Nel mercato elettrico italiano del giorno prima (MGP), mentre le offerte di vendita sono soggette al prezzo della zona in cui offrono, le offerte di acquisto (escluse le offerte dei pompaggi, delle zone estere e dei sistemi di accumulo qualora l’energia elettrica prelevata per il tramite del relativo punto di connessione sia unicamente destinata ad alimentare i servizi ausiliari e i sistemi di accumulo) sono soggette, indipendentemente dalla zona in cui si trovano, ad un unico prezzo orario di acquisto, denominato Prezzo Unico Nazionale (PUN).
Il PUN è stato introdotto fin dall’inizio del Mercato Elettrico per poter superare gli squilibri tra consumatori dovuti alle differenze di prezzo tra diverse porzioni del sistema elettrico, causate, principalmente, da una localizzazione degli impianti di generazione e da una loro efficienza disomogenea sulla penisola, unitamente a interconnessioni di rete dalla capacità limitata, non in grado quindi di far fluire tra una zona e l’altra tutta l’energia che sarebbe richiesta dal mercato. Negli anni, le differenze di prezzo tra le zone sono cambiate, ma sussistono tutt’oggi, e sono uno dei motivi per cui il PUN continua ad esistere. L’Italia è l’unico paese in Europa ad avere tale prezzo unico di acquisto e in vista di una maggiore armonizzazione dei mercati europei, la Commissione Europea ha richiesto all’Italia di pianificare un’evoluzione del design del mercato elettrico italiano al fine di superare il PUN a partire dal 2025, passando quindi a un mercato puramente zonale.
In questo contesto, Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha recepito tale richiesta e, nell’articolo 13 del Decreto n. 210 del 8 novembre 2021, si richiedeva di avvalersi di RSE S.p.a. per condurre un’attività di studio sulle principali dinamiche di mercato per valutare al meglio l’impatto di un possibile superamento del PUN sul mercato elettrico del giorno prima e di catturare al contempo l’impatto della modifica del mix tecnologico di generazione, per effetto della crescita della generazione da fonti rinnovabili e delle prospettive di sviluppo della partecipazione attiva della domanda nei mercati. Per tale motivo, nel 2022 RSE ha condotto un’analisi con l’obiettivo di valutare l’impatto sui mercati dell’energia elettrica dell’abbandono del PUN per le offerte di acquisto su MGP. L’analisi condotta è stata sviluppata su due principali filoni: in primo luogo un’analisi storica per valutare cosa sarebbe successo nel mercato elettrico italiano in assenza di un prezzo unico nazionale e, successivamente, un’analisi su scenari agli anni target 2025 e 2030 per valutare l’impatto del nuovo mix tecnologico e dello sviluppo della rete di trasmissione sui prezzi zonali.
L’analisi storica è stata sviluppata a partire dalle offerte pubbliche del mercato MGP che contengono informazioni relativamente alle quantità e ai prezzi offerti e accettati. Inizialmente sono state analizzate tali offerte nel periodo 2013-2022 concentrandosi sui prezzi accettati per delineare le differenze zonali. L’analisi ha mostrato che, a livello di prezzo medio annuo, il prezzo in Sicilia è stato mediamente più alto del PUN e degli altri prezzi zonali. A livello orario, invece, i delta tra le zone differiscono da anno ad anno e non è solo la zona di mercato Sicilia a registrare il prezzo maggiore. Per comprendere meglio l’impatto che il PUN ha avuto sui consumatori italiani, è stata sviluppata una metodologia per confrontare i risultati del mercato italiano con Prezzo Unico Nazionale e un teorico mercato italiano puramente zonale per gli anni 2019 e 2021. L’analisi sviluppata mira a mostrare come la soluzione possa cambiare nel caso si tenga in considerazione o meno il vincolo del PUN. Infatti, senza tale vincolo, non solo il prezzo di acquisto può risultare differente, ma anche il prezzo di vendita e i volumi accettati. Ciò accade in quanto nel mercato elettrico vengono accettate le offerte di acquisto con un prezzo di offerta superiore a quello di mercato e le offerte di vendita con un prezzo di offerta inferiore a quello di mercato. Considerando un nuovo prezzo di acquisto (quello zonale e non più il PUN) certe offerte che prima erano state accettate possono venire rifiutate e viceversa, a seconda della zona in cui si trovano. Di conseguenza, i volumi zonali di acquisto cambiano e, per il vincolo di equilibrio tra domanda e offerta, pure i volumi di vendita zonali si ridistribuiscono cambiando quanto era stato accettato e rifiutato considerando il PUN. Di conseguenza, in generale, nuovi prezzi possono essere stabiliti per ogni zona di mercato.
