Il continente africano è il secondo più popoloso dopo l’Asia, con una popolazione in continua crescita ed economie in costante espansione. Il fabbisogno energetico segue di pari passo questa tendenza, mentre la disponibilità stabile e affidabile di elettricità rappresenta una condizione necessaria per la crescita. Purtroppo, solo la metà dell’intera popolazione africana ha accesso all’energia elettrica, con punte di gran lunga inferiori nelle zone rurali dove, secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia, circa un terzo gode di questo servizio.
Negli ultimi anni, le fonti di energia rinnovabile hanno offerto una soluzione relativamente competitiva e rapida al problema. Solare ed eolico rappresentano anche una valida alternativa o comunque possono complementare i combustibili fossili su larga scala, data la crescente importanza che i governi africani tendono ad assegnare alla diversificazione e all’indipendenza energetica.
Nel 2015, solo circa il 3% della capacità elettrica installata in Africa proveniva da fonti rinnovabili, se si escludono le grandi centrali idroelettriche. Carbone, petrolio e gas costituiscono ancora la fonte principale di energia in tutto il continente. Tuttavia, anche se la caduta del prezzo del petrolio ha in parte ritardato il processo di diversificazione energetica, la diminuzione su scala globale dei costi delle tecnologie rinnovabili, e soprattutto del costo dei pannelli solari fotovoltaici, ha permesso al mercato di continuare a crescere. Se nel 2015 la capacità totale di solare ed eolico si aggirava intorno ai 6 GW, nel 2020 potrebbe quadruplicare e superare i 20 GW installati.
I numeri cominciano ad essere significativi, anche se sussistono delle differenze fondamentali fra le regioni e i paesi africani, sia in termini di preferenze tecnologiche sia di grandezza del mercato e opportunità di investimento.
I mercati che hanno guidato la crescita rinnovabile in Africa negli ultimi anni sono stati Marocco e Sudafrica, grazie ad una serie di aste che hanno permesso l’assegnazione di progetti a prezzi per unità elettrica sempre più competitivi. Mentre il Sudafrica ha puntato su una varietà di fonti rinnovabili includendo quote per progetti di biomassa e idroelettrici, il Marocco ha preferito focalizzarsi sull’eolico e il solare a concentrazione, che registra però costi maggiori rispetto alle altre soluzioni tecnologiche.
Nel 2016 sono emerse nuove opportunità in mercati che hanno puntato sul solare fotovoltaico grazie a costi decrescenti, relativa rapidità di installazione degli impianti e possibilità di applicazione su scala minore fra i piccoli consumatori e le zone rurali distanti dalla rete elettrica nazionale. Algeria, Egitto, ma anche Nigeria, Kenya e Zambia si stanno muovendo in questa direzione con risultati ancora incerti nei casi in cui le condizioni di investimento sono generalmente più rischiose.
Naturalmente in Africa il problema non è la disponibilità di fonti di energia rinnovabile, bensì il sostegno politico e l’impegno dei governi ai progetti; i cosiddetti targets nazionali danno un’indicazione degli obiettivi di lungo termine di un paese ma non sono sufficienti ad attrarre investitori se non sono seguiti da misure concrete come l’indizione delle aste o il riconoscimento di altri incentivi.
La disponibilità di capitali costituisce un altro ostacolo importante, in parte alleviato da programmi intergovernativi e di istituzioni multilaterali come Power Africa che facilitano prestiti a condizioni più convenienti. L’esecuzione di progetti in Marocco, Sudafrica e Algeria, ma anche i risultati delle aste in Giordania e Dubai forniscono dei precedenti importanti, molto più vicini alle realtà locali rispetto ai mercati europei o asiatici. Simili iniziative in altri paesi africani non solo contribuirebbero a realizzare progetti di green energy nel continente, ma permetterebbero l’accesso all’energia elettrica ad una popolazione sempre piú estesa.