La Guardia di Finanza è una forza di polizia a ordinamento militare, dipendente dal Ministro dell’Economia e delle Finanze, i cui compiti d’istituto, storicamente incentrati sulle funzioni di controllo fiscale e delle frontiere, si sono progressivamente ampliati fino a ricomprendere tutte le violazioni che danneggiano gli interessi economici e finanziari dello stato, delle regioni, degli enti locali e dell’Unione europea.
Il riconoscimento normativo di quest’ampia proiezione operativa si è avuto con il Decreto Legislativo n. 68 del4 2001, che ha affidato alla Guardia di Finanza la responsabilità di garantire la sicurezza economico- finanziaria del paese.
I compiti di polizia finanziaria si traducono, sostanzialmente, nelle attività a contrasto dell’evasione
fiscale e del sommerso, degli illeciti doganali e nel campo dei monopoli, delle frodi previdenziali e delle truffe sui finanziamenti pubblici, nazionali e unionali. Le funzioni di polizia economica, invece, mirano a garantire il corretto funzionamento dei mercati dei capitali, dei beni e dei servizi e le regole della leale concorrenza fra imprese, contrastando le infiltrazioni della criminalità organizzata nel tessuto produttivo, il riciclaggio di proventi illeciti, la contraffazione, i reati societari, bancari e finanziari, la corruzione e le truffe in danno dei risparmiatori, degli utenti e dei consumatori.
Tali funzioni si completano, secondo le previsioni del codice di procedura penale, con quelle di polizia giudiziaria a competenza generale, vale a dire estese a ogni genere di reato, e con il concorso al mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblica e alla difesa militare del paese.
Il presidio di tutte queste aree di responsabilità viene assicurato, in concreto, mediante la ricerca di elementi 5 indicativi di potenziali situazioni anomale e/o a rischio secondo una duplice declinazione.
Da un lato, attraverso un approccio bottom-up, mediante il quale ciascun reparto sviluppa sul territorio un processo permanente di ricerca informativa.
Dall’altro, mediante un approccio top-down, attraverso analisi di rischio elaborate, a livello centrale, dai nostri reparti speciali, che procedono alla raccolta dei dati acquisibili dai sistemi informativi, alla loro aggregazione e alla relativa analisi per isolare i soggetti “a rischio”, da demoltiplicare alle unità operative sul territorio.
Va evidenziato quale elemento di specialità, che per contrastare le frodi alle accise e all’Iva nella commercializzazione dei prodotti energetici è stata istituita una apposita “unità integrata” all’interno del nucleo speciale tutela entrate e repressione frodi fiscali con funzioni di impulso, analisi e coordinamento, che vede la partecipazione di altri reparti speciali quale, ad esempio, il servizio centrale investigazione criminalità organizzata (SCICO).
L’obiettivo che ci proponiamo è quello di intervenire, in modo mirato e selettivo, sulle frodi più gravi e insidiose, che, per le loro caratteristiche, richiedono metodologie d’intervento proprie di una forza di polizia, evitando azioni indiscriminate nei confronti della generalità delle imprese e dei professionisti e ponendoci a fianco delle amministrazioni, degli enti, degli organi e delle authorities cui è affidato il compito di gestire le risorse pubbliche e controllare il corretto funzionamento dei mercati.
Tutti i controlli devono generare una percezione di fiducia, credibilità e proporzionalità dell’agire pubblico. In tale contesto, il contrasto agli illeciti nel settore dei prodotti energetici – di cui fa parte il segmento del GPL – rappresenta una delle priorità operative per il corpo, per tre fondamentali ragioni:
- in primo luogo, le frodi in questo comparto producono una rilevante evasione fiscale. Al riguardo, l’ultima relazione sull’economia non osservata e sull’evasione fiscale e contributiva (anno 2023) evidenzia un incremento della stima del tax gap delle accise sui prodotti energetici, passata da 924 milioni di euro nel 2012 a 1,753 miliardi nel 2021, con una crescita della propensione al gap (rapporto tra imposta evasa e gettito teorico), nel medesimo periodo, dal 4,8% al 9,5%. In particolare, il picco di accisa evasa sarebbe stato raggiunto nel 2017, per un ammontare pari a 2,077 miliardi;
- in secondo luogo, gli illeciti nel settore dei prodotti energetici e, dunque, anche quelli in tema di GPL, costituiscono una minaccia alla leale concorrenza e allo sviluppo sano dell’economia. Le attività illegali, infatti, creano rilevanti danni agli imprenditori onesti che si trovano a fronteggiare una concorrenza sleale, difficilmente sostenibile;
- da ultimo, ma non meno importante, l’azione della Guardia di Finanza contribuisce a ridurre i significativi rischi per la sicurezza, dovuti alla distribuzione di prodotti in condizioni pericolose o non conformi alle normative vigenti.
