Le sfide di oggi e di domani possono essere vinte solo dalla collaborazione e dalla competenza. Quale proposito più calzante soprattutto oggi che lo scenario sta evolvendo sempre più velocemente?
Nella evoluzione dei contesti, quello che possiamo scegliere è come affrontare l’incertezza e le prossime sfide. Possiamo intravedere i rischi o concentrarci sulle opportunità. È proprio questo il cuore della riflessione condivisa con Tomaso Tommasi di Vignano, il Presidente Esecutivo del Gruppo Hera, una tra le principali multiutility in Italia.
Rischi o opportunità, su cosa ha scelto di concentrarsi il Gruppo Hera?
Entrambe. Ci piace guardare avanti con positività e ricercando le opportunità nei cambiamenti. Questo ci ha consentito di anticipare le evoluzioni dei nostri business facendone punti di forza e di gestire eventi complessi come l’emergenza che abbiamo affrontato lo scorso anno e che stiamo continuando a gestire. E questo mi porta al tema dei rischi: ci sono tante sfide, soprattutto ambientali, che ci attendono e che sono sempre più imminenti. Per un’azienda come la nostra, che si occupa di servizi essenziali è un dovere investire sui territori serviti per garantire continuità e qualità dei servizi.
Anche in riferimento agli assi strategici del nostro Piano Industriale, possiamo evidenziare come il risk management sia affrontato, con un approccio di medio-lungo termine necessario per anticipare le azioni di mitigazione dei rischi a cui sono esposte le utility.
Come? Puntando su infrastrutture all’avanguardia, reti sempre più efficienti anche grazie alla crescente integrazione tra metodologie tradizionali e l’utilizzo di tecnologie innovative. Ma anche e soprattutto investendo sulle persone e sulle loro competenze.
Alle relazioni avete dedicato il workshop annuale della vostra corporate university. Perché tanta importanza?
Soprattutto in tempi e contesti non lineari come quelli attuali il capitale relazionale diventa un punto di forza. La nostra volontà, anche con eventi formativi, è stimolare la riflessione collettiva su un aspetto che deve mantenere centralità nonostante le limitazioni del contesto attuale e la parallela accelerazione del digitale. Approcciare al futuro potrà essere più semplice se faremo delle relazioni, sia all’interno dell’azienda sia all’esterno, un punto di forza.
Del resto, il luogo di lavoro è uno dei posti dove nella vita passiamo maggiormente il nostro tempo. Le persone che ci stanno intorno, il modo in cui ci rivolgiamo a loro, l’impatto che abbiamo sul loro benessere ha un riflesso sulla loro efficienza professionale. Avere contesti aziendali dove regnano relazioni basate su fiducia, rispetto e inclusione è un obiettivo che non può scendere a compromessi.
Quale invece il ruolo della relazione con i territori?
Nella relazione con i territori mettiamo al centro la creazione di valore. Questo di certo comprende il valore economico, ma anche sociale e ambientale. Per portare avanti un impegno così importante è necessario instaurare e mantenere un dialogo aperto, positivo, reciproco con le comunità servite. Questa azienda ha le sue radici nei territori in cui opera: questo rappresenta per noi un capitale relazionale enorme. Sappiamo quello che facciamo perché conosciamo le comunità locali, del resto ne facciamo parte. Abbiamo gli stessi bisogni. Così chiediamo a noi stessi e al nostro lavoro nei business di riferimento di migliorare costantemente. Ecco perché ci teniamo che i cittadini sappiano che il nostro orecchio è rivolto sempre verso di loro, come anche nei confronti delle amministrazioni con cui collaboriamo, gli stakeholder economici e i finanziari, e i fornitori che ci supportano. Per loro stiamo già da tempo mettendo a disposizione le nostre competenze, per abilitarli a una maggiore resilienza e maggiore efficienza energetica e ambientale. La nostra convinzione, infatti, è che le sfide che ci attendono possono essere affrontate solo insieme e coinvolgendo tutti gli attori sociali. Del resto la nostra volontà è quella di crescere considerando prioritaria ed essenziale la crescita del contesto esterno in cui operiamo.
Cosa lega il futuro e il lavoro secondo lei?
Tra le prime parole che mi vengono in mente c’è transizione. Sentiamo parlare spesso di sostenibilità con toni entusiastici. Questo va bene, come dicevo i cambiamenti vanno affrontati con positività. Non bisogna però rischiare di cadere in semplificazioni o fughe in avanti: la transizione è un processo che va accompagnato e governato tenendo ben presente che riguarda prima di tutto delle persone e la loro vita. Molte professioni stanno cambiando, alcune di certo saranno sempre meno ambite, ma molte altre stanno nascendo e altrettante si stanno adattando. In Hera stiamo anticipando questo processo, puntando proprio sulle risorse umane e sulla loro formazione. Nella mia carriera ho capito che le competenze professionali sono una delle chiavi vincenti per affrontare le sfide che per natura un’impresa si trova ad affrontare. Anche per questo Hera partecipa attivamente con finanziamenti e propri esperti a progetti in partnership con Università e Accademie. Pensiamo ad esempio al progetto pilota GrEnFin, un nuovo indirizzo di laurea internazionale che formerà i futuri manager in ambito di sostenibilità ambientale, figure professionali che aiuteranno le aziende a migliorare le proprie politiche energetiche mantenendo alti livelli di redditività finanziaria.