Il riscaldamento globale sta alterando il ciclo dell’acqua in modo sempre più evidente, influenzando la distribuzione delle precipitazioni, l’evaporazione e la disponibilità di risorse idriche. Nel 2024 le temperature medie globali hanno superato per la prima volta la soglia di +1,5°C rispetto all’epoca preindustriale. In Italia l’aumento è stato ancora più marcato, raggiungendo +2,72°C.
In Italia, in particolare, il cambiamento climatico sta aggravando lo stress idrico. Il nostro Paese nel 2023 è stato infatti tra i Paesi europei più colpiti, superato solo da Belgio, Grecia e Spagna. La scarsità d’acqua ha anche un impatto diretto sull’economia: nel 2023 l'Italia è stata il 3° Paese in UE-27+UK per perdite economiche legate al cambiamento climatico, con un costo di 267 euro pro capite, 63 euro superiore alla media europea (204 euro), quasi 6 volte il valore registrato dalla Francia (45,8 euro) e oltre 10 volte il valore registrato dalla Germania (25,8 euro).
Le analisi dell’Osservatorio della Community Valore Acqua per l’Italia di TEHA mostrano una fotografia della gestione nazionale della risorsa idrica per il 2025 ancora “a luci e ombre”: l’Italia si posiziona come 18° Paese in Unione Europea nell’indice “Valore Acqua verso lo Sviluppo Sostenibile 2025”, un indicatore composito sviluppato per fornire una visione di insieme sulla sostenibilità della gestione della risorsa acqua in Italia e nei Paesi europei, registrando un miglioramento di 3 posizioni rispetto all’indice «Valore Acqua verso lo Sviluppo Sostenibile 2024-Adjusted». Tale indice rappresenta una fotografia dello stato dell’arte dei Paesi europei nell’anno precedente, ma tenendo conto della revisione delle serie storiche da parte delle principali banche dati internazionali.
In questo scenario, per garantire una crescita sostenibile e resiliente, il settore idrico deve affrontare sfide complesse, quali la salvaguardia della qualità della risorsa, la promozione di una consapevolezza diffusa sul suo valore e una sua gestione circolare e digitale.
Salvaguardare la relazione tra acqua e salute rimane un’altra sfida prioritaria da indirizzare: a fronte di una disponibilità di acqua di alta qualità, solo il 70% delle acque reflue è trattato in modo sicuro in Italia. Ogni anno 6,7 miliardi di m3 di acque reflue confluiscono nei depuratori e un trattamento efficace permetterebbe una nuova vita alla risorsa.
La transizione circolare e digitale della filiera idrica rappresenta un ulteriore passaggio cruciale per affrontare le sfide poste dalla crisi climatica. Secondo i dati di Global Water Intelligence (GWI), in Italia il 16,1% degli investimenti dei gestori industriali nel settore idrico è destinato a tecnologie per l’innovazione e la circolarità, un valore inferiore di -1,7 p.p. rispetto alla media UE-27, che si attesta al 17,8%. Entro il 2029, la quota di investimenti in tecnologie in Italia è prevista aumentare fino a raggiungere il 19%, registrando una crescita di 3 punti percentuali che risulta circa 3 volte superiore alla media dell’UE-27.
Investimenti per categoria tecnologica nel settore idrico in Italia (% su totale), 2023

Fonte: elaborazione TEHA Group su dati Global Water Intelligence, 2025
Un’altra priorità per il Paese è la promozione di un uso sostenibile delle risorse idriche tra i cittadini. Gli italiani ritengono di avere un’attenzione diffusa al risparmio idrico: oltre il 95% dei cittadini si dichiara infatti attento alla riduzione dei propri consumi d’acqua, specialmente nelle aree più colpite dalla siccità, come la Sicilia. Tuttavia, questa attenzione ai consumi si accompagna a comportamenti “paradossali”: solo il 6% degli italiani ha una percezione corretta del proprio consumo idrico, mentre il 23% lo sottostima fortemente e il 71% non è in grado di quantificarlo.
Con l’obiettivo di migliorare la consapevolezza dei cittadini a partire dalle nuove generazioni, la Community Valore Acqua per l’Italia è attivamente impegnata nella formazione dei giovani attraverso un progetto pilota nelle scuole italiane, che ha già coinvolto oltre 5.000 studenti su tutto il territorio nazionale e si è rivelata efficace per migliorare la consapevolezza degli studenti circa il valore della risorsa idrica.
è inoltre importante tenere in considerazione che l'impatto di un individuo o di un Paese sulla risorsa idrica non riguarda solo i consumi diretti, ma include anche quelli necessari per la produzione di beni e servizi consumati. In Italia i consumi idrici diretti, 215 litri giornalieri pro-capite, costituiscono solamente il 3,4% dei consumi complessivi del Paese, che ammontano a 6.300 litri giornalieri pro-capite.
Nel complesso l’Italia si caratterizza per essere un Paese fortemente idrovoro: si posiziona al 3° posto in EU-27 per consumi idrici diretti giornalieri pro-capite e al 1° posto per consumi idrici complessivi annui, con 130 miliardi di m3 consumati nel solo 2023.
Indirizzare queste sfide implica promuovere gli investimenti e favorire politiche mirate. Gli investimenti privati dei gestori industriali nel Servizio Idrico Integrato continuano il proprio percorso di crescita dal 2015 ad oggi e si assestano a 72 euro pro capite nel 2024. La loro evoluzione ha registrato un tasso di crescita medio annuo del +7,4% nel periodo, quasi raddoppiando dal 2015 (38 euro pro-capite). Ciononostante, la media dell’ultimo quinquennio si limita a 62 euro pro-capite, un valore che posiziona l’Italia al di sotto della media UE-27+UK (83 euro pro-capite). A questo ritmo serviranno altri 2 anni per raggiungere la media attuale UE-27+UK e 6 anni per raggiungere la media attuale di Francia, Germania e Regno Unito.
Inoltre, nel trattare il settore idrico italiano non è possibile dimenticare che nel suo ciclo continuo, l’acqua connette una moltitudine di settori economici strategici per il Paese. La Community Valore Acqua per l’Italia ha mappato e ricostruito per la prima volta il valore della filiera estesa dell’acqua in Italia: nel 2023 l’acqua è stata l’elemento abilitante per la generazione di 383 miliardi di euro di Valore Aggiunto in Italia. Senza la risorsa acqua il 20% del PIL italiano non potrebbe essere generato (+1 p.p. rispetto al 2022).
Ricostruzione della filiera estesa dell’acqua

Fonte: elaborazione TEHA Group su dati Istat, AIDA, OpenBDAP e tabelle delle interdipendenze settoriali, 2025
In conclusione, le principali evidenze della sesta edizione della Community Valore Acqua per l’Italia rimarcano come sia necessario definire un intervento di natura sistemica a livello nazionale, in grado di mettere a fattor comune i contributi di tutti gli attori della filiera estesa dell’acqua, intervenendo sui fattori ostativi e valorizzando i fattori acceleratori per il suo sviluppo. La strada è chiara, ora occorre solo percorrerla, mettendo a sistema le tante eccellenze della filiera dell’acqua del Paese.
Lorenzo Tavazzi (Senior Partner, TEHA), Benedetta Brioschi (Partner e Project Leader della Community Valore Acqua per l’Italia, TEHA) e Nicolò Serpella (Professional e Project Coordinator della Community Valore Acqua per l’Italia, TEHA)



















