Elettricità Futura ritiene che lo sviluppo delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica, unitamente all’evoluzione tecnologica, alla dismissione degli impianti termoelettrici più inquinanti ed allo switch dal carbone a gas naturale, consentiranno una radicale decarbonizzazione del settore energetico italiano, garantendo al contempo sicurezza degli approvvigionamenti e competitività.
Lo scenario al 2030 sarà determinato dall’effetto simultaneo di diversi fattori che delineeranno un processo di transizione in grado di valorizzare i punti di forza del nostro settore elettrico.
Riduzione delle emissioni climalteranti per i settori ETS del 48% rispetto al 2005. Il rafforzamento dell’ETS è il passaggio cruciale per ridurre le emissioni di gas serra. L’ETS, pilastro centrale delle politiche climatiche europee, dovrebbe promuovere, attraverso un mercato unico e, pienamente armonizzato in tutta Europa, di diritti di emissione di CO2 lo sviluppo efficiente delle tecnologie low carbon. Tale meccanismo è però oggi reso inefficace dalla presenza di un surplus di quote la cui rimozione è fondamentale al fine di giungere a un riequilibrio del mercato. La riforma del sistema, in discussione a livello europeo, dovrebbe consentire nel medio periodo di bilanciare domanda e offerta di crediti portando ad un incremento del prezzo della CO2 tale da promuovere le scelte di investimento e disinvestimento necessarie per il raggiungimento degli obiettivi nazionali ed europei al 2030. A fronte degli obiettivi vincolanti di riduzione delle emissioni di CO2 rispetto al 2005, pari al 43%, si ritiene fattibile l’identificazione di un target superiore, fino al 48%. In tal senso, è necessario che il Governo riaffermi in sede comunitaria il suo impegno al rafforzamento dell’ETS e/o all’eventuale introduzione di sistemi complementari. Il recente mancato successo del negoziato europeo sulla riforma del sistema ETS non deve scoraggiare, ma al contrario, deve diventare occasione per un ulteriore rilancio. Il fatto che Consiglio, Parlamento e Commissione non siano riusciti a trovare un accordo politico non dissuade dalla convinzione che l’ETS abbia un ruolo centrale nelle politiche comunitarie volte ad un futuro sostenibile, sempre tutelando la concorrenza europea.
Penetrazione del vettore elettrico pari al 25% dei consumi finali di energia. L’energia elettrica è già oggi un vettore energetico significativamente decarbonizzato, grazie al contributo delle fonti energetiche rinnovabili (FER) e di impianti termoelettrici ad alta efficienza alimentati a gas naturale. Il processo di decarbonizzazione è destinato a rafforzarsi nei prossimi anni grazie all’ulteriore sviluppo delle FER e alla possibilità di promuovere, nel percorso da qui al 2030, lo switching da carbone a gas nella residua produzione fossile. Un simile assetto produttivo, anche in prospettiva, permetterà il trasferimento dei benefici della decarbonizzazione in tutti i settori economici del Paese, nonché una significativa riduzione della dipendenza energetica. Secondo le stime di Elettricità Futura, al 2030 la quota dell’energia elettrica sui consumi finali potrà crescere dall’attuale 21% ad almeno il 25%, corrispondente ad un consumo finale lordo di elettricità compreso fra i 330 e i 340 TWh. A tal fine devono essere attuate opportune politiche che creino sin da ora le condizioni per la diffusione delle elettrotecnologie e dell’auto elettrica in linea con i trend europei, contribuendo in tal modo alla riduzione dei livelli di inquinamento dell’aria nelle nostre aree urbane.
Riduzione dell’intensità energetica italiana di almeno il 25%. Il nostro Paese è già ora tra i più virtuosi tra le grandi economie sviluppate ed emergenti in termini di intensità energetica, cioè di quantità di energia necessaria per produrre ricchezza e sviluppo. Elettricità Futura ritiene che l’intensità energetica del Paese al 2030 possa raggiungere il valore di 70-75 Tep/M€, con una riduzione del 25-30% rispetto ad oggi, grazie ad una domanda di energia primaria di circa 130 Mtep, corrispondente ad una riduzione dei consumi dell’ordine del 40% rispetto al tendenziale stimato nel 2007, a fronte di un obiettivo europeo del 30%. Il superamento del target europeo sarà possibile puntando su elettrificazione dei consumi, digitalizzazione delle reti, revisione del disegno del mercato elettrico, maggiore efficienza nei processi industriali, sfruttamento del potenziale tuttora largamente inespresso delle rinnovabili termiche (a titolo di esempio, pompe di calore e teleriscaldamento) e riqualificazione del parco immobiliare. Nello specifico, per gli edifici residenziali e del terziario è necessario un coordinamento degli interventi per l’efficienza energetica nell’ambito del “Piano Casa Italia”.
