Intervista al Prof. Federico Testa, Presidente dell’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA) 

Negli ultimi tempi sembra che in Italia si preferisca parlare di efficienza energetica piuttosto che di energie rinnovabili. Perché?

Fino a poco tempo fa in Italia si parlava quasi esclusivamente di fonti rinnovabili e solo di recente l’efficienza energetica è entrata a pieno titolo nei temi rilevanti dello scenario energetico. Credo però che non debbano esserci contrapposizioni ma, piuttosto, che occorre valorizzare le qualità dell’efficienza, ovvero di essere energia ‘non consumata’ e di poggiare su tecnologie che a differenza di altre fonti per le quali siamo debitori verso l’estero, sono made in Italy. L’efficienza, quindi, è un potente motore di sviluppo per filiere industriali e produttive nazionali, di occupazione, reddito e benessere per il Paese.

In Italia si parla da tempo di “riqualificazione degli edifici residenziali”. A che punto siamo?

Il nostro Rapporto Annuale sull’efficienza energetica evidenzia che le detrazioni del 65%, i cosiddetti ecobonus, hanno originato oltre 2,9 milioni di interventi per rendere più efficienti le abitazioni e investimenti per oltre 31 mld. di euro in un decennio. Ai 50.000 posti di lavoro annui che si sono creati, si aggiungono inoltre 26 Mt. di emissioni di anidride carbonica ‘evitate’.

L'efficienza energetica, quindi, è un volano di rilancio in chiave green e sostenibile, una grande occasione per ridurre i consumi e le bollette: non a caso si parla sempre più spesso del comparto della ‘white economy’.

Quali sono le potenzialità?

Le potenzialità sono molto rilevanti e risultati ancor di più vasta a portata si potrebbero ottenere attraverso un ampliamento degli ecobonus, ad esempio ai condomini. Noi proponiamo un grande Piano di deep renovation ovvero di riqualificazione “spinta” degli edifici residenziali che potrebbe in una prima fase stimolare investimenti di 15-20 mld. di euro/anno per riqualificare l’1% degli edifici/anno nelle zone più fredde del Paese: ciò  consentirebbe di risparmiare complessivamente  3,4 Mtep  e di evitare circa 8,5 Mt di emissioni di CO2 in soli 13 anni (2017-2030).

Grandi potenzialità sono legate anche agli oltre 13.000 edifici della PA che consumano 4,3 TWh di energia l'anno con una bolletta complessiva di circa 650 mil. di euro. Fra questi spicca il comparto dei beni culturali con oltre 3.000 luoghi d’arte – musei, monumenti, edifici storici – che è particolarmente energivoro e ha una spesa di 250 mil. l’anno. Per questo abbiamo lanciato insieme al MIBACT la campagna ‘Patrimonio culturale in classe A’.

Quali i principali ostacoli?

L’efficienza energetica la si può fare nelle imprese, nell’illuminazione, nelle comunicazioni, nei trasporti e nell’edilizia, nei beni culturali con ricadute molto positive grazie anche alla presenza di tecnologie, materiali, know how e di un tessuto industriale che in questo campo ci vede molto avanti come paese rispetto ad altri.

Tuttavia, anche in questo campo ci si scontra con ostacoli spesso legati a storiche debolezze del Paese quali la difficoltà di accesso al credito e le dimensioni ridotte delle nostre imprese che potrebbero non consentire l'accesso a economie di scale e a prodotti standardizzati di qualità elevata. Anche per una questione di costi e per un deficit di conoscenze tecnologiche.

E, allora, come se ne esce?

Servono regole intelligenti, incentivi corretti e di non ripetere gli errori del passato. E poi occorre prendere le competenze là dove ci sono. Se una Esco (le cosiddette "energy service company", ndr) propone un intervento di riqualificazione energetica, è importante affidarsi a un ente terzo che ne certifichi la validità, perché conosce le tecnologie e può certificare che il prezzo offerto sia quello corretto. Sarebbe una garanzia in più anche per la banca che deve finanziare l'intervento, la quale a sua volta non è detto che abbia tutte le competenze per valutare al meglio il dossier.

Nei documenti recentemente sottoscritti ed approvati dall’Unione Europea si trovano ambiziosi obiettivi in termini di riduzione di gas a effetto serra. Quali sono le previsioni di ENEA sul raggiungimento di tali obiettivi?

L’Analisi Trimestrale del Sistema Energetico che abbiamo appena pubblicato evidenzia diverse criticità lato decarbonizzazione, nonostante il contributo significativo dell’efficienza energetica, in linea con gli obiettivi al 2016 e 2020 fissati secondo quanto richiesto dalle Direttive in materia. 

E’ vero che nel 2016 le emissioni di CO2 sono tornate a diminuire (-0,8%) e che gli obiettivi al 2020 sembrano a portata di mano, ma da un’analisi più approfondita emerge che i target al 2030 potrebbero porre difficoltà soprattutto nei trasporti e nel riscaldamento degli edifici. Da qui anche la nostra convinzione sul ruolo strategico dell’efficienza per una profonda trasformazione di tutti i settori, attraverso un approccio integrato che metta insieme energia, sostenibilità ambientale, clima e sviluppo dell’economia, nella cornice della COP21 di Parigi e del Winter Package della Commissione europea.