Che cosa prevede il recentissimo decreto sulle linee guida operative in materia di certificati bianchi?
Il Ministero dello Sviluppo economico, di concerto con la Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, ha emanato il 30 aprile 2019 il decreto di approvazione della Guida operativa per promuovere l'individuazione, la definizione e la presentazione di progetti nell’ambito del meccanismo dei Certificati Bianchi prevista dal decreto attuativo modificato a maggio 2018.
La Guida, redatta dal GSE in collaborazione con ENEA e RSE, riporta le informazioni utili per la predisposizione e la presentazione delle richieste di accesso agli incentivi nonché indicazioni sulle potenzialità di risparmio energetico derivanti dalla applicazione delle migliori tecnologie disponibili nei principali settori produttivi. Il decreto aggiorna, inoltre, la tabella recante le tipologie progettuali ammissibili al meccanismo dei Certificati Bianchi.
Il provvedimento fa parte delle disposizioni, previste dal decreto ministeriale aggiornato a maggio 2018, volte ad accrescere l’offerta dei Certificati sul mercato e a favorire la semplificazione del meccanismo. Il Decreto e le linee guida sono disponibili sul sito del Mise, al seguente link.
Quando si terrà la prima riunione del tavolo con gli stakeholder e di cosa si discuterà?
La riunione è stata convocata per il 20 maggio 2019. Sono stati invitati soggetti obbligati e associazioni di settore.
C’è chi ipotizza interventi ulteriori sullo schema, es. con approvvigionamenti a termine, aste etc. Sono tra le opzioni possibili? O quali altri potrebbero essere i rimedi?
Nella bozza di Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima si dichiara di voler potenziare gli strumenti per l’efficienza energetica per attivare gli investimenti e centrare gli sfidanti target definiti al 2030. Per quanto riguarda i Certificati Bianchi, le principali linee evolutive che si propongono mirano a semplificare l’accesso al meccanismo e la rendicontazione dei risparmi, promuovendo interventi soprattutto nei settori civile e trasporti (che insieme rappresentano circa il 90% dei risparmi target), anche tramite la promozione di misure comportamentali. È prevista inoltre una valutazione volta a massimizzare il rapporto tra i benefici derivanti dai risparmi energetici e i costi necessari alla realizzazione degli interventi, eventualmente revisionando anche il meccanismo di obbligo e di scambio dei titoli attualmente in essere.
In sostanza, è certamente necessaria un’operazione di breve termine sul meccanismo per consentire una ripresa dell’offerta di titoli e dare ossigeno a un meccanismo che, in questa fase, è caratterizzato da un importante corto di mercato. In questo senso, il lavoro svolto con il GSE e l’incontro del 20 maggio sono la prima occasione per sbloccare una serie di problematiche aperte con gli operatori di settore e a cui si vuole fornire una risposta certa.
Nel medio termine, andrà certamente valutata l’opportunità di interventi più strutturali sul meccanismo, anche in un’ottica di armonizzazione dei diversi strumenti di incentivazione messi in campo per raggiungere il target al 2030.
Secondo una recente analisi risulta che la maggior parte dei paesi adotta meccanismi a quote d’obbligo (di cui 24 negli USA e 12 in Europa) e gare competitive, adottate in 6 Paesi (2 negli Stati Uniti, Brasile e 3 in Europa: Svizzera, Germania, Portogallo). In nessun caso, però, sono erogati incentivi sulla misura dettagliata del risparmio addizionale generato nel corso di ciascun anno di esercizio, ma si tratta di meccanismi più simili a finanziamenti in conto capitale o che, comunque, incentivano a “forfait” il risparmio conseguito. Si tratta, in sostanza, di meccanismi che incentivano investimenti che poi generano risparmi di energia e non il TEP risparmiato e misurato in quanto tale.
Dunque, sebbene il meccanismo italiano presenti caratteristiche uniche, innovative e di interesse, va svolta una riflessione approfondita se e come vi siano modalità per semplificarlo e renderlo più stabile e certo per gli investitori, senza prescindere dalla necessità di mantenere un controllo sul reale esercizio degli interventi. Andrà inoltre trovato il miglior compromesso in termini di efficacia ed efficienza anche in termini di oneri tariffari, che permetta di raggiungere gli obiettivi stabiliti dal PNIEC al minimo costo per i consumatori.
L’anno prossimo l’Italia raggiungerà comunque i suoi obiettivi al 2020 sull’efficienza usando gli altri strumenti (conto termico ed ecobonus) anche se non si riuscisse a far ripartire i Tee per tempo?
L’Italia ha attivato, oltre al meccanismo dei certificati bianchi, delle detrazioni fiscali per le ristrutturazioni edili e il conto termico, altre misure di incentivazione che, anche se non espressamente dedicate alla promozione dell’efficienza energetica, concorrono al raggiungimento degli obiettivi: ad esempio il Piano Impresa 4.0 e le misure di promozione della mobilità sostenibile e dello shift modale. Inoltre, un ulteriore contributo alla riduzione dei consumi deriverà dai progetti sostenuti dal Fondo Nazionale per l’Efficienza Energetica, presto operativo. La valorizzazione dei risparmi delle diverse misure attivate nonché l’auspicabile rilancio del meccanismo dei certificati bianchi dovrebbe garantire il pieno raggiungimento degli obiettivi al 2020.