Per raggiungere gli sfidanti obiettivi legati al processo di transizione energetica è necessario ed auspicabile un ricorso sempre più massivo a tecnologie che consentano di produrre energia senza emissioni climalteranti. È il caso dei pannelli fotovoltaici, delle centrali eoliche o degli accumuli elettrochimici, per i quali, nel giro di pochi anni, è prevedibile attendersi un consistente aumento della richiesta non solo in Italia, ma anche in Europa e nel resto del mondo. Ad esempio, secondo le stime dello scenario Sustainable Development Scenario” del World Energy Outlook 2021 dell’AIE verranno costruiti nei prossimi 20 anni nuovi impianti fotovoltaici per una capacità addizionale di circa 6,7 TW (fino a 10 volte la capacità attuale installata). In Italia, se si considerano gli ultimi scenari pubblicati da Elettricità Futura, in relazione a quanto previsto dal Piano REPowerEU a livello nazionale, è prevista una crescita della capacità rinnovabile di circa 85 GW al 2030, di cui quasi 60 GW di fotovoltaico.
Considerando l'attuale struttura della supply chain, si stima che gli investimenti associati alla produzione di questi pannelli fotovoltaici verrebbero pianificati ed erogati quasi esclusivamente da produttori cinesi, che, ad oggi, detengono oltre il 75% del mercato. Risulta quindi fondamentale sviluppare una filiera industriale di sviluppo e ricerca della tecnologia in Italia - e in Europa - per assicurare che una parte significativa degli investimenti previsti abbia una ricaduta locale, con impatti socioeconomici positivi per tutto il Paese.
In questo senso Enel Green Power, uno dei leader nella produzione di energia verde in Italia con 14.600 MW di capacità rinnovabile installata, ha da diversi anni iniziato a investire anche in progetti funzionali allo sviluppo industriale delle tecnologie della transizione in Italia.
Dal 2011 è presente, ad esempio, nel business manufatturiero di pannelli fotovoltaici tramite la fabbrica 3Sun: situata a Catania, rappresenta già uno dei più grandi e avanzati centri di produzione di celle e moduli fotovoltaici in Europa con una produzione di circa 200 MWp/anno di pannelli realizzati con la tecnologia HJT, che garantisce performance superiori rispetto a quelle convenzionali come testimoniato dal record mondiale di efficienza del 24,63% ottenuto nel 2020. Nei prossimi anni è previsto un ampliamento della fabbrica che consentirà di aumentarne la capacità produttiva in maniera significativa e di sviluppare celle tecnologicamente sempre più avanzate. È il progetto TANGO (iTaliAN pv Giga factOry), frutto dell’accordo di finanziamento agevolato a fondo perduto firmato da Enel Green Power e Commissione Europea: un investimento da 600 milioni di euro (di cui 118 da parte dell’UE) che porterà 3Sun a raddoppiare la sua produzione di pannelli già entro il prossimo anno, e ad arrivare nel secondo semestre del 2024 a una piena capacità di produttiva di ben 3 GWp/anno. Grazie a questo progetto la Gigafactory sarebbe in grado di soddisfare, da sola, circa il 30% della domanda di pannelli in Italia negli anni a venire. Per avere un’idea dei benefici ambientali associati, per ogni GW di pannelli prodotti e installati si possono generare fino a circa 1,8 TWh/anno di energia elettrica rinnovabile con un conseguente risparmio annuo di più di 8 milioni di tonnellate di CO2 e di circa 400 milioni di metri cubi di gas.
Dal 2025 è inoltre prevista la finalizzazione dello sviluppo di una nuova configurazione di cella fotovoltaica denominata “Tandem” che consentirà di costruire pannelli in grado di superare l’efficienza del 30%, e dal processo di degradazione molto più lento rispetto agli attuali. Queste maggiori performance, unite a una generazione di elettricità in Italia meno carbon-intensive rispetto alla Cina, contribuiranno a ridurre l’impronta ambientale della filiera con una riduzione del 20% delle emissioni di CO2 per ogni singolo modulo prodotto rispetto ad oggi. Il progetto rappresenta una grande opportunità di rilancio delle professionalità, sia in ottica nazionale che per la Sicilia: basti pensare che, per rimanere alla sola sfera occupazionale, per il funzionamento e la conduzione della fabbrica si prevede la creazione di circa 1.000 nuovi posti di lavoro entro il 2024.
Le sinergie di Enel con i progetti industriali, tuttavia, non si fermano alla Gigafactory. In armonia con la sua strategia di riqualificazione e valorizzazione dei siti attualmente occupati dalle centrali termoelettriche in dismissione, il Gruppo ha già avviato ulteriori nuove iniziative imprenditoriali legate alla transizione. È il caso di Montalto di Castro, storica centrale nel Lazio, dove, tramite un contratto di utilizzo, Enel ha messo a disposizione in locazione un’area non più usata del sito ad un’impresa locale che avvierà una propria produzione di tracker solari - dispositivi che permettono ai pannelli fotovoltaici di orientarsi e seguire il sole nel corso della giornata - generando occupazione e valore a livello locale. A regime, la fabbrica produrrà tracker completamente italiani per supportare una produzione energetica da fotovoltaico fino a 1 GW all’anno e impegnerà fino a 70 lavoratori, al massimo della produzione, generando quindi anche una potenziale opportunità per il reimpiego del personale proveniente dall’indotto degli impianti termoelettrici nell’alto Lazio. Del resto il processo di riqualificazione industriale del sito va di pari passo con quello sociale e culturale, che Enel supporta e continuerà a supportare anche con la creazione del TECCC, Centro di Cultura e Conoscenza della Transizione Energetica: una superficie di oltre 5.000 mq che accoglierà il Museo della Transizione energetica e altri 15.000 mq di spazi espositivi e presidi culturali. Ed è proprio l’accrescimento di questa consapevolezza, secondo cui le prospettive economiche possono e devono prendere forma non solo grazie all’indispensabile progresso tecnologico ma anche con la salvaguardia dei contesti locali e delle loro peculiarità - sia sotto il punto di vista occupazionale che in ottica culturale - , che ci incoraggia a proseguire su questa traiettoria e a mettere in cantiere iniziative analoghe: nella convinzione che il percorso che abbiamo scelto ormai diversi anni fa, quello che fa di sostenibilità e valore condiviso le bussole imprescindibili per orientare il Paese sulla via di uno sviluppo industriale fiorente e al contempo rispettoso dell’ambiente, sia non un’opzione tra le altre ma l’unica possibile.