’avvio di un Tavolo di confronto permanente con i Centri di Assistenza Agricola e che il ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare abbia voluto approfondire, sospendendo le Pec e dando input per un ricalcolo dei ristori. Agricat è uno strumento importantissimo, nato per avvicinare le aziende ad appropriate strategie di gestione del rischio e ridurre il gap tra territori rispetto alle coperture assicurative. Continueremo a difendere gli interessi degli agricoltori affinché le perizie siano tempestive, approfondite e complete.

Il punto è dirimente se guardiamo con lucidità alle crisi di natura climatica, energetica e geopolitica degli ultimi anni. Hanno esercitato una pressione sulla competitività del settore agricolo senza precedenti. Le conseguenze delle forti precipitazioni con carattere alluvionale, che sono seguite a lunghi periodi di siccità, che in Sicilia quest’anno ha fatto quasi 3 miliardi di danni, hanno eroso gli output produttivi degli agricoltori, e comparti strategici del Made in Italy alimentare in modo preoccupante, compromettendo ulteriormente la sostenibilità ambientale, economica e sociale dei territori. Nei casi in cui le produzioni riescono a tenere sul fronte quantitativo, spesso i prezzi corrisposti agli agricoltori sono insufficienti per assicurare loro un’adeguata sostenibilità economico-finanziaria. Due sono le direttrici necessarie, rimettere al centro delle politiche il reddito dei produttori e agevolare la transizione green dell’agricoltura senza, appunto, pregiudicare la tenuta delle imprese. In questo contesto, bisogna andare avanti con le Tea, Tecniche di evoluzione assistita, per piante sempre più resistenti ai cambiamenti climatici.

Nel frattempo, come Cia Emilia-Romagna siamo a supporto costante degli agricoltori colpiti dai continui fenomeni alluvionali ed esprimiamo la nostra vicinanza alle popolazioni colpite, con l’augurio che i lavori di ricostruzione continuino e che portino a un lavoro di potenziamento delle opere già avviate.