Le ultime settimane sono state decisive per favorire lo sviluppo di un sistema energetico più sostenibile, resiliente e decentralizzato. Il 24 gennaio scorso è, infatti, entrato in vigore il tanto atteso “Decreto CACER” - Decreto n. 414 del 7 dicembre 2023 del MASE - Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica - che stabilisce i requisiti per la costituzione delle CER - Comunità Energetiche Rinnovabili. Il 23 febbraio il MASE ha approvato, con decreto direttoriale, le Regole Operative che disciplinano le procedure per l'accesso ai sistemi incentivanti che, a partire dall’8 aprile, sono disponibili sul portale del GSE - Gestore dei Servizi Energetici.

Si è quindi completato in modo definitivo il quadro regolatorio che rende disponibili due distinte forme di sostegno: un incentivo in conto esercizio, attraverso una tariffa incentivante sull’energia rinnovabile prodotta e condivisa, e un contributo in conto capitale a fondo perduto (fino al 40% dei costi ammissibili), finanziato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza - PNRR e rivolto agli impianti realizzati nei Comuni con meno di 5.000 abitanti. I due benefici, tra loro cumulabili, mirano a favorire lo sviluppo di queste “configurazioni di comunità” che consentono una partecipazione attiva al mercato energetico, non solo come “consumers” o “producer”, ma anche come “prosumers”, attraverso cioè la promozione dell’autoconsumo e la condivisione virtuale di energia elettrica da fonti rinnovabili tra i diversi soggetti localizzati all’interno di un medesimo perimetro geografico, identificato dalla cabina primaria di riferimento.

Le imprese, insieme ai cittadini, alle autorità locali, agli enti religiosi, agli enti del terzo settore e ad altri stakeholder possono quindi diventare produttori e proprietari di impianti, capaci di generare valore economico, sociale e ambientale per il territorio di appartenenza. Per queste motivazioni le CER rappresentano un potenziale di innovazione per l’autonomia e la decentralizzazione del mercato energetico, per la decarbonizzazione e per la transizione ecologica del nostro Paese.

Per le imprese e per i distretti industriali la partecipazione alle CER può rappresentare un’opportunità importante per affrontare la “questione energetica”, individuando nelle configurazioni di comunità un’alternativa all’attuale quadro di approvvigionamento. Infatti, in primo luogo, esse consentono alle imprese di ricorrere a energie “pulite”, inesauribili in natura, non soggette al mutamento dei prezzi (a differenza delle fonti fossili) e in linea con le policy europee ed internazionali sempre più orientate a favorire una economia green. In secondo luogo, la partecipazione alle CER può rappresentare per le PMI un catalizzatore di innovazione e competitività, per le importanti connessioni con la tematica digitale, favorendo il consolidamento del nuovo paradigma “Industria 5.0” e incentivando un rinnovamento tecnologico del sistema produttivo (attraverso, ad esempio, sistemi di accumulo intelligenti, sensoristica IOT, piattaforme di sharing dell’energia con sistemi di intelligenza artificiale, ecc). Si tratta, infine, di interventi in linea con l’agenda politica ed economica mondiale.

Infatti, l'urgente necessità di ridurre le emissioni di gas serra e mitigare i cambiamenti climatici ha attribuito alla “questione energetica” crescente rilevanza a livello globale, facendola emergere come una delle sfide più pressanti del nostro tempo. Parallelamente, il contesto geopolitico mondiale, caratterizzato dai conflitti ucraino-russo e medio-orientale e dalle tensioni nel Mar Rosso, rende sempre più urgente la diversificazione delle fonti energetiche e la riduzione della dipendenza del nostro Paese, che produce circa 1/4 dell’energia elettrica di cui ha bisogno.  L'Unione Europea si è posta obiettivi ambiziosi attraverso il pacchetto "Fit for 55", che mira a ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 55% entro il 2030 e ad aumentare in modo significativo la quota di energie rinnovabili nel mix energetico. Il Green Deal Europeo, in particolare, rappresenta una strategia chiave per rendere l'Europa climaticamente neutra entro il 2050, promuovendo una trasformazione verso un'economia a zero emissioni di carbonio. Il nostro Paese, con il PNRR, ha destinato ingenti risorse per promuovere la sostenibilità e la decarbonizzazione nell’ambito della Missione 2 “Rivoluzione verde e transizione ecologica”, con un focus particolare sulle energie rinnovabili e sull'efficienza energetica. Le misure del PNRR rappresentano una risposta strutturale ad una maggiore indipendenza ed efficienza dei mercati, tramite lo sviluppo delle rinnovabili e dell’efficienza e risparmio energetico.