I risultati delle analisi storiche hanno mostrato come i consumatori in Sicilia e in Calabria sarebbero stati penalizzati in presenza di un mercato puramente zonale, mentre i consumatori delle altre zone ne avrebbero tratto giovamento. I prezzi simulati con PUN o in sua assenza sono stati poi applicati a delle curve di consumo caratteristiche di diverse tipologie di utenza per valorizzare le differenze zonali. A seconda della tipologia di utenza, acquistare a prezzi zonali avrebbe comportato un costo aggiuntivo per i consumatori della Sicilia fino al 27,2% ed una riduzione dei costi per gli utenti del Sud fino al 5,3%.
La successiva analisi è stata focalizzata sul valutare i risultati anche in termini di impatto sui mercati dell’energia elettrica della modifica del mix tecnologico di generazione per effetto della crescita della generazione da fonti rinnovabili, delle prospettive di sviluppo della partecipazione attiva della domanda nei mercati e dello sviluppo delle reti agli anni target 2025 e 2030. Per tale scopo sono stati considerati due scenari sviluppati da RSE e analizzato il prezzo zonale sui due diversi anni. I risultati ottenuti hanno evidenziato che l’alta penetrazione di rinnovabili ha un forte effetto sui delta prezzo tra le zone italiane e sulla saturazione dei transiti (con conseguente separazione di prezzo tra due zone contigue) favorendo, in termini di prezzo, le zone con la più alta produzione di solare ed eolico. Le zone, infatti, con prezzi più alti risultano, negli scenari sviluppati, quelle nella parte Nord dell’Italia, meno interessate dalla produzione rinnovabile. Inoltre, i risultati mostrano come diversi livelli di import possano impattare sugli esiti del mercato nazionale.
I prezzi zonali sono stati confrontati con la media (matematica) del prezzo delle zone (che non equivale al PUN), in quanto nell’analisi di scenario non è modellizzato dal modello il vincolo sulle offerte a PUN. Al 2025, date le condizioni descritte nello scenario, le zone con un prezzo medio annuo superiore alla media italiana sono il Nord, il Centro-Nord, la Sardegna e la Sicilia mentre Sud, Calabria e Centro-Sud registrano un prezzo inferiore. Al 2030, le zone con un prezzo medio annuo superiore alla media italiana, considerando lo scenario RSE, sono il Nord e il Centro-Nord. Tutte le altre zone registrano un prezzo inferiore al prezzo medio italiano, in particolar modo la Sardegna.
In conclusione, confrontando analisi storiche e risultati delle simulazioni, mentre si evince che nel passato la Sicilia ha registrato prezzi zonali maggiori rispetto alle altre zone e pertanto i consumatori lì localizzati hanno percepito un beneficio dalla presenza del PUN, dall’analisi di scenario risulta che in futuro la zona di mercato Sicilia dovrebbe essere una delle zone con prezzo zonale più basso grazie alla forte penetrazione di generazione da fonti rinnovabili, allo sviluppo della rete di trasmissione e a un prezzo del gas superiore a quanto registrato prima del 2021: in questo scenario, quindi, i consumatori siciliani beneficerebbero nel comprare a prezzo zonale, mentre si troverebbero verosimilmente ad acquistare a prezzi maggiori in presenza del PUN. Viceversa, i consumatori della zona Nord nel passato hanno avuto esborsi maggiori in presenza del PUN (rispetto a pagare a prezzi zonali); invece, in futuro beneficerebbero dalla presenza del PUN poiché la zona Nord dovrebbe registrare prezzi più alti rispetto alle altre zone, mentre in un mercato zonale puro si troverebbero ad avere esborsi maggiori rispetto alle altre zone di mercato.



















