L’Italia dispone oggi di un potenziale di crescita delle rinnovabili che può essere attivato in tempi relativamente brevi: 21 GW di nuova capacità installata intervenendo sugli impianti eolici e fotovoltaici a terra già presenti sul territorio. Una capacità che si aggiungerebbe agli 80,8 GW attualmente in esercizio e che, in termini di produzione, si tradurrebbe in quasi 40 TWh di elettricità pulita all’anno in aggiunta ai 58 TWh che nel 2024 sono stati prodotti da eolico e fotovoltaico.
Questi i principali risultati dell’analisi (Elaborazioni Elemens per l’analisi su eolico, elaborazioni Althesys per l’analisi su fotovoltaico) realizzata da Elettricità Futura a partire dagli impianti fotovoltaici a terra utility scale con anzianità pari ad almeno dieci anni e dagli impianti eolici usciti dal periodo di incentivazione o prossimi ad uscirne (entro il 2029).
I numeri che emergono assumono un rilievo ancora maggiore se confrontati con la traiettoria prevista dal PNIEC: per raggiungere i 130 GW rinnovabili al 2030, l’Italia dovrà installare oltre 10 GW all’anno di nuova potenza nel quinquennio 2026–2030, per un totale di 52 GW aggiuntivi (38 GW fotovoltaici e 14,7 GW eolici). Un obiettivo ambizioso, soprattutto alla luce dell’andamento delle nuove realizzazioni: nei primi nove mesi del 2025 sono stati installati 4,47 GW, quasi interamente fotovoltaici, mentre l’eolico si è fermato a 367 MW, segnando un rallentamento rispetto alle necessità programmatiche.
In questo scenario, il repowering emerge come la leva più efficace per colmare il divario tra fabbisogni e realizzazioni, perché consente di aumentare la potenza e la produttività intervenendo su infrastrutture già autorizzate. Significa valorizzare territori già integrati con impianti rinnovabili senza alcun utilizzo aggiuntivo di suolo, incrementare la produzione a costi competitivi, ridurre le perdite fisiologiche dovute all’invecchiamento tecnologico e attivare nuova capacità con tempi autorizzativi molto più brevi rispetto ai nuovi impianti. Ciò consentirebbe al contempo di accelerare il tasso di decarbonizzazione, la sicurezza energetica e la competitività dell’intero sistema industriale italiano.
Incremento di capacità da repowering

Fonte: Elaborazioni Elemens per l’analisi su eolico, elaborazioni Althesys per l’analisi su fotovoltaico
Guardando alle singole fonti, il repowering offre un potenziale immediatamente attivabile di 6 GW di nuova capacità eolica, pari al 46% di capacità necessaria per raggiungere l’obiettivo PNIEC, ottenibile grazie alla sostituzione delle turbine esistenti con aerogeneratori più performanti, capaci di ridurre fino al 65% il numero di pale pur incrementando la producibilità. Sul fronte fotovoltaico, il potenziale tecnico di repowering degli impianti utility-scale pre-2013 è pari a 7,5 GW, attivando nuova potenza fino a 15 GW considerando l’aumento di potenza ottenibile a parità di area autorizzata e l’utilizzo di tracker. Ciò corrisponde al 36% di capacità necessaria per raggiungere l’obiettivo fotovoltaico PNIEC.
Gli effetti in termini di produzione e benefici climatici sono altrettanto rilevanti. Gli interventi di repowering possono generare fino a +40 TWh: suddivisi tra 22 TWh provenienti da eolico, con 29 MtCO₂ evitate entro il 2035, e 18 TWh dal solo fotovoltaico utility-scale, corrispondenti a 17 MtCO₂ evitate.
Tali stime non comprendono l’ulteriore potenziale di repowering derivante dal fotovoltaico su coperture (Fonte Althesys) che, anche limitando ai soli casi di repowering a parità di area, potrebbe aggiungere altri 9 GW di potenza da rinnovabili con un contributo potenziale addizionale fino a +10 TWh di produzione.
Il repowering, inoltre, risponde a una criticità spesso sottovalutata: il declino fisiologico della produzione degli impianti e la loro dismissione porterebbe ad una potenziale perdita di 7,5 TWh di generazione da fotovoltaico e 11,5 TWh da eolico. Agire tempestivamente sul parco esistente significa dunque non solo recuperare efficienza, ma evitare la perdita di generazione da fonti rinnovabili.
Dal punto di vista industriale, siamo di fronte ad una opportunità in grado di mobilitare ingenti investimenti privati nel Paese con orizzonti temporali ridotti: fino a 33 miliardi di euro suddivisi in 18 miliardi per l’eolico, con orizzonte 24-36 mesi, e 15 miliardi per il fotovoltaico, attivabili in 12–24 mesi.
Il repowering si configura, dunque, come un fattore strategico complementare allo sviluppo greenfield, in grado di contribuire in modo sostanziale al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione al 2030.
La sua integrazione in una strategia nazionale coordinata – che includa semplificazione autorizzativa, evoluzione delle regole di connessione, sviluppo della rete e dei sistemi di accumulo – può accelerare in maniera determinante l’incremento della generazione rinnovabile, migliorare l’efficienza degli asset esistenti e rafforzare la sicurezza energetica del Paese.
In un contesto in cui la decarbonizzazione sarà guidata dall’elettrificazione - e di conseguenza trainerà la domanda di elettricità - l’ottimizzazione delle infrastrutture già presenti sul territorio rappresenta non solo un’opportunità, ma anche un’esigenza sistemica per sostenere la competitività industriale, assicurare indipendenza strategica e raggiungere gli obiettivi climatici dell’Italia e dell’Europa.


