Sviluppo delle rinnovabili elettriche ad almeno il 50% del Consumo Finale Lordo di elettricità. Le fonti rinnovabili contribuiscono già oggi intorno al 35% del consumo finale lordo di energia elettrica e sono già, in molti casi, competitive rispetto alle tecnologie convenzionali. Al 2030, tali fonti potranno coprire almeno il 50% del consumo finale lordo di elettricità, assumendo che i consumi crescano verso valori dell’ordine di 340 TWh. Il contributo delle FER potrà anche essere maggiore nel caso in cui i consumi di elettricità superino oltre tali valori e siano coperti sostanzialmente da produzione da fonti rinnovabili. Per conseguire una simile crescita sono necessarie misure affinché le FER possano continuare a svilupparsi efficacemente e in maniera sostenibile sia nel breve periodo (al 2020), sia nel più lungo processo di transizione che condurrà al 2030. Nel nostro Paese, i nuovi investimenti in fonti rinnovabili vengono promossi attraverso meccanismi di tendering in coerenza con quanto previsto dalle linee guida della UE. E’ fondamentale che il Governo prosegua da subito con l’attuazione di tender in modo consentire a tale settore di realizzare investimenti evitando discontinuità. Nel contempo, dovrebbero essere introdotti meccanismi di programmazione anticipata delle aste di almeno 3-5 anni, per consentire una migliore visibilità agli investitori: tale misura, che viene anche suggerita dalla UE nell’ambito della bozza di direttiva “Rinnovabili”, si tradurrebbe ovviamente in una migliore preparazione e selezione dei progetti e quindi, da ultimo, nella realizzazione di impianti più performanti e a minori costi di produzione. In linea generale Elettricità Futura condivide il principio che i tender siano caratterizzati da neutralità tecnologica, prevedendo però, soprattutto nel breve-medio termine, eccezioni necessarie a garantire uno sviluppo equilibrato del parco di generazione e delle varie tecnologie e dimensioni di impianti. Inoltre uno sviluppo efficiente delle FER richiederà anche una forte semplificazione amministrativa del permitting. La progressiva riduzione del costo delle tecnologie rinnovabili renderà tali fonti sempre più competitive. Ciò nonostante, resta fondamentale il ricorso a strumenti di stabilizzazione del flusso dei ricavi che eliminino l’esposizione al rischio di volatilità di commodity esogene e, quindi, consentano di abbattere il costo del capitale necessario per l’investimento. In particolare, per il periodo 2020-2030, potranno essere esaminati ulteriori meccanismi di Power Purchase Agreement tra produttori di energia e grandi consumatori, aggregazioni di consumatori o soggetti pubblici e nell’ambito dei programmi governativi, sempre da aggiudicare mediante processi competitivi. Tali strumenti dovrebbero essere anche destinati alla valorizzazione dei siti già oggetto di investimenti in passato, consentendo in tal modo di promuovere interventi di repowering i quali consentono di sfruttare nel migliore dei modi i siti più vocati minimizzando l’impatto ambientale delle installazioni.
Sicurezza e competitività del sistema. Il parco produttivo italiano è caratterizzato da prestazioni tecnologiche ed ambientali di assoluto rilievo grazie ad un mix di fonti rinnovabili e centrali convenzionali versatili ed efficienti, in grado di garantire flessibilità, sicurezza degli approvvigionamenti e riduzione delle emissioni. Nel settore elettrico, l’import di elettricità è atteso in diminuzione per effetto di una maggiore convergenza del mix italiano con quello dei Paesi limitrofi, portando la produzione elettrica nazionale a superare i 300 TWh, coperta per circa il 45% da centrali convenzionali ad alta efficienza, in modo da valorizzare i punti di forza del sistema italiano. In questo quadro occorre assicurare al Paese un sistema elettrico competitivo e sicuro. A tal fine deve essere rivista l’architettura di mercato per assicurare l’integrazione delle fonti rinnovabili, programmabili e non, e la partecipazione attiva dei consumatori. Al contempo è essenziale la rapida introduzione di un meccanismo di capacity market che risponda all’esigenza di adeguatezza del sistema elettrico, fornendo segnali di prezzo di medio/lungo periodo, al fine di indirizzare al meglio le scelte di investimenti e disinvestimenti.
Le nuove tecnologie. Un percorso di evoluzione così ambizioso richiederà la definizione di strumenti normativi e di policy in grado di guidare il cambiamento in modo efficace, con interventi mirati alla valorizzazione delle specifiche filiere e all’accompagnamento dello sviluppo di tecnologie e modelli di produzione innovativi. Al contempo appare fondamentale lo sviluppo della rete elettrica nazionale e della resilienza del sistema elettrico, tramite l’evoluzione verso i sistemi di accumulo, soluzioni di tipo smart grid e generazione distribuita alimentata da fonti rinnovabili. L’obiettivo di garantire al sistema elettrico sicurezza e adeguatezza si dipana anche attraverso la valorizzazione di nuovi efficienti Sistemi di Distribuzione Chiusi o Energy Communities, la generazione distribuita e l’evoluzione verso i prosumer, come previsto nel pacchetto “Clean Energy for all European”.
Tali passaggi, unitamente all’evoluzione tecnologica, consentiranno una radicale decarbonizzazione del settore energetico italiano, garantendo al contempo sicurezza degli approvvigionamenti e competitività del sistema elettrico e quindi del sistema Paese. Elettricità Futura è convinta che l’insieme delle misure da noi proposte potrà consentire lo sviluppo armonico delle diverse risorse rinnovabili e delle tecnologie elettriche ad alta efficienza, in un quadro nel quale la flessibilità e l’adeguatezza del sistema verranno garantite dalle centrali tradizionali più flessibili, in particolare quelle idroelettriche e i cicli combinati a gas naturale e a tendere anche dai sistemi di accumulo.