La diminuzione dei consumi energetici è, almeno sulla carta, la classica strategia win-win: fa bene ai bilanci delle imprese e dei consumatori privati, che possono sostenere costi meno elevati in bolletta, ed è positiva anche per la comunità nel suo complesso, che beneficia della riduzione delle emissioni associate alla produzione di energia. In linea teorica, dunque, sugli investimenti in efficienza non dovrebbero esserci dubbi, ma la realtà ci consegna un quadro molto distante da questa condizione ideale.
Il gap è dovuto a ragioni di tipo culturale e, soprattutto, economico: spesso infatti le aziende non hanno un’adeguata disponibilità finanziaria per avviare interventi di efficientamento, oppure preferiscono destinare queste risorse alle attività ordinarie. Ecco perché, anche in Italia, si è affermato il modello delle ESCo (Energy Service Company), imprese specializzate nel campo dell’efficienza energetica, in grado di fornire tutti i servizi necessari per la realizzazione di interventi per la riduzione dei consumi energetici, a parità di performance.
Seaside è una delle principali ESCo italiane ed è parte del gruppo Italgas, leader in Italia e terzo in Europa nel settore della distribuzione del gas naturale, quotato sul mercato azionario italiano nell’indice FTSE MIB della Borsa Italiana.
Le ESCo forniscono quindi i servizi necessari alla realizzazione di un intervento di efficientamento, assumendosi l’onere dell’investimento e il rischio di un mancato risparmio, a fronte della stipula di un contratto, i cosiddetti Energy Performance Contract. Questi contratti sono legati, in quota variabile, all’accordo tra le parti, all’efficienza generata per i clienti e ai risparmi ottenuti a seguito dell’intervento. Il vantaggio per le imprese è costituito dall’esonero all’investimento diretto, che rende possibile ottenere un aumento di efficienza senza impegnare asset economici. Tuttavia, non si tratta soltanto di un supporto di tipo finanziario: la ESCo deve infatti possedere le adeguate competenze tecniche e le disponibilità economiche necessarie per realizzare quanto loro commissionato, offrendo anche la giusta dose di flessibilità.
In tal senso, nella stipula di un contratto di rendimento energetico (o secondo la terminologia anglosassone Energy Performance Contract, o EPC) è di fondamentale importanza la misura e il monitoraggio del risparmio energetico ottenuto a seguito della realizzazione di un intervento di efficientamento energetico. In Italia questo modello ha faticato ad affermarsi, in buona parte per una questione di limiti dimensionali e finanziari della maggioranza delle Energy Service Company, che non sono riuscite così a intercettare la domanda delle imprese.
Secondo noi il mercato dell’efficientamento energetico continuerà a crescere nei prossimi anni anche grazie alle operazioni di M&A, ovvero fusioni o acquisizioni di ESCo da parte di grandi operatori del settore energia, che ha reso le Esco più competitive e solide finanziariamente. Va poi sottolineato come i meccanismi di supporto, come i certificati bianchi, possano essere un incentivo prezioso allo sviluppo dei contratti EPC.
In quest’ottica potrebbe rivelarsi determinante la semplificazione del meccanismo incentivante che, incrementando gli interventi di efficientamento energetico, possa offrire maggiore impulso allo sviluppo del settore e di conseguenza alla riduzione dei consumi – e quindi al risparmio – di imprese e comunità.