Senza un’idea chiara di futuro rischiamo di perdere il treno del Recovery Fund. Lunedì 12 ottobre è stata presentata in Aula la relazione che la Commissione Bilancio ha preparato sulle priorità a cui destinare le risorse europee per uscire dalla crisi. In attesa della votazione del documento riteniamo importante ribadire le priorità, mai come in questo momento indissolubilmente legate a quel concetto di sostenibilità che tanto ha a che fare con il nostro settore. Un settore che invece le idee chiare ce le ha già da tempo, che sa dove vuole essere tra 10 anni e anche tra 20 anni. Eppure, con la proposta del nuovo target europeo del 55% di riduzione delle emissioni in discussione a Bruxelles, sembra ancora più profondo il divario tra un’Europa ambiziosa e un’Italia che rischia di non tenere più il passo.
La differenza tra il “dire” e il “fare” del PNIEC è un segnale d’allarme concreto. Per raggiungere i 65 GW di nuova potenza da fonti rinnovabili necessari per allinearci con il nuovo target di Bruxelles, dovremmo riuscire a installare ogni anno nei prossimi 10 anni nel nostro Paese 6,5 GW. Una previsione ben lontana dagli impianti realizzati negli ultimi 2 anni che si aggirano intorno ad 1 GW l’anno.
Il Recovery Fund rappresenta un’occasione per voltare pagina, per parlare in maniera proattiva di rinascita del settore delle rinnovabili, di valorizzazione del patrimonio edilizio, di formazione, di ricerca e innovazione, di mobilità sostenibile, di trasformazione digitale e coesione territoriale. Il nuovo target di decarbonizzazione europeo potrà infatti mobilitare nei prossimi 10 anni nel solo settore elettrico italiano 100 miliardi di euro di investimenti complessivi e 50.000 nuovi occupati permanenti. In questo scenario va inoltre evidenziato che, come indicato dalla Presidente von der Leyen, il 37% del Recovery Fund dovrà essere destinato a progetti volti ad accelerare la transizione energetica.
Elettricità Futura nel corso dell’attività conoscitiva sull’individuazione delle priorità nell’utilizzo del Recovery Fund da parte della Camera dei Deputati ha presentato una serie di proposte da implementare per lo sviluppo economico e sostenibile del nostro Paese:
- Recupero aree dismesse o abbandonate per l’installazione di impianti a fonti rinnovabili: identificare una forma di supporto, addizionale a quelle attualmente presenti, nel caso di interventi finalizzati al recupero di aree industriali dismesse e siti orfani, a volte caratterizzati dalla presenza di strutture in amianto, mediante l’installazione di impianti per la produzione di energia rinnovabile.
- Sviluppo dei sistemi di accumulo: impiegare parte delle risorse europee per rendere economicamente sostenibili i sistemi di accumulo, ad esempio attraverso meccanismi basati su contributi in conto capitale.
- Sviluppo e digitalizzazione delle reti: promuovere la digitalizzazione e la resilienza dell’infrastruttura elettrica, nell’ottica di renderla sempre più smart e digitalizzata, resiliente e in grado di venire incontro alle pressanti esigenze generate dal rapido incremento della produzione diffusa da fonte rinnovabile;
- Rinnovamento del parco elettrico nazionale: in vista del phase-out del carbone, sarà necessario definire un sostegno agli investimenti in nuove tecnologie e nuovi sistemi applicati agli impianti di produzione da centrali a gas. Inoltre, in vista degli ambiziosi obiettivi del PNIEC: il parco idroelettrico potrebbe essere oggetto di un importante ciclo d’investimenti per un importo fino a 10 miliardi di euro nel prossimo decennio; il repowering degli impianti eolici più obsoleti potrebbe generare fino a 1,6 miliardi di euro di valore aggiunto, contribuendo con circa 3,4 GW agli oltre 9 aggiuntivi richiesti dal PNIEC al 2030; con il repowering degli impianti fotovoltaici utility scale si potrebbe infine passare dagli 8-9 GW attuali a circa 15 GW con una superficie “risparmiata” di 120 km2. Tali soluzioni tecnologiche consentirebbero di conseguire il duplice obiettivo di minimizzazione del consumo di nuovo suolo ed incremento dell’energia da fonte rinnovabile.
- Efficienza Energetica e rinnovamento edilizio: si rende necessaria una proroga pluriennale del Superbonus 110%, come annunciato dal Governo, sia per strutturare le proposte di offerta ai clienti da parte di operatori e fornitori, sia per affrontare le tempistiche di verifica, progettazione e programmazione degli interventi di efficientamento e rinnovamento immobili.
- Promozione sviluppo sostenibile: sarà fondamentare promuovere lo sviluppo della mobilità sostenibile, in primis favorendo la mobilità elettrica privata e il Trasporto Pubblico Locale mediante strumenti di facilitazione alla diffusione del veicolo elettrico e delle infrastrutture di ricarica degli stessi e di agevolazione alla decisione di acquisto. L’Italia si è posta infatti lo sfidante obiettivo di raggiungere una quota rinnovabile nei trasporti del 22% al 2030, ben 8 punti percentuali sopra l’obiettivo complessivo UE-28.
Sostegno a fonti e progetti innovativi: in un sistema in cui l’incentivazione diretta alla produzione di energia rinnovabile è ormai quasi completamente superata in favore di meccanismi di mercato o stabilizzazione dei ricavi per gli investitori, è fondamentale prevedere strumenti, meccanismi e risorse per favorire lo sviluppo di tecnologie innovative - quali green gas e idrogeno - e con costi di generazione elevati, per supportare l’evoluzione del sistema. Un sostegno che è auspicabile parta dal DM FER 2.