I Paesi membri dell’Unione Europea sono stati i primi ad investire nella tecnologia fotovoltaica per la produzione di energia su larga scala e di conseguenza i primi a porsi il problema dello smaltimento dei pannelli e dell’introduzione di una legislazione in materia di gestione rifiuti. Non deve quindi stupire che proprio dentro ai confini dell’UE sia nato il primo sistema di riciclo al mondo dei moduli fotovoltaici. Creata nel 2007 da alcuni dei principali produttori di moduli fotovoltaici, PV CYCLE si è già occupata dello smaltimento di oltre 30.000 tonnellate di rifiuti, basandosi nei primi anni di vita sull’adesione volontaria da parte dei propri membri, e quindi anticipando l'obbligo di raccolta e riciclo introdotto dalla Commissione europea con la direttiva in materia di RAEE nel 2012 (Direttiva 2012/19/UE).
La direttiva sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche è stata recepita in modo diverso in ciascuno dei 28 Paesi membri. Per poter rispettare le specificità nazionali e venire incontro alle esigenze dei produttori di moduli fotovoltaici, PV CYCLE ha quindi implementato la propria azione sviluppando aziende di riferimento nei diversi Paesi come Italia, Francia, Belgio, Germania, Regno Unito, Paesi Bassi, etc. Questo le permette di avere una visione a 360° sul settore fotovoltaico, sia per presenza sul territorio – quel che consente un monitoraggio ravvicinato dell’evoluzione normativa - sia attraverso un costante dialogo con gli operatori lungo tutte le fasi della filiera: distributori, trasportatori, impianti di trattamento.
Ad oggi, smaltire un modulo fotovoltaico significa riuscire a dare una seconda vita a gran parte dei materiali che lo compongono, con percentuali di recupero che vanno dall’80% al 95%. Ciò è sicuramente il frutto delle migliori tecnologie e dei relativi processi di trattamento, grazie ai quali si riesce a recuperare la quasi totalità dei materiali. La maggior parte dei moduli fotovoltaici è costituita da prodotti a base di silicio. Il loro processo di riciclo è di tipo meccanico e prevede la rimozione del telaio e della scatola di giunzione, la triturazione e la selezione dei materiali che può avvenire con metodi diversi. Le materie prime recuperate trovano una seconda vita in altri prodotti e negli ambiti più disparati: l’alluminio nelle lattine, il vetro nelle bottiglie o nel vetroresina, il silicio - che è una sabbia pura - in una pluralità di settori.
Altre tecnologie fotovoltaiche, come i moduli CdTe (tellururo di cadmio) o CiGS (copper indium gallium di selenide), seguono un processo di riciclo diverso rispetto ai moduli al silicio, pur mantenendo un ottimo tasso di riciclo e recupero (fino al 95%).
Perché non è possibile recuperare il 100%? Si tratta di una domanda molto comune quando si parla di riciclo dei moduli fotovoltaici. Bisogna però chiarire che non esiste alcuna operazione "0 rifiuti": un riciclo al 100% è quasi impossibile soprattutto per quanto riguarda un prodotto composto da diversi materiali assemblati insieme. La polvere persa nei filtri, i materiali quali acetato di vinile (EVA) o tedlar sono complessi da reintrodurre nel mercato oppure possono essere recuperati solo tramite processi troppo costosi in termini economici ed ambientali. Tuttavia, il tasso di riciclo dei moduli fotovoltaici è, ad oggi, uno dei più alti tra le apparecchiature elettriche ed elettroniche sul mercato.
Non solo Europa. L’investimento nella produzione di energia su larga scala attraverso l'uso della tecnologia fotovoltaica ha da tempo interessato anche altre aree geografiche, con paesi quali Stati Uniti, Australia, India, Cina, Giappone, Africa che stanno investendo sempre di più in questa fonte. PV CYCLE è stata la prima associazione al mondo dedicata ed attiva nella raccolta e riciclo dei moduli fotovoltaici a fine vita, e questo le ha permesso di essere testimone dell’evoluzione globale in termini di riciclo e recupero. Un’attività che a livello mondiale, purtroppo, tarda a decollare. Non vi sono infatti abbastanza impianti di trattamento per i rifiuti fotovoltaici e, strano a dirlo, ciò è dovuto principalmente al fatto che non vi è ancora un sufficiente quantitativo di moduli fotovoltaici da smaltire. Inoltre, l'implementazione di questo tipo di impianti è estremamente costosa.
Un altro importante fattore, con il quale PV CYCLE si confronta spesso, è il ritardo del legislatore: se i 28 Paesi europei sono obbligati a riciclare, nel resto del mondo non è prevista una legislazione specifica. Gli ultimi anni hanno però visto nascere l’interesse dei governi per la tematica ambientale e diversi paesi hanno cominciato ad attivarsi anche su queste tematiche. L’Europa rimane però un punto di riferimento, sia in termini normativi che pratici. Qualche esempio recente: 25 tonnellate di rifiuti FV provenienti dal Senegal e altre 3 importate da Panama hanno raggiunto impianti di trattamento europei.
E in Italia? Se osserviamo il panorama del fotovoltaico italiano notiamo una fase di significativo cambiamento, sia per quanto riguarda il parco impianti esistenti, sia per quanto riguarda le nuove realizzazioni. Con una potenza installata di circa 20 GW, il parco fotovoltaico italiano è uno dei più grandi d’Europa e le attività di revamping di parte o di tutti i moduli fotovoltaici installati si stanno intensificando al fine di ottimizzare la produttività degli impianti. I gestori, inoltre, richiedono sempre più servizi aggiuntivi di manutenzione straordinaria ed innovazione tecnologica, quali il rilevamento dei numeri seriali dei moduli fotovoltaici o il monitoraggio dell’impianto e delle sue prestazioni mediante l’utilizzo di droni.
Questa nuova fase del fotovoltaico italiano si è tradotta innanzitutto in un incremento dei moduli FV da smaltire; ha anche rappresentato l’occasione per pensare a nuovi modelli di gestione del fine vita e, più in generale, per guardare con occhi diversi il ciclo di vita dei moduli fotovoltaici. In termini di economia circolare questo significa che parole come Riutilizzo e Refurbishment iniziano a fare parte del vocabolario di settore. Attività che, se sviluppate in modo corretto, possono regalare ai moduli fotovoltaici una seconda vita.
“I moduli fotovoltaici sono prodotti ecologici e speriamo che i produttori siano in grado di capire che il futuro di questo settore è nelle loro mani. Lasciare che un prodotto ecologico e perfettamente riciclabile come il modulo fotovoltaico finisca in una discarica significa per i produttori danneggiare il futuro della propria attività” – dice Bertrand Lempkowicz, Communication, Marketing & PR Manager di PV CYCLE. Se tutti giocano al "gioco del riciclo", riciclare e recuperare sarà più economico e persino più efficiente, portando benefici a tutto il comparto del fotovoltaico.