L’idrogeno viene riconosciuto come il vettore energetico ideale per supportare e abilitare i percorsi di profonda decarbonizzazione sia livello europeo che internazionale, tanto che il suo sviluppo è stato inserito tra gli obiettivi della Commissione europea che attraverso il Green Deal mira alla neutralità carbonica entro il 2050. In Europa, l’interesse nei confronti dell’idrogeno è cresciuto negli ultimi anni e molti passi, sia di natura politica che economica, sono stati compiuti a sostegno di un settore strutturato che può contare su un’ampia filiera tecnologica.

Lo stesso sforzo è visibile anche a livello nazionale: l’idrogeno è stato integrato nel recepimento della Direttiva Europea DAFI nel dicembre 2016 (Decreto Legislativo nr. 257 del 16/12/2016), all’interno del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC), e recentemente sono state elaborate le bozze della Strategia Nazionale sull’Idrogeno da parte del MiSE e della Strategia Italiana Ricerca Idrogeno (SIRI) da parte del MIUR.

Inoltre, la presenza dell’idrogeno ricorre anche nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) quale fattore chiave per la decarbonizzazione e vettore energetico strategico alla base dello sviluppo di progetti innovativi, infrastrutturali e con forte impatto economico e sociale sul territorio nazionale. L’idrogeno, non a caso, è ricompreso in 3 delle 6 mission progettuali: “Rivoluzione verde e transizione ecologica”, “Infrastrutture per una mobilità sostenibile” ed “Istruzione e Ricerca”.

Uno degli obiettivi principali, nonché cardine delle Mission proposte dal Piano, è quello di supportare la crescita e lo sviluppo di una solida filiera nazionale dell’idrogeno. Per raggiungere questo importante traguardo, non solo si ritiene che si debbano individuare le priorità d’azione, ma anche chiarire le modalità di implementazione dei prossimi passi e le relative politiche di supporto.

In linea generale, il PNRR può essere potenziato negli aspetti di dettaglio dei progetti specifici e delle risorse che andranno a finanziarli, ampliando quanto già incluso a tutti i settori prioritari di intervento. Bisogna chiarire le modalità di finanziamento di tali progetti e i prossimi passi per la loro implementazione. Lo sviluppo di questa filiera richiede parallelamente lo sviluppo di un quadro legislativo, normativo e autorizzativo abilitante senza il quale tali progetti non potrebbero compiersi.

Le priorità d’azione individuate nel PNRR si focalizzano principalmente sulla produzione di idrogeno, sugli usi nel settore siderurgico, sulla mobilità - in particolare per il trasporto pubblico locale e per il trasporto pesante - e sulla creazione di Hydrogen Valleys con produzione e utilizzo di idrogeno su scala locale. Gli investimenti nella filiera dell'idrogeno e nella transizione del settore siderurgico ammontano a 2 miliardi. Per raggiungere questi obiettivi è tuttavia prioritario superare le criticità e avviare progetti che, su scala significativa, integrino tutti gli aspetti della filiera: produzione, trasporto, stoccaggio e utilizzo, identificando siti che possano accoppiare produzione e domanda.

Un punto che risulta ancora poco chiaro nel Piano riguarda l’implementazione della mobilità a idrogeno. L’Italia, ad oggi, non dispone di una rete di infrastrutture per sostenere lo sviluppo di quelli che in Europa vengono definiti Fuel cell electric vehicles (FCEV). Disporre di un apparato infrastrutturale è condizione abilitante per la diffusione sia del trasporto pesante, che di quello ferroviario, del trasporto pubblico locale e della mobilità leggera. Il modello deve combinare azioni di sistema, quale il tema dei valichi transfrontalieri come il Brennero, con azioni relative allo sviluppo di flotte locali (auto e bus). Su questo punto H2IT nel 2019 ha pubblicato l’aggiornamento al Piano mobilità idrogeno Italia, come update del decreto legislativo del dicembre 2016. Puntare sul settore della mobilità muove anche dal fatto che il comparto dell’idrogeno rappresenta un asset italiano, data la presenza di una intera filiera che comprende costruttori di stazioni di rifornimento, costruttori di veicoli e produttori di componentistica, sia per le stazioni che per i veicoli a idrogeno.

Nel PNRR, inoltre, mancano interventi a supporto dello sviluppo di tecnologie per l’utilizzo di H2 e miscele GN/H2 in ambito residenziale, industriale ed energetico (Power to Power), come ad esempio generatori termici, fuel cell, microcogeneratori. Sarebbe importante ampliare gli scopi senza concentrarsi su una tecnologia specifica con il rischio di escluderne altre.

Tuttavia, è positivo che nel Piano si presti attenzione al potenziamento delle strutture di ricerca e alla creazione di campioni nazionali di R&S sulle cosiddette key enabling technologies tra cui anche l’idrogeno. Potenziare la competitività dei prodotti della ricerca nazionale permetterà di guadagnare sia in termini di fatturato che di posti di lavoro, in una fase di accelerazione della transizione e di posizionamento di molti gruppi industriali nel contesto globale. Risulta fondamentale incentivare la ricerca e lo sviluppo tecnologico attraverso opportuni investimenti sulla ricerca fin dai bassi livelli di maturità tecnologica (TRL), e puntare su azioni di innovazione e sviluppo per consentire al settore di rafforzarsi. 

In merito alle policy da implementare, H2IT ha da poco pubblicato un report in cui vengono indicate le  priorità d’azione per lo sviluppo della filiera idrogeno in Italia. Quest’ultimo che si concentra sullo sviluppo dell’idrogeno verde prevede, tra le varie priorità identificate, azioni di semplificazione degli iter autorizzativi, supporto all’industria degli elettrolizzatori e azioni in ambito regolatorio, a partire dalla definizione di un quadro relativo alle Garanzie di Origine dell’Idrogeno nelle sue varie forme da rinnovabili e da gas naturale (idrogeno blu) con il sequestro della CO2. L’idrogeno blu avrà un ruolo importante in una fase di transizione e sarà fattore abilitante per lo sviluppo delle applicazioni finali e quindi della creazione di una domanda, però deve essere oggetto di un quadro legislativo chiaro.

La filiera idrogeno è in rapido ampliamento e con un grandissimo potenziale di sviluppo nei prossimi anni. Si tratta di una filiera capace di creare opportunità economiche e giocare un ruolo di leadership nel panorama europeo e internazionale. Un’occasione che l’Italia non può perdere.