L’attuale contesto geopolitico ha evidenziato i limiti del sistema energetico europeo e del nostro Paese, mostrando la sua eccessiva dipendenza da approvvigionamenti esterni, in particolare di gas naturale.
In Italia, infatti, il gas rappresenta la fonte di energia primaria più utilizzata: ricopre il 40% circa del nostro fabbisogno energetico, e ne importiamo più di 70 miliardi di metri cubi all’anno da un numero limitato di Paesi fra cui, naturalmente, la Russia. Anche solo limitandoci al settore della produzione di elettricità, il gas ne rappresenta da solo circa la metà, e da questo derivano le evidenti conseguenze sul costo finale dell’energia che stiamo sperimentando da un anno a questa parte.
In questo contesto appare quindi necessario dare un ulteriore impulso a una transizione energetica che sia sostenibile per l’ambiente, per l’economia e per la sicurezza energetica del nostro Paese e che non può prescindere quindi dall’utilizzo di risorse energetiche rinnovabili di cui il nostro paese è estremamente ricco. Tale esigenza è diventata di primaria importanza per la stessa Europa, che ha varato il nuovo Piano Europeo RePoweEU che Enel, insieme altri componenti di Elettricità Futura - la principale associazione del mondo elettrico italiano - ha abbracciato rimarcando la necessità di accelerare sullo sviluppo di nuovi impianti rinnovabili con l’obiettivo di installarne 85 GW entro il 2030.
Questo obiettivo, ambizioso e raggiungibile, contribuirebbe in maniera determinante alla sicurezza energetica del Paese in quanto consentirebbe, da solo, di risparmiare fino a circa 30 miliardi di metri cubi di gas all’anno – paragonabile a quanto abbiamo importato dalla Russia nel 2021 - con benefici significativi sul costo dell’energia per tutti i consumatori.
Per rendersi conto di come le rinnovabili siano uno strumento di risparmio economico, però, non bisogna attendere il 2030, in quanto è una realtà consolidata già oggi. È significativo riportare, infatti, che nei primi 8 mesi del 2022 in Italia siano stati installati più di 1.400 MW di pannelli fotovoltaici, quasi il triplo rispetto a quanto fatto nello stesso periodo del 2021, in larga parte impianti di piccola taglia installati da clienti residenziali o piccole medie imprese che hanno visto nella possibilità di autoprodurre energia elettrica una via di abbattere i costi legati al caro energia.
Come Enel, già da tempo cerchiamo di veicolare benefici tangibili per la collettività e le comunità locali anche per progetti rinnovabili di più ampia taglia. È il caso ad esempio di Scelta Rinnovabile, un crowdfunding proposto da Enel Green Power come forma di finanziamento per sostenere la costruzione di impianti rinnovabili dedicato ai cittadini residenti dei Comuni interessati e di quelli limitrofi. Si tratta di un finanziamento remunerativo attraverso il quale chi partecipa può beneficiare di un rendimento economico duraturo nel tempo permettendo pertanto di condividere con il territorio i benefici derivanti dallo sviluppo locale di rinnovabili. Ad oggi, abbiamo già avuto tre iniziative di gran successo che hanno interessato parchi solari ad Augusta, Casei Gerola e Malvezzi dove sono stati raccolti più di 500.000 euro di finanziamento da parte delle comunità locali che godranno di un rendimento annuo del 5,50% per tre anni.
La transizione rinnovabile rappresenta anche un’incredibile opportunità di rilancio industriale e sociale del Paese considerando che, secondo le stime di Elettricità futura, comporterà più di 300 miliardi di investimenti cumulati al 2030 nel settore elettrico e nella filiera industriale con la creazione di circa 470.000 nuovi posti di lavoro. Ne è un esempio il progetto TANGO (iTAliAN pv GigafactOry) che porterà la fabbrica catanese di pannelli fotovoltaici di Enel Green Power ad aumentare di 15 volte la capacità di produzione (fino a 3.000 MW/anno), a sviluppare una nuova tecnologia più efficiente di celle fotovoltaiche e a creare mille nuovi posti di lavoro indiretti e indiretti.
L’impegno, però, non si ferma a Catania ma è diffuso su tutta la penisola. A Brindisi, ad esempio, dove Enel possiede una delle ultime centrali a carbone italiane la cui chiusura è prevista entro il 2025, due aziende collaboreranno con l’utility italiana per sviluppare tecnologie innovative al servizio della transizione, con importanti ricadute occupazionali locali, sia nel campo di nuove tecnologie per la produzione eolica sia in ottica di economia circolare e di innovazione nel campo della produzione solare.
Se prima della crisi ucraina la transizione energetica poteva sembrare un argomento per specialisti, discusso soprattutto in tavoli tecnici per “addetti ai lavori”, ora la necessità di cambiamento è avvertita da tutti, a partire da famiglie e imprese. È sempre più urgente dare risposte che portino, insieme, benefici ambientali, economici e sociali. La buona notizia è che la soluzione c’è: quello che bisogna fare è accelerare in direzione di un modello energetico più sostenibile, lavorando con gli attori coinvolti per far sì che il cambiamento sia rapido e che le sue ricadute positive siano condivise da tutti.