Restano tuttavia, ancora alcuni nodi da sciogliere per rendere i sistemi di condivisione un’alternativa valida per far fronte all’approvvigionamento energetico del nostro sistema produttivo. Innanzitutto, esistono ancora dei vincoli di natura normativa: nonostante sia aumentato il perimetro entro il quale è possibile costruire una CER (passando dalla cabina secondaria c.d. a “bassa tensione” a quella primaria c.d. a “media tensione”), permangono limitazioni riguardo alla potenza dei singoli impianti presenti in ciascuna configurazione (1 MW), rendendo poco appetibile la partecipazione alle configurazioni di aziende energivore e dei distretti industriali. Esistono poi problemi strutturali: sebbene le CER siano forme di condivisione “virtuale” dell’energia, non richiedendo la realizzazione di ulteriori sistemi di trasmissione, bisognerà investire nel potenziamento delle infrastrutture di accumulo e delle reti, rendendole capaci di sopportare i sempre più frequenti picchi di carico.  È, infine, indispensabile colmare i divari culturali che caratterizzano il nostro Paese, soprattutto se messo a confronto con i principali competitor europei, rendendolo capace di affrontare nuove sfide inevitabili nel terzo millennio. Per poter raggiungere tali finalità, sarà indispensabile accompagnare il nostro tessuto produttivo, caratterizzato da micro e piccole imprese, nel percorso di realizzazione di una CER, che prevede la costruzione di un nuovo soggetto giuridico, la definizione di regole chiare per favorire la partecipazione consapevole alle comunità e la possibilità di implementare servizi ancillari, con risvolti sociali – come ad esempio il contrasto alla povertà energetica - capaci di innescare processi di crescita per i territori di riferimento (in particolare per i piccoli borghi, per i territori montani, ecc.).

Proprio per raggiungere queste finalità, Unioncamere - con l’assistenza di Dintec – ha avviato negli ultimi anni una serie di attività e servizi di assistenza alle imprese, che hanno coinvolto tutte le Camere di commercio:

-          oltre 100 eventi informativi per le imprese e gli stakeholder territoriali;

-          più di 90 desk di confronto con esperti sul tema delle CER, dell’efficientamento e del risparmio energetico e degli incentivi per la transizione green;

-          più di 20 Tavoli di progettazione territoriale avviati con gli stakeholder locali.

Alla luce del quadro normativo ormai definitivo, il Sistema Camerale – anche insieme al sistema associativo - potrà svolgere un ruolo ancora più incisivo nella diffusione della conoscenza delle CER e dei meccanismi di incentivazione previsti. A tal riguardo, il 26 febbraio è partito da Bologna il giro d’Italia delle CER “ INSIEMENERGIA - Le comunità energetiche rinnovabili per il territorio”, organizzato dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, con  Unioncamere e con il GSE con l’obiettivo di far conoscere alle imprese e agli stakeholder locali i passi da realizzare per avviare un percorso concreto verso la transizione energetica. L’iniziativa, articolata in 21 appuntamenti in programma in ogni regione e provincia autonoma italiana, consentirà di incontrare numerosi imprenditori, professionisti e rappresentanti delle amministrazioni locali con l’obiettivo di diffondere la conoscenza e favorire la partecipazione a queste “configurazioni di comunità”.