La cessazione, il 1° gennaio 2025, del contratto di transito del gas russo attraverso l'Ucraina ha rappresentato un altro tassello nel declino delle forniture di gas dalla Russia all'Europa. Le consegne tramite TurkStream all'Europa sud-orientale e all'Ungheria rimangono ora l'unica via per Gazprom per fornire gas a un mercato europeo, che un tempo dipendeva per la maggior parte del suo import da Mosca. Per decenni, i corridoi di transito dell'Ucraina sono stati un'arteria vitale per le consegne di gas russo al Vecchio Continente e hanno plasmato flussi energetici e dinamiche geopolitiche. La risoluzione di questo accordo, sullo sfondo delle tensioni internazionali e della diversificazione energetica, segna l'inizio di cambiamenti sostanziali nelle catene di fornitura del gas, nelle dinamiche commerciali del GNL e nei prezzi del mercato globale.
La fine del transito ha previsto innanzitutto una nuova riconfigurazione dei flussi di gas in arrivo in Europa. Prima della conclusione dell'accordo, il gas movimentato attraverso l'Ucraina era limitato a un singolo corridoio che passava per Sudzha: riflesso di una significativa riduzione della capacità e del ruolo dei gasdotti ucraini. Questo gas, per quanto già ridottosi drasticamente rispetto ai volumi pre-bellici, ha continuato ad essere importante soprattutto per alcuni paesi dell’est. Non stupisce quindi che la Slovacchia, l'ultimo acquirente a lungo termine del gas russo che arriva attraverso l'Ucraina, abbia apertamente criticato la fine del transito e abbia persino minacciato di tagliare le forniture di elettricità all'Ucraina, evidenziando le tensioni geopolitiche derivanti dalla risoluzione dell'accordo.
Per gli altri paesi dell'Unione Europea, l’impatto è stato meno forte e per sopperire a questo ammanco, ancora prima della fine totale del transito, sono aumentati notevolmente i flussi di GNL statunitense, e paradossalmente, anche di quello russo, nonostante la richiesta di nuove sanzioni sul gas e sul GNL di Mosca avanzata da alcuni stati membri. Anche la produzione di energia rinnovabile è stata sostenuta.
Ovviamente, quei paesi con a disposizione fonti di approvvigionamento diversificate e infrastrutture di ricezione del GNL sono meglio posizionati per sopportare l'interruzione dei flussi. Maggiori importazioni di GNL in paesi come Germania e forse Italia, potrebbero servire non solo per soddisfare la loro domanda interna ma anche per rifornire i mercati orientali dell’Europa e per la ricostituzione delle scorte. Per questo è interessante monitorare cosa avverrà nei prossimi mesi.
In questo quadro, merita rilevare un altro dato non di poco conto. La riduzione del gas russo verso l’Europa ha sollevato preoccupazioni anche in ragione del concomitante aumento della domanda di gas per riscaldamento. Una crescente richiesta a cui si sta rispondendo soprattutto tramite un maggior prelievo dai siti di stoccaggio che, pur riuscendo senza grosse criticità a bilanciare il mercato, pone il problema di una più veloce e, probabilmente cara, ricostituzione delle scorte durante la stagione delle iniezioni. Perché, sebbene i paesi possano contare su forniture alternative, queste non sono illimitate, né disponibili sul mercato sul brevissimo periodo, per non parlare della produzione interna europea, ormai strutturalmente in declino. Pertanto anche in uno scenario ottimistico di domanda stabile anno su anno, saranno necessarie maggiori importazioni di GNL per ricostituire le scorte e sostituire i volumi di gasdotto russo che non saranno consegnati tramite l'Ucraina nell'estate 2025. Per l’Europa, però, garantirsi volumi di GNL adeguati in futuro e maggiori rispetto alla richiesta debole del 2024 è una sfida, sia perché ciò presuppone un aumento della capacità di liquefazione in paesi chiave come Stati Uniti, Qatar e paesi africani, sia perché potrebbe essere alta la concorrenza con i buyers asiatici per l’accaparramento dei volumi soprattutto quelli su base spot.
Se invece la domanda dovesse aumentare, l’impatto dell’ammanco del gas russo sarebbe maggiore e influenzerebbe ancora di più le dinamiche di mercato a breve termine. Già gli spread dei prezzi regionali si è ampliato, riflettendo squilibri localizzati tra domanda e offerta, con l'Europa centrale che registra premi più elevati rispetto all'Europa occidentale. In caso di domanda europea in crescita,
si accorcerebbe anche il differenziale di prezzo tra i mercati europei e asiatici, riducendo le opportunità di arbitraggio e spingendo i trader a rivalutare le rotte e le strategie di spedizione. I prezzi del GNL, poi, conoscerebbero una spinta al rialzo, con un impatto soprattutto sui buyers asiatici, che, già alle prese con costi elevati, troverebbero maggiori difficoltà nell'assicurarsi i carichi. Indice della natura interconnessa dei mercati del GNL, dove gli sviluppi regionali hanno ripercussioni in tutto il mondo. Questo riallineamento, inoltre, avrebbe un impatto anche sui contratti a lungo termine, con gli acquirenti pronti a rivederli alla luce della maggiore flessibilità richiesta dal mercato. Tuttavia, se è vero che una crescente dipendenza dai carichi spot aumenta la liquidità, è altrettanto appurato che ciò introduce anche una maggiore volatilità dei prezzi. Fornitori e acquirenti, quindi, devono muoversi con attenzione in questo ambiente, bilanciando i guadagni a breve termine con la stabilità a lungo termine. Per i mercati asiatici, la stretta sulla disponibilità spot sottolinea l'importanza di garantire accordi di fornitura affidabili per proteggersi da future interruzioni.
La conclusione dell'accordo di transito del gas tra Russia e Ucraina segna un momento cruciale nei mercati energetici globali, con implicazioni di vasta portata per le catene di fornitura del gas naturale, i modelli commerciali e le dinamiche dei prezzi. Nell'immediato, l'Europa deve affrontare sfide nel mantenere la sicurezza dell'approvvigionamento e gestire gli spread dei prezzi regionali, mentre la domanda di GNL aumenta per compensare i flussi ridotti dei gasdotti. Nel lungo termine, la conclusione dell'accordo accelera le tendenze verso la diversificazione energetica e gli investimenti nelle energie rinnovabili, rimodellando il panorama geopolitico e riducendo l'influenza russa nei mercati europei. A livello globale, gli effetti a catena sui prezzi e sul commercio di GNL evidenziano la natura interconnessa del mercato e la necessità di lungimiranza strategica.
La traduzione in italiano è stata curata dalla redazione di RiEnergia. La versione inglese di questo articolo è disponibile qui