Ancora una volta il tema dell’eccellenza operativa della filiera energetica è fra gli argomenti che verranno dibattuti all’ OMC di Ravenna del prossimo 23-25 maggio. Un tema caro all’Italia che vanta un expertise e un comparto industriale di prestigio. Del comparto, dei punti di forza e delle prospettive future, ne abbiamo parlato con l’Ing. Oscar Guerra, ad della Rosetti Marino, player importante della filiera con esperienza pluridecennale in Italia e in varie altre parti del mondo.

Il settore dei servizi all'Oil&Gas sta cambiando pelle: sta evolvendo attraverso una crescente diversificazione verso il settore delle rinnovabili e della carbon neutrality. Quali sinergie è possibile e anzi è conveniente sfruttare? Come si sta muovendo Rosetti Marino in questa ottica?

La sinergia fra i vari comparti dell’energia è massima e non esistono compartimenti stagni. Molte delle competenze maturate nell’Oil&Gas sono indispensabili per lo sviluppo sia di alcune fonti rinnovabili e sia per la carbon neutrality, che per Rosetti Marino significa in particolare gli impianti de-Flaring e quelli per la Cattura e lo Stoccaggio della CO2.  La nostra azienda realizza da più di 60 anni impianti offshore (piattaforme) per il gas ed il petrolio, e negli ultimi anni è entrata anche nel settore delle sottostazioni elettriche (sempre piattaforme) per l’eolico offshore grazie alle competenze acquisite nell’Oil&Gas. Sempre in ambito “rinnovabili”, le nostre competenze ingegneristiche e realizzative ci hanno permesso di acquisire rapidamente una posizione leader in Italia nella realizzazione di impianti di upgrading per la generazione di Biometano. Ma una situazione analoga si vede anche nel campo della carbon neutrality,  le sinergie sono notevoli, basti pensare agli impianti di de-flaring offshore o quelli per quelli della cattura e stoccaggio della CO2, e praticamente tutte le competenze e le infrastrutture necessarie le abbiamo già in casa.

Rosetti Marino è un esempio di eccellenza italiana nell’O&G e non solo. È a capo, infatti, di un Gruppo di società che fornisce servizi EPC(I) per l’industria “Energy” non solo in Italia ma anche in altre aree geografiche di maggiore interesse. Quale è l’expertise dell’impresa e cosa vuol dire operare in un comparto ancora così strategico come O&G?

L’expertise di Rosetti Marino muove da decenni di esperienza prima nell’O&G di Ravenna per lo sfruttamento delle risorse dell’Adriatico (negli anni 60 sono stati scoperti i primi giacimenti gas), poi nel Mediterraneo, poi in Africa Occidentale e nel Mare del Nord, sempre lavorando da Ravenna. Nei decenni ci eravamo quindi confrontati con ambienti e clienti molto diversi fra loro, che però richiedevano una competenza tecnica similare. Ed era proprio questa competenza il nodo fondamentale. A metà degli anni 90 ci siamo quindi decisi ad ampliare il raggio di azione, iniziando a costruire anche all’estero, soprattutto in aree molto lontane, sia per sopperire ai costi di trasporto proibitivi e sia per soddisfare le aspettative di local content che i Paesi di destinazione dei nostri impianti ci chiedevano. Oggi seguiamo una serie di mercati esteri grazie alla nostra presenza nel Mar Caspio, nel Golfo Arabico, nel Golfo di Guinea e abbiamo partnership nel Mare del Nord.

In merito al settore dell’Energy, va ricordato che questo ha sofferto moltissimo nel quinquennio 2017-2021, perché un approccio internazionale decisamente miope aveva di fatto bloccato quasi tutti gli investimenti nell’ambito dell’energia. Oggi, invece, la situazione si è completamente invertita a causa del conflitto in Ucraina e della maggiore sensibilità verso i cambiamenti climatici, tanto che le richieste che ci arrivano sono decisamente superiori alla nostre capacità realizzative. Stiamo cercando di attrezzarci per rispondere alla domanda, ma non è sempre semplice e immediato, essendo il nostro un settore nel quale le risorse umane e strumentali non si creano dall’oggi al domani. Le competenze tecniche nel mondo dell’energia sono molto elevate, per cui, oltre al nostro impegno, che è già massimo, avremmo bisogno di una maggiore stabilità e di un supporto della politica per sostenere progetti strategici di medio e lungo termine dei quali l’Italia avrebbe particolarmente bisogno.

