La rotta del Mar Rosso dedicata al transito delle metaniere sta diventando sempre più incerta, dopo che il Qatar, confermatosi l’anno scorso il principale utilizzatore di questa rotta per i carichi di GNL, ha sospeso l’invio delle sue navi. Nel fine settimana del 13 e 14 gennaio, il produttore mediorientale ha fermato le navi che attraversavano il Mar Rosso attraverso lo stretto di Bab al-Mandab, in mezzo al mare. Tre petroliere cariche che si dirigevano a ovest verso l'Europa, invece, si sono fermate ad aspettare in Oman: Al Ghariya, Al Huwaila e Al Nuaman. Nel mezzo del Mar Rosso stop anche per una zavorra vuota che rientrava in Qatar: la Al Rekayyat. La pausa nelle spedizioni provenienti dall’emirato fa seguito ai contrattacchi del Regno Unito e degli Stati Uniti contro i combattenti Houthi lanciati il 12 gennaio.

Fino allo scorso fine settimana, la situazione era diversa. Nella prima metà di gennaio, la maggior parte delle metaniere ha evitato il Mar Rosso. L'ultima nave cisterna statunitense ad attraversare questa striscia di mare, per esempio, è stata la Flex Volunteer che dagli Stati Uniti era diretta al Pakistan. Dopo aver attraversato il Canale di Suez a fine dicembre, il 3 gennaio aveva oltrepassato lo stretto di Bab al-Mandab. Da allora nessuna metaniera a stelle e strisce ha utilizzato questo percorso: gli USA, infatti, per quanto frequentatori assidui di questa rotta, per consegnare i carichi ad est hanno circumnavigato l’Africa, allungando il tragitto di appena uno/due giorni, con un impatto sugli affari relativamente contenuto. Al contrario, nel medesimo periodo, i due principali esportatori che utilizzano questa rotta, ovvero Qatar e Russia, hanno continuato a percorrerla regolarmente.

Rotta delle metaniere USA verso l’Asia

Fonte: ICIS LNG Edge

 Poi la scelta del Qatar di sospendere il transito per ragioni di sicurezza. In questo caso però, una tale decisione ha delle implicazioni molto più pesanti, perché decidere di evitare il Canale di Suez e inviare merci attraverso il Capo di Buona Speranza raddoppierebbe i tempi di viaggio per le forniture di gas ai clienti europei, tra cui Italia, Belgio e Regno Unito. A titolo di esempio: calcoliamo che circumnavigando l’Africa ci vorrebbero circa 29 giorni affinché una metaniera qatarina arrivi al rigassificatore di Rovigo in Italia, rispetto ai soli 13 giorni impiegati attraversando il Canale di Suez.

 

Rotta delle metaniere dal Qatar verso l’Europa

Fonte: ICIS LNG Edge

Qualche dato ci restituisce una fotografia del momento: secondo ICIS LNG Edge, che tiene traccia dei movimenti delle navi GNL in tutto il mondo, mediamente ogni mese, attraversano il Mar Rosso circa 30-40 metaniere.

Di queste, buona parte battono bandiera del Qatar che, come detto, utilizza questa rotta per inviare carichi di GNL in Europa e far tornare le navi di zavorra vuote per caricare nuovamente. Seguono, quelle degli USA, che spesso utilizzano il canale anche per trasportare merci in Asia. Una rotta che negli anni ha acquisto sempre più importanza a causa del congestionamento del Canale di Panama e della siccità che ne ha ridotto i livelli dell’acqua. Altro importante esportatore che transita da queste parti è la Russia, con i carichi provenienti soprattutto dall’impianto di Yamal LNG che si dirigono spesso a sud attraverso il Mar Rosso per consegnare ai clienti in Cina.

 

Numero di metaniere che attraversano il Canale di Suez per paese di origine

Per gennaio 2024 i dati sono aggiornati al 12/01

 Fonte: ICIS LNG Edge

Come si evince dal grafico, a dicembre, il numero di navi transitanti per il Canale di Panama è stato abbastanza elevato e in linea con i mesi precedenti. Infatti, se è vero che nell’ultimo mese del 2023, alcune navi hanno evitato il Canale di Suez per ragioni di sicurezza,  è altrettanto vero che sono aumentati i carichi statunitensi diretti  verso l'Asia, che hanno scelto questa rotta a causa di prezzi del gas in Asia a premio su quelli europei e della congestione del Canale di Panama. Ad esempio, i carichi statunitensi sulla Grace Emilia diretta in India, sulla Energy Innovator diretta in Giappone e sulla Cool Voyager diretta al Bangladesh hanno attraversato lo stretto di Bab al-Mandab intorno al 24-26 dicembre, così come un carico egiziano sulla Adam LNG diretta in Cina.

Nel periodo compreso tra l’1 e il 12 gennaio 2024, invece, solo cinque navi cisterna cariche di GNL hanno attraversato il Canale di Suez,  tutte provenienti da Qatar o da Russia. Il che fa pensare che su base mensile, a gennaio, il numero di carichi transitanti per questa striscia di mare non superi le 13 unità, in flessione rispetto alla media. Al contrario, come si evince dalle due mappe seguenti, sono in crescita le metaniere che percorrono la rotta verso sud intorno all’Africa dagli Stati Uniti all’Asia.

 

Traffico delle navi metaniere a gennaio 2024 vs novembre 2023

Gennaio 2024                                                                         Novembre 2023

In verde le navi cariche, in rosso quelle vuote

Fonte: ICIS LNG Edge

Se all’inizio della crisi nel Mar Rosso, la situazione sembrava complessivamente sotto controllo e dall’impatto minimizzato, ora che il Qatar ha sospeso i carichi, l’incertezza è montante e le implicazioni per i clienti del gas potrebbe essere maggiori. I mercati spot del gas europei, al momento, non paiono particolarmente preoccupati: i prezzi spot presso l’hub europeo del gas TTF nella giornata di lunedì 15 gennaio sono risultati addirittura in calo sulla rilevazione precedente, con i trader rassicurati dagli elevati livelli di stoccaggio e da una stagione invernale prevalentemente mite che riduce la domanda. Di fatto, ad eccezione dello stop del transito delle nave qatarine, ancora non si è registrato alcun ammanco lato offerta, ma al massimo qualche ritardo nella consegna. Pertanto se il Qatar decidesse di riprendere al più presto le spedizioni, in assenza di fattori non prevedibili oggi, la pressione al ribasso potrebbe continuare; al contrario se l’interruzione dovesse protrarsi nel tempo, non è da escludere un effetto rialzista sui prezzi.

La traduzione in italiano è stata curata dalla redazione di RiEnergia. La versione inglese di questo articolo è disponibile qui