Al concludersi del mandato della Commissione europea, sono in atto i preparativi per la stesura della lista delle prossime priorità in tema di politiche climatiche ed energetiche. Nei prossimi anni si assisterà, infatti, ad importanti cambiamenti nei settori energetici e industriali, derivanti dalla transizione energetica in corso e guidati dall’implementazione del pacchetto Fit-For-55, il quale mira ad una riduzione significativa delle emissioni entro il 2030 e a una crescente installazione di nuove fonti rinnovabili. Questi sforzi sono cruciali per incrementare l’indipendenza energetica dell’Unione, ridurre il costo delle importazioni energetiche e migliorare la qualità dell’ambiente in tutta Europa. Nonostante ciò, le disparità di reddito e la debolezza istituzionale, soprattutto nei paesi dell’Europa centrale, creano diversi problemi alla transizione.
Inoltre, a causa dell’instabilità esterna causata dai conflitti, come quello in Ucraina o in Medio Oriente, l’attenzione delle società e dei policymaker si sta indirizzando sempre di più verso i temi di sicurezza e difesa. Per di più, un aumento dei prezzi energetici, l’inflazione, la polarizzazione delle nostre società, la competizione per le materie prime critiche e per le nuove tecnologie, le incertezze industriali sul futuro, e in particolare in materia di energie verdi si stanno imponendo come temi importanti che la prossima Commissione dovrà affrontare insieme agli obiettivi di transizione energetica.
La nuova Commissione che verrà formata dopo le elezioni europee proporrà certamente nuove priorità per l’agenda energetica e climatica UE. Quali? Sei tematiche principali sono proposte di seguito.
Una nuova strategia per la sicurezza energetica deve essere proposta in UE. L’attuale è focalizzata sull’approvvigionamento di gas e petriolio, così come sulle infrastrutture per i combustibili fossili, ma sta diventando sempre più desueta nell’approccio. Il futuro ci richiede di guardare al crescente ruolo dell’elettricità (pompe di calore, auto elettriche, data center) riducendo la dipendenza da carbone e gas. Allo stesso tempo, occorre concentrarsi sui cyber risk e meglio pianificare il coordinamento e le interconnessioni in UE. Un altro aspetto su cui varrebbe la pena riflettere è la necessità di materie prime critiche per batterie e per l’energia fotovoltaica, con l’obiettivo di evitare sovra dipendenze da fornitori non-UE.
Un fattore di rallentamento della transizione è rappresentato dall’accesso insufficiente ai dispersed data, specialmente in settori come costruzioni, trasporto e agricoltura. Senza informazioni affidabili è, infatti, difficile comprendere in quali segmenti si rendono necessari rinnovamenti e/o nuovi piani di investimento. Dall’altra parte, un accesso limitato a risorse umane competenti per implementare il cambiamento necessario non contribuisce al progresso. La costituzione di un’Agenzia per la Transizione Europea unitaria potrebbe migliorare il livello di conoscenza e di management dei dati per una loro trasparenza e utilizzo.
La crisi energetica ha infatizzato molte delle debolezze esistenti del design del mercato energetico europeo e altresì ha dimostrato che esso non è ancora adatto alle sfide di un sistema energetico nell’epoca della neutralità carbonica. La transizione richiede infatti nuove riforme di mercato che consentano ai consumatori di beneficiare dello sviluppo delle rinnovabili e costituire un framework stabile per gli investitori e un rinnovamento della rete.
Oggi, il mercato energetico sembra, infatti, non in grado di accogliere la gran parte delle rinnovabili. Il bisogno è quello di maggiore capacità, flessibilità e servizi. Ognuno di questi segmenti dovrebbe essere prezzato e commercializzato per rendere il sistema più funzionante. Ad esempio, i capacity market sono necessari per bilanciare le capacità, mentre la flessibilità dei mercati deve essere indirizzata ad ottimizzare l’uso delle risorse e la loro distribuzione, alleviando le problematiche causate dalla congestione delle reti.
