Il Decreto Rilancio è quindi giunto al passaggio Parlamentare. Si prevede che venga aumentato l’Ecobonus: non solo per le auto elettriche, ma anche per le Euro 6 con motore “termico”. Modifiche approvate dalla Commissione Bilancio della Camera e che vanno a migliorare il provvedimento datato metà maggio (deve essere approvato, per legge, entro il 18 Luglio). Visti i tempi ristretti, si prevede che il Governo ponga la fiducia, prima di affrontare il giudizio del Senato.
Le associazioni dell’automotive avevano chiesto a gran voce un intervento politico per salvaguardare un settore rispetto al quale il Covid-19 ha oggettivamente impattato in modo devastante: si ipotizza al momento un calo del 30%-35% di immatricolazioni a fine anno.
Purtroppo, come già accaduto a più riprese negli ultimi 15 anni, i vari stakeholder di settore non hanno trovato un accordo comune sulle proposte da presentare al Governo, correndo il rischio di creare per lo stesso un pericoloso alibi, dunque un immobilismo decisionale per un settore che, piaccia o no, rappresenta il 10% del PIL italiano.
Da un lato, infatti si è ritenuto che solo le auto con emissioni CO2 inferiori ai 60 g/km fossero meritevoli di Ecobonus o altri aiuti, mentre dall’altro si è posto l’accento sulla necessità di dare una mano non solo green al mercato, ma anche quantitativa, in considerazione dei differenti pesi dei vari segmenti sulla “salute” della filiera (dall’azienda di componentistica sino al concessionario).
L’impatto del Covid-19, come è facile intuire, ha colpito duramente i “grandi numeri” del mercato, ovvero proprio le immatricolazioni di auto termiche, che a fine 2019 rappresentavano ben l’85% del totale (44% benzina, 41% diesel). Diverso, ovviamente, il trend per quella nicchia indicata da molti come protagonista tecnologica del futuro: le 5.000 immatricolazioni di auto elettriche nel primo semestre 2019 sono diventate 10.000 nei primi 6 mesi del 2020, mentre le ibride di vario genere sono passate da 58.000 a 68.000.
Spigolando tra le modifiche della Commissione Bilancio, si intuisce che sembra essere passata la logica del compromesso all’italiana: Ecobonus che sale a 10.000 euro per le elettriche ma bonus anche per le termiche Euro 6, pur se in misura ridotta.
In entrambi i casi gli incentivi varranno per le auto acquistate a partire dal prossimo 1° agosto. Nel dettaglio, dovrebbe esserci un contributo pubblico di 1.500 euro per le auto Euro 6 (con emissioni tra 61 e 110 g/km CO2), a fronte della rottamazione di un’auto con età superiore ai 10 anni, cui andranno aggiunti i 2.000 euro di contributo del concessionario. Contributo dimezzato senza rottamazione e comunque accessibile solo per auto con prezzo di listino sino a 40.000 euro, sulla falsariga di quanto ha recentemente deciso il Governo tedesco, che però ha escluso le auto non elettriche dalla misura.
Aumenta quindi l’Ecobonus che ha caratterizzato sino a maggio l’acquisto di ibride ed elettriche: questi ultimi passano da 6.000 a 10.000 euro (2.000 li mette il concessionario), mentre per le ibride tra 21 e 60 g/km CO2 il bonus passa da 2.500 a 6.500 euro.
In sostanza, il Governo riconoscerà 4.000 euro più di prima a queste auto in caso di rottamazione e 2.000 euro in assenza di questa.
Sulla rottamazione vale la pena non mordersi la lingua e sottolineare quanto già era emerso, non sembri anacronistico, ai tempi degli incentivi 2009/2010. Anche allora fu incentivato l’acquisto di auto ecologiche e la rottamazione di quelle vetuste: poiché al tempo non erano di fatto disponibili auto elettriche e l’offerta di quelle ibride era ancora marginale, il grosso fu catalizzato da quelle alimentate a GPL e a metano.Tra le seconde, ne furono immatricolate anche in Sardegna, pur in assenza di stazioni di servizio metano...
I due carburanti gassosi, nell’ultimo trimestre 2009, raggiunsero una quota di mercato pari al 28%; un record mai registrato prima, né dopo. Al di là del prevedibile effetto boomerang tipico dei periodi post-incentivi (5% nel 2011), negli anni successivi la quota mercato “gassosa” ha ballonzolato tra il 14% e l’8%. Una quota, quest’ultima, che con scostamenti decimali mantiene dal 2016 a oggi.
Visto che si parla di Ecobonus, l’obiettivo non può quindi essere solo quello di “salvare” il mercato 2020, ma anche quello di rendere un certo trend strutturale e non episodico, come nel caso precedente.
Occorre infatti essere consapevoli che il mercato, già da anni, è saturo.
L’unico driver è sì la sostituzione “ecologica” delle Euro 4 e antecedenti (età media auto italiane = 11 anni), visto che non può esserlo l’incremento di un parco che primeggia in Europa per numero di veicoli per abitante.
Qui c’è però il pericolo di un vicolo cieco: se guido ancora un’auto vetusta, è probabile che non abbia i soldi per sostituirla. Può bastare l’Ecobonus per capovolgere questa difficoltà?