Nel più ampio contesto dell’esercizio delle funzioni di polizia economica e finanziaria e di polizia giudiziaria riconosciute al corpo dalla normativa vigente, l’attività ispettiva svolta dalla Guardia di Finanza per garantire il rispetto della legalità nel settore della commercializzazione del GPL, trova fondamento normativo nel Decreto legislativo 22 febbraio 2006, n. 128.
L’art. 3, comma 4, dello stesso decreto ha disposto la stipula, da parte dell’allora Ministero dello sviluppo economico – ora Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), nonché del Ministero dell’Interno, del Ministero dell’Economia e delle Finanze e dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM), d’intesa con la Conferenza Stato/Regioni/Province Autonome, di un accordo di programma con le associazioni di categoria maggiormente rappresentative. Tale intesa, stipulata in data 18 ottobre 2008, prevede la possibilità “di richiedere alla Guardia di Finanza di effettuare controlli sul rispetto delle disposizioni contenute nel D.lgs. n. 128/2006, che reca la disciplina dei requisiti soggettivi ed oggettivi che le aziende che distribuiscono GPL in bombole e serbatoi devono garantire nonché gli obblighi in materia di sicurezza.
In ambito di fenomeni illeciti nella commercializzazione del GPL, il legislatore, dunque, ha riconosciuto alla Guardia di Finanza un ruolo di assoluto riferimento per i controlli in questo campo.
Le violazioni a carattere amministrativo, che vengono riscontrate con maggiore frequenza dai reparti della Guardia di Finanza, nel settore in argomento, attengono a:
- assenza dei requisiti soggettivi e oggettivi da parte dell’operatore economico (ad es. disponibilità esclusiva di serbatoi fissi con determinate capacità di stoccaggio, titolarità della prevista autorizzazione, ecc.);
- il mancato rispetto degli obblighi di comunicazione della consistenza numerica del proprio parco bombole;
- il riempimento di recipienti di terzi senza la prescritta autorizzazione.
Avuto riguardo, invece, alle violazioni penalmente rilevanti, quelle più ricorrenti sono:
- l’imbottigliamento abusivo di GPL al di fuori degli impianti autorizzati (art. 7, comma 1, del D.lgs. n. 128/2006);
- la mancanza del certificato di prevenzione incendi (art. 46 del d.lgs. n. 81/2008, sanzionato dall’art. 55 del medesimo D.lgs.);
- la contraffazione, alterazione o l’uso di marchi o segni distintivi ovvero di brevetti, modelli e disegni (art. 473 c.p.);
- il commercio di bombole di GPL aventi origine, provenienza, qualità o quantità diverse da quelle dichiarate e/o pattuite (art. 515 c.p.);
- l’alterazione degli elementi identificativi delle bombole, al fine di eliminare gli originari marchi delle società legittimamente proprietarie e vendita dei citati recipienti di GPL con nomi e marchi delle società irregolari, in modo da trarre in inganno i consumatori (art. 517 c.p.);
- l’appropriazione indebita di bombole di proprietà di terzi da destinare al riempimento abusivo (art. 646 c.p.). Il fenomeno dell’appropriazione indebita è particolarmente grave. Infatti, attraverso l’alterazione fraudolenta delle bombole di proprietà dei maggiori gruppi industriali, mediante espedienti quali, ad esempio, la ritinteggiatura o addirittura l’apposizione di false targhette attestanti collaudi in realtà mai effettuati, il GPL viene illegalmente commercializzato con gravi rischi per la sicurezza degli utenti.
I fenomeni illeciti fin qui descritti dimostrano l’importanza di un’azione sinergica fra i principali attori istituzionali e le imprese autorizzate del settore, al fine di sviluppare proficui rapporti di collaborazione e al fine di condividere dati e informazioni qualificate per l’effettuazione di analisi operative utili ad indirizzare i controlli dei reparti nei confronti dei soggetti in possesso dei più gravi indici di anomalia.
In linea generale, la Guardia di Finanza svolge la propria attività nel comparto in esame mediante due livelli d’intervento:
- il primo, si sostanzia nell’analisi operativa ad opera del nucleo speciale tutela entrate e repressione frodi fiscali di dati e informazioni qualificate messe a disposizione del corpo dal Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica (MASE). Nell’ambito di tali analisi volte ad individuare soggetti connotati da chiari ed evidenti indici di anomalia, viene riposta particolare attenzione agli indici di rotazione e di riempimento annuo delle bombole e dei piccoli serbatoi, comunicati per legge dalle aziende distributrici di GPL;
- il secondo, concerne più in generale il riscontro delle prescrizioni di cui al d.lgs. n. 128/2006 che viene eseguito dai reparti territoriali del corpo nel corso delle ordinarie attività di controllo economico del territorio.