Rosetti Marino è un importante player internazionale ma con radici ben fondate in Italia, e in particolare nel distretto ravennate. Cosa ritenete che la politica debba fare per rilanciare l'indotto energetico italiano, specie quella della componentistica e dei servizi che sono bacino di eccellenza da salvaguardare?

Va evidenziato innanzitutto che Ravenna riveste un ruolo di importanza strategica che è fondamentale per l’Italia. E il fatto di ospitare da decenni una manifestazione come OMC - MED Energy Conference, che da 30 anni movimenta autorità, persone , player industriali, imprese chiave etc. … è sintomo della vivacità e della propensione della città nei confronti dell’Energia. Un’importanza che però la politica pare non aver ancora compreso, eccezion fatta per l’amministrazione locale della città e della Provincia, che però è un caso unico in Italia. Basti pensare all’approccio che Ravenna ha avuto nei confronti del rigassificatore, ma per capire l’importanza che questa città ricopre per il nostro Paese si deve comprendere che a Ravenna si pianifica la realizzazione del più grande parco di energia rinnovabile offshore di Italia e del primo e più importante parco di cattura e stoccaggio della CO2 del Mediterraneo e del Sud Europa.

Nonostante questo, sull’elemento che ha generato la nostra cultura energetica, il gas naturale dell’Adriatico, si continuano a perpetrare scelte poco razionali. Sembra paradossale che a Ravenna si andrà a collocare un rigassificatore, che importa GNL da migliaia di km di distanza, quando nel sottosuolo ci sono ancora significative riserve di gas nostrano che potrebbero essere sfruttate con minor impatto ambientale  (le emissioni relative al trasporto del GNL su lunghe distanze sono maggiori di quelle prodotte sfruttando in loco il gas) e con evidenti vantaggi per l’economia e per l’occupazione locale.

La politica italiana dovrebbe favorire e sostenere lo sviluppo di progetti strategici come questi, nel massimo interesse della nostra nazione e dell’Europa. 

Un altro ambito su cui la politica dovrebbe intervenire per favorire la nostra filiera, è quello della formazione. Io non contesto la qualità della formazione che l’Italia è in grado di offrire, anzi, ma bensì la scarsa attrattività che nel Paese si riserva agli studi tecnici ed ingegneristici. È un po’ come per medici ed infermieri, la qualità delle nostre persone è molto buona: semplicemente ne servirebbero di più. Il Gruppo Rosetti Marino ha circa 700 dipendenti in Italia ed altrettanti all’estero, inoltre coinvolgiamo nelle attività un indotto ben strutturato, per complessivi 4.000 lavoratori. Circa il 50% dei nostri dipendenti è laureato e tre quarti di questi sono ingegneri; dei non laureati, moltissimi sono periti tecnici. Proponiamo posizioni di alta qualità e tuttavia fatichiamo a trovare personale qualificato, anche giovane. Ritengo che ciò avvenga anche perché la politica in Italia non spinge a sufficienza nell’orientamento dei giovani verso lo studio degli indirizzi tecnici, al contrario di quello che accade ad esempio in Germania. Credo che la politica dovrebbe spingere i giovani verso prospettive di lavoro di qualità e sostenibili, come quelle che ruotano intorno al mondo dell’energia, e distaccarsi dall’atteggiamento persecutorio verso settori come l’Oil&Gas, ingiustamente additato come “inquinante”, che per alcuni anni ha allontanato i giovani da aziende come Rosetti Marino. 

In conclusione, alla politica chiederei, da un lato di sostenere i progetti - strategici per il nostro Paese - che Ravenna sta cercando di far partire, e dall’altro di agire sui giovani per motivarli ad orientarsi verso il nostro settore.

Come si immagina la Rosetti Marino tra dieci anni?

La immagino in buona salute, innanzitutto, perché sono convinto che gli ambiti su cui stiamo già lavorando oggi, lavorando abbiano una prospettiva temporale che ha almeno 10 anni. E poi immagino Rosetti Marino come molto più diversificata ed ancora più internazionale. Oggi operiamo nelle rinnovabili e nella carbon neutrality solo in Italia, ma - così come successo per l’Oil&Gas - spero che possiamo espanderci in questi settori anche all’estero. Credo che nei prossimi anni il nostro portafoglio di prodotti e servizi sarà molto più spostato verso questi settori “green”: se oggi cubano intorno al 10% del fatturato, nei prossimi anni arriveremo a circa il 50%. E la stima non va oltre il 50%, in ragione dell’importanza che il gas naturale continuerà a rivestire nei prossimi anni e della necessità di nuovi impianti per la sua produzione.