Il REPowerEU, il piano europeo pensato per ridurre rapidamente la dipendenza dai combustibili fossili russi, conferma la strategia delle istituzioni comunitarie in materia di energia. Una strategia che ha come obiettivo finale raggiungere la piena decarbonizzazione dell’economia. Quali sono i punti vincenti di questa strategia? Ne abbiamo con Jan Rosenow Direttore dell’European Program al Regulatory Assistance Project.
Quali sono i principali aspetti da segnalare del pacchetto REPowerEU e quali i punti a cui il legislatore europeo ha dato maggior enfasi?
I principali ingredienti di un qualsiasi piano per la transizione verso energie pulite sono l’efficienza energetica, la quale riduce la domanda totale di energia e aumenta la flessibilità del sistema, e l’energia sostenibile. Le proposte incluse in REPowerEU contengono entrambe le politiche. Da una parte si propone l’aumento del target in tema di efficientamento, che dal 9% del consumo energetico europeo al 2030, previsto nella Energy Efficiency Directive, passa al 13% rispetto allo scenario base previsto dalla stessa Commissione. Allo stesso tempo Bruxelles ha innalzato l’asticella per l’energia rinnovabile puntando al raggiungimento di un 45% dei consumi finali entro il 2030, il 5% in più rispetto a quanto previsto lo scorso anno. Questo incremento si tradurrebbe in 1.236 GW di capacità da fonti rinnovabili, da comparare con i 1.067GW inclusi nel programma Fit For 55. Un aumento di capacità ottenibile grazie ad un maggior apporto del solare. Le proposte della Commissione su questo tema sono in linea con la tesi secondo cui l’accelerazione dell’istallazione di energia rinnovabile ridurrà i prezzi dell’elettricità e conseguentemente anche le importazioni di idrocarburi. Altre misure specifiche per diminuire l’utilizzo di gas per il riscaldamento includono anche il phase-out dei sussidi per i sistemi di riscaldamento entro il 2025, standard minimi di performance energetica maggiormente ambiziosi, e la proposta di utilizzare la Ecodesign Directive per mettere al bando sistemi di riscaldamento alimentati con idrocarburi entro il 2029. Per fare ciò, il co-legislatore deve approvare questa tipologia di interventi sul mercato. In breve, REPowerEU include proposte concrete per facilitare l’accelerazione verso energie pulite e accrescere l’indipendenza energetica europea.
Quale è la relazione fra gli obiettivi di efficientamento energetico di REPowerEU e le importazioni di gas naturale dalla Russia?
L’impatto che le misure previste da REPowerEU avranno sulle importazioni di gas dalla Russia è significativo. La riduzione generalizzata della domanda di gas ammonta a circa il doppio dei volumi attuali importati dalla Russia. Circa l’80% del taglio della domanda è raggiunto grazie a misure che aumentano l’utilizzo di energie alternative, incluse rinnovabili, efficientamento ed elettrificazione. È nella logica del piano dare pieno supporto al processo di decarbonizzazione: il 30% degli investimenti andrà alle rinnovabili, il 34% all’efficienza energetica e le pompe di calore, e un 10% aggiuntivo per ammodernare la rete elettrica e renderla capace di supportare una più veloce transizione verso energie pulite. Appena
il 4% dei nuovi investimenti prospettati da REPowerEU sarà destinato a nuove infrastrutture come i terminal per l’importazione di GNL. Questo non fa altro che avvalorare la tesi secondo cui l’invasione dell’Ucraina e i successivi tentativi di ridurre le importazioni di gas russo non stanno rallentando la transizione, ma la stanno invece accelerando in tutta Europa. Uno sviluppo più veloce e intensivo dei progetti per risorse energetiche rinnovabili e un più ambizioso dispiegamento di misure per l’efficientamento ed elettrificazione sono le proposte chiave della Commissione Europea.
Come pensa che il dispiegarsi della parte del piano relativo alle pompe di calore influenzerà il consumo di gas naturale in Europa? Vede qualche possibile ostacolo nello sviluppo generale del programma che prevede 30 milioni di nuove pompe di calore installate entro il 2030?
Come dimostrato dalle nostre analisi, il passaggio dai boiler a gas alle pompe di calore riduce sensibilmente il consumo di questa fonte. Nella maggior parte dei paesi europei che consumano gas, le pompe di calore riducono il consumo attorno all’80%, tenendo conto ovviamente del mix energetico. Anche in paesi laddove vi è un grande utilizzo del gas nella generazione elettrica come in Italia, la riduzione della domanda di gas negli edifici, dovuta all’introduzione delle pompe di calore, si attesta sui due terzi. Sempre le nostre analisi mostrano anche che entro il 2025 le pompe di calore possono ridurre del 16% le importazioni di gas dalla Russia. Entro il 2030, potremmo addirittura dimezzarle attraverso l’accelerazione del loro utilizzo. Ovviamente vi sono dei limiti oggettivi che frenano una rapida espansione di questo mercato. Si deve tener conto, ad esempio, della scarsità, a livello globale, di semi-conduttori e altri componenti che potrebbero generare criticità lato offerta. Criticità che si estendono anche alle altre alternative ai combustibili fossili, come i veicoli elettrici. Coloro che installano dispositivi come le pompe di calore dovranno essere adeguatamente istruiti e al momento vi sono ritardi in tal senso. Per facilitare il loro utilizzo, avremmo anche bisogno di una capacità produttiva maggiore di pompe di calore in Europa.
Quali settori industriali europei guadagneranno maggiormente da una veloce transizione energetica e più efficienti sistemi energetici e quali, invece, considera come coloro che rischiano di soffrire maggiormente da una stretta implementazione del programma REPowerEU?
Chiaramente, quando si parla di generazione elettrica, sia il solare che l’eolico usciranno come i vincitori dal programma REPowerEU. In che misura e a che velocità il piano sarà implementato rimane tutto da vedere. Quel che è certo è che si assisterà ad un’accelerazione nel rilascio dei permessi per progetti eolici, mentre l’obbligo dell’utilizzo di pannelli solari sui tetti degli edifici darà una forte spinta in tal senso. Le pompe di calore rimpiazzeranno i boiler a gas più velocemente di quanto si prevedesse prima. La loro fetta di mercato è al momento circa un quarto e sicuramente questa raddoppierà. La fine di sussidi ai combustibili fossili per il riscaldamento e standard maggiormente restrittivi per gli edifici determineranno, invece, la riduzione di boiler alimentati da idrocarburi e una maggiore elettrificazione del riscaldamento. L’efficienza energetica uscirà anch’essa come vincitrice, ma ciò dipenderà se la Commissione, il Parlamento e il Consiglio riusciranno a trovare un accordo fattibile entro l’anno. In questo momento, ciò è tutt’altro che certo visto che il Consiglio Europeo ha chiesto di ridurre gli obiettivi proposti in materia di risparmio energetico nell’UE.