La nuova Commissione dovrà anche migliorare i locations signals, i quali rendono così possibile un dispacciamento efficiente dell’energia e un’ottimizzazione nell’utilizzo della rete senza rischi per la sicurezza. Un mercato dove i prezzi siano basati sui costi di produzione e distribuzione è più efficiente e incoraggia la realizzazione di risorse pulite e flessibili al momento e nel luogo giusto, considerando anche i limiti insiti dei vari network.
Le reti sono cruciali per la decarbonizzazione del sistema energetico europeo e creano i presupposti per una transizione energetica di successo. La nuova Commissione deve quindi dare priorità alla realizzazione e modernizzazione delle rete, promuovendone la costruzione, rivedendo le procedure amministrative e facilitandone il finanziamento. Un uso efficiente e una gestione degli asset esistenti sono quindi variabili essenziali. TSO e DSO devono collaborare da vicino per stimolare la cooperazione tra operatori, specialmente nella pianificazione dei network, coordinando il lavoro anche tra diversi vettori energetici
Con l’accelerazione della transizione, la dimensione sociale diverrà significativa, influenzando i prezzi dell’energia, il mercato del lavoro e gli incentivi per rinnovare le tecnologie. L’introduzione del sistema ETS 2 potrebbe influenzare negativamente le società europee se gli stessi costi andassero a pesare sui cittadini meno abbienti. Affidarsi soltanto ai divieti e ai segnali di prezzi può essere pericoloso, in assenza di supporto tecnico e protezione dei consumatori. La Commissione deve quindi contrastare ciò efficacemente con la costituzione di un Social Climate Fund e di un Just Transition Fund come progetti rappresentativi dell’intera UE. La Commissione dovrebbe anche essere attenta ai rischi reputazionali che si correrebbero se le sfide sociali e i fallimenti conclamati nel rispondere ai problemi emergenti finissero per danneggiare le stesse all’interno e al di fuori dell’UE.
Cambiamenti di questo calibro in ambito economico e sociale non possono essere implementati in breve termine. In più, la competizione globale in nuove tecnologie e risorse non è mai stata così acuta come lo è oggi. Perciò, il Green Deal dovrebbe evolversi in una vera agenda economica con una componente finanziaria e industriale molto forte. C’è infatti la necessità di creare un fondo speciale dedicato alle compagnie impegnate nel rinnovamento tecnologico nei settori delle energie pulite, con regole flessibili e capace di coprire sia i costi in conto capitale che quelli operativi. Il Fondo dovrebbe anche essere distribuito in maniera equa a tutti i membri dell’UE, diminuendo così le disparità insite nell’Unione.
Così come il ruolo delle risorse tradizionali è destinato a diminuire e nuovi materiali e tecnologie emergono all’orizzonte, l’UE dovrebbe adottare politiche che vadano a rafforzare la sua posizione globale, in particolare supportando le transizioni dei paesi vicini e identificando partner pivotali nella transizione.
L'allargamento dell’UE, in particolare verso l’Ucraina, avrebbe significative implicazioni strategiche e geopolitiche, con un impatto sulla sicurezza regionale. Inoltre, la dimensione strategica non può non considerare i benefici pragmatici e le sfide associate ad un allargamento della stessa UE. Stabilire condizioni chiare e preparare analisi di costo-beneficio è così cruciale per aprire a nuove negoziazioni per l’inclusione di paesi nell’UE. Dall’altra parte, l’identificazione nelle partnership mutualmente più benefiche in aree come idrogeno, biometano, rinnovabili, stoccaggi di gas e riserve strategiche è assolutamente critica.
La prossima Commissione Europea giocherà un importante ruolo nel guidare l’UE attraverso una trasformazione del settore energetico. Indicare le priorità principali è fondamentale per raggiungere una transizione che sia efficace, socialmente equa e sostenibile a livello ambientale.
Il commentary è un sommario del paper European Commission priorities for 2024-2029. The view from Poland on energy and climate di Forum Energii
La traduzione in italiano è stata curata dalla redazione di RiEnergia. La versione inglese di questo articolo è disponibile qui