Inoltre, al fine di migliorare l’azione di contrasto agli illeciti del settore, la Guardia di Finanza ha da tempo avviato con l’Associazione Nazionale Imprese Gas Liquefatti (Assogasliquidi), un proficuo rapporto di collaborazione che vede, tra l’altro, la partecipazione di qualificati rappresentanti dell’associazione quali docenti ai corsi di formazione, sia a livello centrale (presso la scuola di polizia economico-finanziaria) sia a livello periferico (presso i centri di addestramento presenti nei capoluoghi di regione), organizzati per l’affinamento della preparazione tecnico-professionale dei militari del corpo.
L’iniziativa è particolarmente rilevante perché consente uno scambio di esperienze che coniuga l’aspetto tecnico- normativo con quello operativo, nell’ottica di individuare e reprimere i fenomeni di illegalità più gravi e diffusi sul territorio.
Tale collaborazione ultradecennale ha permesso di formare oltre mille finanzieri per lo svolgimento delle attività di controllo nel peculiare comparto. Molto utile è, altresì, la sinergia con il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, che ha permesso di conseguire brillanti risultati nel contrasto alle pratiche illegali più diffuse.
Quanto ai risultati, negli ultimi anni, diverse operazioni del corpo hanno confermato che gli illeciti del settore sono diffusi su tutto il territorio nazionale, consentendo di conseguire i seguenti risultati:
- nel 2021 sono state sequestrate 10.436 bombole e altri recipienti, nonché 88.121 kg di prodotto;
- nel 2022 sono state sequestrate 16.055 bombole e altri recipienti, nonché 77.311 kg di prodotto;
- nel 2023 sono state sequestrate 10.619 bombole e altri recipienti, nonché 33.349 kg di prodotto;
- nei primi sei mesi del 2024 sono state sequestrate 13.713 bombole e altri recipienti, nonché 25.389 kg di prodotto.
Il numero di bombole sequestrate e di interventi nel primo semestre del 2024, come l’ammontare delle violazioni riscontrate e dei soggetti denunciati è già pari ai risultati dell’intero 2023, che a loro volta sono in linea con i risultati degli anni precedenti. Tra i più recenti risultati si segnala l’operazione conclusa nel marzo 2024 dal nucleo operativo metropolitano di Palermo nei confronti di due imprese palermitane che, secondo l’ipotesi investigativa, risulterebbero coinvolte nel contrabbando e commercio abusivo di circa 6 tonnellate di GPL. Le attività investigative hanno portato al deferimento di 2 soggetti all’a.g. e al sequestro di 563 bombole e 2 impianti.
Un’altra operazione è stata condotta dalla compagnia di Capua, che ha consentito di deferire all’a.g. tre operatori economici dediti all’illecita commercializzazione di GPL nell’alto casertano e nell’agro pontino e sottoporre a sequestro quasi 400 bombole non a norma, con una capacità totale di circa 6.700 kg di GPL, stoccate ed esposte per la vendita senza la prescritta autorizzazione dell’azienda titolare del marchio.
In particolare, sulle bombole erano stati apposti dei sigilli di sicurezza simili a quelli utilizzati da note società del settore, così traendo in inganno il consumatore circa la qualità del prodotto.
Le esperienze operative dei reparti del corpo confermano, altresì, l’indebito utilizzo di GPL per autotrazione fornito dai distributori stradali per il riempimento delle bombole di gas. Ciò avviene anche grazie alla compiacenza di gestori che violano precise norme fiscali e di sicurezza.
Un esempio recente è l’operazione svolta lo scorso maggio dal gruppo di Vercelli, che ha individuato il gestore di un distributore stradale di carburante responsabile dell’illecita attività di “riempimento” di bombole di GPL per uso domestico direttamente dall’impianto di erogazione per autovetture.
Per concludere, la collaborazione con le associazioni di categoria risponde alle istanze di legalità provenienti dalle imprese che operano in mercati, come quello del GPL, inquinati da illeciti economico-finanziari. La sinergia con Federchimica Assogasliquidi si è consolidata nel tempo sia a livello centrale, attraverso periodiche riunioni di coordinamento, sia sul territorio. I risultati recentemente ottenuti – frutto anche dei qualificati contributi dell’associazione, del supporto logistico assicurato dalle aziende associate e della preziosa opera di formazione garantita, gratuitamente, ai militari del corpo – hanno permesso di far emergere, su tutto il territorio nazionale, una porzione rilevante di economia sommersa e illegale.
Si tratta di un percorso virtuoso che si auspica di proseguire nei prossimi anni, allo scopo di neutralizzare gli illeciti vantaggi competitivi di chi opera pervicacemente nell’illegalità e dimostrare, in modo concreto e tangibile, la vicinanza del corpo alle imprese che, invece, rispettano le “regole del gioco”