La Strategia Energetica Nazionale (SEN) rappresenta un importante strumento per lo sviluppo del settore: in un contesto di profonda evoluzione dei mercati energetici, è oggi attuale l’esigenza di creare un nuovo quadro di riferimento certo e stabile – soggetto ad aggiornamento/adeguamento periodico – affinché l’industria possa orientare le proprie scelte di investimento basate su criteri di mercato, anche nel lungo periodo.

A tal fine, è essenziale che la SEN parta da una chiara impostazione di governance nell’ambito della quale il Governo definisca le scelte strategiche e queste siano poi attuate concretamente e coerentemente dalle altre Istituzioni coinvolte con una chiara definizione delle rispettive competenze (legislative, governative, regolatorie e amministrative).

Auspichiamo che la SEN conduca il sistema energetico italiano verso un assetto che rappresenti l’equilibrio migliore rispetto al trilemma europeo (sostenibilità ambientale, sostenibilità economica, sicurezza del sistema) e che imposti un percorso verso la decarbonizzazione e la realizzazione dei target ambientali (nonché della traiettoria per il loro conseguimento) che sia il più efficiente possibile, e quindi che tenga conto dei costi di determinate scelte e dell’impatto sulla certezza della fornitura energetica. In quest’ottica, è necessaria un’analisi costi-benefici che prenda in considerazione l’attuale situazione del sistema italiano (mix energetico, tecnologie impiegate, sviluppo infrastrutturale) e, rispetto all’evoluzione futura, tenga conto dei costi di investimento necessari, della necessità di valorizzare al meglio le infrastrutture esistenti (non determinando potenziali stranded costs) e dell’impatto sulle relative filiere industriali sottostanti.

Con queste premesse il gas naturale rappresenta nel nostro Paese la risorsa più efficiente nel perseguire questi obiettivi per una serie di motivi. In primis, il ruolo che il gas ha tradizionalmente avuto in Italia ha portato allo sviluppo di un significativo know-how in grado di conciliare sicurezza, competitività e compatibilità ambientale. L’Italia ha un elevato livello di metanizzazione con oltre 290.000 km di reti e più di 23 milioni di  clienti allacciati (più dell’82% delle famiglie italiane dispone del gas naturale, il nostro Paese è secondo in Europa), raggiunto grazie a investimenti tesi a garantire continuità, efficienza e sicurezza: promuovere o sovvenzionare fonti diverse in sua sostituzione non solo implica nuovi costi diretti ma comporta ulteriori costi indiretti connessi a investimenti già sostenuti per la costruzione di un sistema che rischia di non essere pienamente utilizzato: occorre invece portare a compimento questo disegno, raggiungendo le aree non ancora coperte da metanizzazione (parte del Mezzogiorno e la Sardegna).

Con particolare riguardo alle infrastrutture di trasporto, distribuzione e stoccaggio del gas naturale, occorre tenere presente che esse posseggono l’intrinseca capacità di integrare lo sviluppo delle fonti rinnovabili, potendo sostenere sia il prevedibile incremento nella produzione di biometano, sia la conversione, lo stoccaggio e il trasporto – anche su lunghe distanze - delle eccedenze elettriche da fonte rinnovabile attraverso tecnologie “power to gas”. Policy energetiche mirate a conservare la piena funzionalità di tali infrastrutture a costi accettabili per il sistema dovrebbero costituire una priorità nella elaborazione di un percorso “illuminato” di decarbonizzazione del sistema economico nazionale, tenuto anche conto del contributo alla sicurezza e alla resilienza del sistema energetico nazionale che esse possono garantire in caso di eventi emergenziali di qualunque origine.

Non da ultimo, il nostro Paese vanta il primo parco di produzione termoelettrica da gas in Europa - la cui tecnologia è considerata la migliore oggi disponibile sotto il profilo del rendimento e della compatibilità ambientale - che attualmente è ampiamente sottoutilizzato e spiazzato dalla permanenza del carbone e da priorità di dispacciamento per le rinnovabili, che sempre più – laddove tecnologicamente mature (come nel caso di eolico e fotovoltaico) – dovranno essere pienamente integrate nel mercato.

Per queste ragioni, riteniamo che la SEN debba promuovere una interazione di gas naturale e fonti rinnovabili nella prospettiva di un sistema energetico a basso impatto ambientale e che al tempo stesso garantisca la sicurezza della fornitura. In quest’ottica, il gas naturale deve rimanere risorsa strutturale e centrale del Paese e non può essere considerato come mero back-up. Questo non solo per il ruolo che può avere nel percorso di decarbonizzazione, ma anche per le caratteristiche intrinseche di tale risorsa: il funzionamento dell’infrastruttura gas richiede continuità della fornitura, e l’esperienza nel termoelettrico ha dimostrato come l’utilizzo parziale non consenta non solo all’infrastruttura, ma anche all’industria stessa, di funzionare.