Non c’è più tempo; in Italia la povertà energetica sta velocemente crescendo, a causa sia dei prezzi sia della carenza di gas. I Cittadini, le Imprese e anche le Istituzioni hanno estremo e urgente bisogno di elettricità a basso costo. Elettricità Futura, che rappresenta oltre il 70% del mercato elettrico italiano, rivolge un Appello urgente ai Governatori delle Regioni e ai Sindaci dei Comuni d’Italia per chiedere di contribuire a risolvere l’emergenza energetica autorizzando velocemente le numerose richieste di costruzione di nuovi impianti rinnovabili. Le Regioni e i Comuni possono fare la differenza e hanno la responsabilità di farlo, permettendo un rapido aumento della produzione di elettricità rinnovabile. L’energia elettrica rinnovabile è l’unica che l’Italia può produrre in poco tempo, a basso costo, e in abbondanza con risorse nazionali. Infatti, da quando un impianto rinnovabile viene autorizzato può iniziare a produrre energia elettrica anche in pochi mesi. Già a ottobre 2021, Elettricità Futura aveva rivolto un Appello al Governo e alle Regioni sollecitando un’accelerazione nel rilascio dei permessi e sottolineando che l’obiettivo regionale rinnovabili è una straordinaria opportunità per l’economia e l’occupazione. Allora era un’opportunità, oggi è anche e soprattutto una necessità.
La situazione è gravissima. Il Governo ha già stanziato circa 70 miliardi di euro per tamponare l’emergenza caro gas. Il settore elettrico italiano ritiene che le Regioni e i Comuni possano contribuire con un deciso cambio di passo rispetto al passato, accelerando il rilascio delle autorizzazioni per impianti rinnovabili per almeno 10 GW all’anno, target peraltro coerente con gli impegni di decarbonizzazione dell’Italia. Più rinnovabili una Regione e un Comune autorizzeranno, maggiori saranno i benefici locali.
Realizzando 10 GW all’anno di rinnovabili da qui al 2030, si possono creare benefici economici per il sistema Paese pari a 40 miliardi di euro all’anno, ovvero 345 miliardi di euro al 2030 e 500.000 nuovi posti di lavoro, come dimostra lo studio “La filiera italiana delle tecnologie per le energie rinnovabili e smart verso il 2030” condotto da Althesys con il contributo scientifico di Enel Foundation, presentato in anteprima all’Assemblea pubblica di Elettricità Futura a fine giugno 2022.
L’Italia ha una filiera nazionale delle rinnovabili che è competitiva a livello mondiale. Secondo uno studio di Intesa Sanpaolo, siamo il sesto Paese esportatore di tecnologie rinnovabili nel mondo, e saliamo al quarto posto della classifica globale per alcuni componenti eolici. Negli ultimi 10 anni il saldo commerciale import – export dell'Italia nelle tecnologie rinnovabili è stato sempre positivo, e negli ultimi cinque anni abbiamo esportato tecnologie rinnovabili per circa 5 miliardi di euro. La nostra industria rinnovabile si è dimostrata tra i settori più resilienti a shock esterni. Durante i periodi di lockdown conseguenti alla pandemia Covid, il totale del comparto manufatturiero italiano ha perso il 10% delle esportazioni. Il settore nazionale della componentistica per le rinnovabili ha perso poco più del 2% dell’export.
Potremmo fare meglio all’estero, ma dove davvero dobbiamo fare di più e in Italia, permettendo alle nostre industrie di crescere. Infatti, oltre ad essere competitive all’estero, le imprese della filiera rinnovabile sono vere e proprie eccellenze nazionali, ed Elettricità Futura rappresenta più di 500 di queste imprese che investono e creano posti di lavoro in Italia.
Il Piano 2030 di sviluppo del settore elettrico prevede di raggiungere l’84% di rinnovabili nel mix elettrico rispetto all’attuale 38%. Nell’ultimo decennio in Italia, la media delle nuove installazioni rinnovabili è stata di circa 1 GW all’anno, mentre avremmo potuto, e dovuto, fare 10 volte di più.
Bisognerà quindi lavorare 10 volte tanto per autorizzare gli impianti necessari. Gli Uffici pubblici sono in affanno, quindi è urgente e di fondamentale importanza rafforzare le strutture responsabili degli iter autorizzativi. Assumere nuovo personale quindi, ma anche diffondere nuove competenze. È una necessità che apre anche la grande opportunità di formare e dare lavoro a tante persone.