Nelle ultime settimane, l’opinione pubblica è stata sensibilizzata sul reale rischio dell’aumento considerevole delle bollette elettriche ascrivibile ai forti rincari delle materie prime. Il problema, purtroppo, era già noto agli “addetti ai lavori” ma, come spesso accade, era stato accantonato considerandolo non prioritario nel dibattito politico attuale. L’uomo talvolta, nel suo cammino, inciampa nella Verità ma si rialza immediatamente per continuare la propria strada…
Tempestivamente, bisogna darne atto, il Governo Draghi ha preso il “toro per le corna” ed ha attuato interventi immediati per mitigare gli aumenti delle bollette di luce e gas, riducendo l’IVA dal 10% al 5% per le forniture ad uso civile ed industriale. Inoltre, grazie al rifinanziamento del Bonus Sociale destinato alle famiglie in difficoltà economica, quasi 3 milioni di utenti vedranno tendenzialmente azzerati gli effetti del previsto aumento già dall’ultimo trimestre di quest’anno.
Ad oggi, il Bonus Energia interessa i nuclei familiari con reddito ISEE fino a 8.265 euro annuo e le famiglie numerose (con più di 3 figli a carico) con reddito ISEE non superiore a 20.000 euro annuo, i titolari di reddito e pensione di cittadinanza e gli utenti con gravi condizioni di salute che utilizzano quotidianamente apparecchiature elettromedicali.
Anche per le piccole imprese, con utenze di consumo in bassa tensione fino a 16,5 KW, verranno azzerate le aliquote relative agli oneri generali di sistema per l’ultimo quadrimestre di quest’anno. La misura dovrebbe coinvolgere circa 6 milioni di imprese. Stesso discorso vale per i clienti domestici (circa 29 milioni di utenti). Si tratta di agevolazioni che verranno rideterminate dall’ARERA.
Questi provvedimenti, che a vario modo sono state adottate anche dal Governo francese e spagnolo, non potranno tuttavia essere permanenti. Come ha più volte ribadito il Presidente Draghi: “questo è il momento di dare…non di chiedere…ma a tutto ci dovrà essere un limite”. Queste, infatti, saranno azioni di sostegno affinché la ripresa economica della nostra Nazione sia robusta e duratura.
Per agire bene e subito sarebbe necessario mettere in campo, qualora credessimo veramente nella Transizione Ecologica (così fortemente voluta dall’ Unione Europea), interventi strutturali per evitare che nel prossimo futuro si ripresentino situazioni così critiche, tutelando ovviamente sempre l’ambiente e la sicurezza dei cittadini.
L’utilizzo di prodotti già in commercio, come le lampade a LED o l’applicazione di termostati nelle case per regolare il flusso di riscaldamento, costituiscono un aiuto tangibile, accessibile economicamente e significativo sul risparmio energetico delle famiglie italiane. Ma bisogna fare di più. Accantonando per un momento il tema del nucleare, a mio avviso, troppo ideologizzato, occorrerebbe puntare di più sulle fonti rinnovabili, settore su cui l’Italia vanta comunque una posizione di rilievo: la percentuale di domanda elettrica soddisfatta da FER nel loro complesso oggi arriva al 35% contro la media europea del 34,2%. Siamo forti e presenti da oltre 100 anni nel settore dell’idroelettrico e progressi sono stati compiuti nel settore dell’eolico, ma soprattutto in quello dell’energia solare prodotta con impianti fotovoltaici connessi in rete, che negli ultimi 10 anni ha contribuito a quasi il 10% dei consumi elettrici nazionali. Per questo, sarebbe auspicabile incentivare l’utilizzo di pannelli fotovoltaici attraverso incentivazioni monetarie di medio periodo (5 anni) o di defiscalizzazione sul costo degli impianti stessi, come è già stato fatto in passato. Misure che genererebbero benessere anche a molti operatori del settore (piccoli artigiani) e creerebbero nuovi posti di lavoro. Quanti tetti in Italia non hanno ancora i pannelli fotovoltaici? Ancora tantissimi. In quanti li hanno installati made in UE? Purtroppo pochi, dal momento che dipendiamo dalle esportazioni cinesi, con problemi di approvvigionamento e di contenimento sui prezzi.
Le FER da sole non bastano, bisognerebbe infatti scommettere anche sull’efficienza energetica, che oltre a essere un “Obbiettivo Nazionale”, può diventare una straordinaria occasione per imprenditori ed artigiani per vendere servizi sempre più all’avanguardia, quali ad esempio la domotica per mezzo della quale si possono stabilire i controlli di carico dei consumi domestici dando prelazione durante la giornata all’effettiva necessità dell’utilizzo degli elettrodomestici. Così facendo si migliorerebbe la vita delle persone, si risparmierebbe energia, rendendo il nostro Paese più autonomo e meno energivoro.
L’elettrificazione, infine, dei mezzi di trasporto, dovrebbe spingere alla micro-produzione elettrica in modo da creare piccole unità di produzione locali e non grandi centrali la cui allocazione creerebbe sicuramente disagio ai cittadini coinvolti, consentendo così la produzione a Km 0 di energia, rendendoci indipendenti dalle speculazioni economiche dei grandi affari come quello del gas e del petrolio.
Per favorire questo processo, ovviamente, servono semplificazione, certezze normative e regole per garantire l’efficienza della Pubblica Amministrazione, favorire e velocizzare gli iter burocratici (l’autocertificazione sarebbe in questo momento la panacea di tutti i mali). Bisognerebbe sostenere, infine, la corretta informazione e la necessaria formazione professionale.
È una sfida epocale, lo sappiamo, ma insieme possiamo farcela!