Il progetto GECO (Green Energy COmmunity) nasce nel distretto Pilastro-Roveri di Bologna, un’area in cui si concentrano edifici residenziali (circa 7.500 abitanti, di cui 1.400 in alloggi sociali), complessi commerciali (il Centro Commerciale Pilastro, Centro Commerciale Meraville, CAAB e Fabbrica Italiana Contadina - FICO/Eataly) e centri di produzione industriale ed artigianale, prevalentemente concentrati nella Zona Roveri.
Cofinanziato dal fondo europeo EIT Climate-KIC e promosso da l’Agenzia per l’Energia e lo Sviluppo Sostenibile (AESS), ENEA (Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, l’Energia e lo Sviluppo Economico Sostenibile) e dall’Università di Bologna, il progetto GECO è concepito nella scia del pacchetto legislativo Energia pulita per i cittadini europei (Clean Energy for all Europeans), in cui l’Unione Europea ha introdotto la revisione delle Direttive Europea che mirano alla promozione delle fonti rinnovabili (REDII) e la regolamentazione del mercato interno di elettricità (IEM). Il progetto mira ad incentivare ed ottimizzare la generazione e l’autoconsumo delle energie rinnovabili per contribuire, entro il 2022, al raggiungimento dei target di decarbonizzazione e allo sviluppo dell’economia locale.
Distretto Pilastro-Roveri di Bologna
Fonte: GECO e EIT Climate-KIC
In Italia, la Legge n. 8/2020, insieme ai provvedimenti di ARERA, MiSE e Gestore dei Servizi Energetici (GSE) ha reso operativa la Direttiva REDII, attraverso lo strumento della sperimentazione, e normato la produzione di energia elettrica da impianti alimentati da fonti rinnovabili e la sua condivisione tra cittadini, imprese e pubblica amministrazione. La legge consente l’unione tra utenti individuando due configurazioni alternative:
i) Autoconsumo collettivo (ACC): nel caso di famiglie e altri soggetti che si trovano nello stesso edificio o condominio;
ii) Comunità Energetiche Rinnovabili (CER): nel caso di persone fisiche, piccole e medie imprese, enti territoriali o autorità locali (comprese le amministrazioni comunali) ubicate in un perimetro più ampio rispetto a quello condominiale, purché tutti collegati alla medesima cabina di trasformazione dell’energia di media/bassa tensione.
L’autoconsumo collettivo e le comunità energetiche rinnovabili sono, quindi, costituite da unioni di consumatori di energia (cittadini, imprese ed enti pubblici) che, all'interno di un'area geografica circoscritta, non si limitano al consumo, ma partecipano attivamente alle fasi di produzione e scambio di energia a km zero, proveniente da fonti rinnovabili. Ulteriori dettagli sul tema possono essere trovati nel dossier RSE e nello Speciale di RAI/TG3 sul tema.
Agli utenti che aderiscono alle configurazioni sopra citate, viene riconosciuto un beneficio diretto in termini di riduzione dei costi in bolletta di alcune tariffe derivanti dal minor utilizzo del sistema elettrico, quantificato dall’ARERA in circa €8-10/MWh, oltre a una diminuzione del costo attribuito al consumo dell’energia - perché prodotta e autoconsumata direttamente - e valorizzazione della energia immessa in rete. Le due configurazioni vengono sostenute anche da una tariffa incentivante, individuata dal Decreto Ministeriale del MiSE ed erogata per un periodo ventennale dal GSE. L’energia elettrica, prodotta e autoconsumata virtualmente tra i membri tramite la rete pubblica esistente, è denominata energia condivisa ed equivale a 100 €/MWh nel caso delle configurazioni di autoconsumo collettivo, mentre, nel caso delle comunità energetiche rinnovabili, corrisponde a 110 €/MWh. L’incentivo stabilito, quindi, premia la concomitanza tra generazione e consumo a livello locale.
Calcolo dell’energia condivisa
Fonte: GECO e EIT Climate-KIC
Data l’inseparabilità e l’influenza reciproca del cambiamento sociale e tecnologico, GECO parte dal presupposto che una transizione energetica richieda cambiamenti culturali, materiali ed immateriali, basati tanto sul risparmio energetico e l’efficienza dei consumi, quanto su un’inversione di comportamenti socialmente condivisi (ulteriori informazioni su TEDxBologna). Pertanto, in linea con l’Agenda 2030 dell’ONU, l’Accordo di Parigi e il Clean Energy Package, GECO intende restituire centralità alla figura del produttore-consumatore, il cosiddetto “prosumer”, ossia il cittadino in grado di svolgere un ruolo attivo nel processo di produzione, distribuzione e consumo dell’energia.
L’emergenza sanitaria del Covid-19 è una grande sfida da affrontare anche per GECO, dato il ruolo centrale del cittadino nel progetto. La limitazione degli incontri in presenza ed eventi pubblici durante gran parte del 2020 ed inizio di 2021 hanno portato evidenti difficoltà nell'eseguire azioni operative in luogo e di coinvolgimento sul territorio. Tuttavia, gli incontri in ambiente virtuale, hanno avuto un esito positivo per quel che concerne le azioni di diffusione e comunicazione del progetto, promuovendo GECO su una scala nazionale.
GECO, inoltre, sta sviluppando diversi modelli di business da implementare in accordo con il framework legislativo attuale che, tra le varie misure pensate per promuovere la ripresa del sistema Paese, prevede il Superbonus 110%, inserito nell’articolo 119 del Decreto Rilancio (Decreto Legge n. 34/2020) con la finalità di promuovere lavori di ristrutturazione edilizia per migliorare l’efficienza energetica. L’incentivo può costituirsi come un importante driver, grazie alle detrazioni fiscali del 110% per interventi trainati quali l’installazione di impianti fotovoltaici (fino 20kWp), di sistemi di accumulo e colonnine di ricarica di veicoli elettrici. L’aspettativa, dunque, è che gli interventi di retrofit possano innescare iniziative di autoconsumo collettivo o di comunità energetiche in ambito residenziale. Anche uesQUnel caso delle abitazioni residenziali del rione Pilastro (Bologna), sono state presentate valutazioni preliminari agli attori locali coinvolti nel progetto, a sottolineare la convenienza del Superbonus (per i primi 20kW) e delle detrazioni fiscali del 50% (per i successivi kW, fino a 200kW). La figura di seguito riassume le ipotesi d’installazione in un immobile residenziale tipo, con ricorso o meno alle detrazioni fiscali disponibili.
Esempi applicativi tipici per impianti di 20kWp e 30kWp con Analisi Costi-Benefici
Fonte: GECO e EIT Climate-KIC
All’interno del progetto GECO, infine, ENEA e UniBo stanno sviluppando diverse innovazioni tecnologiche e sociali, tra cui una piattaforma per la gestione della comunità energetica con l’analisi dei flussi energetici e l’applicazione della tecnologia blockchain per registrare l’autoconsumo e implementare gli smart contract in grado di garantire la divisione dei ricavi in modo automatico tra i membri. A ciò si aggiunge una app per consentire ai membri della comunità di monitorare i propri consumi e la produzione, nonché promuovere l’implementazione di comportamenti virtuosi.
L’anno scorso, il progetto GECO ha messo in campo diversi materiali formativi pubblicati nel blog ed ha promosso una guida informativa sullo strumento delle comunità energetiche, destinata ai cittadini con lo scopo di promuovere conoscenza e consapevolezza intorno alle opportunità offerte da questo nascente settore del mercato elettrico