Ognuno di noi, nella sua quotidianità, ha progressivamente ceduto parte delle proprie decisioni a sistemi di intelligenza artificiale (AI) automatizzati, lasciandosi guidare e suggerire sui comportamenti o le scelte da intraprendere. Ma in un contesto aziendale, quali vantaggi può portare l’applicazione di tali sistemi? In poche parole: la previsione del futuro. La capacità di analisi e di elaborazione dell'informazione dell’AI è di gran lunga superiore a quella umana, essendo in grado di cogliere le correlazioni deboli fra i dati, significative ma non visibili all’occhio umano con i tradizionali strumenti di osservazione.

Dal controllo degli impianti all’approvvigionamento delle materie prime, dalla pianificazione delle linee produttive alla definizione di nuove strategie di vendita: non esiste processo aziendale che non sia ottimizzabile attraverso l’utilizzo dell’AI. Possiamo vederla come una specie di veggente, che lavora sui dati e sui processi esistenti per migliorarne in maniera progressiva i risultati. Ed è sempre più brava a farlo. Gli algoritmi, a seconda delle specificità dei sistemi, operano in sequenza per analizzare e descrivere il processo in esame, prevederne il comportamento futuro (a partire dallo storico dei dati) e suggerire quali azioni intraprendere per ottimizzarne la resa.

Maggior efficienza, quindi, che implica migliori prestazioni, ovvero servizi di più alta qualità e una maggior soddisfazione dei clienti, con un conseguente aumento della competitività sul mercato. Tutte le aziende, a prescindere dalla taglia o dal livello di maturità tecnologica, possono trarre beneficio dall’applicazione dell’AI, purché siano capaci di introdurla in armonia con il contesto esistente, mettendo a sistema diversi domini e saperi per adottarla in maniera consapevole, secondo la propria visione strategica di business. Gli impatti promessi - e mantenuti - dall’AI fino a pochi anni fa sembravano irraggiungibili: previsioni fino a 10 volte più efficaci e precise, +14% di tempestività nella consegna dei prodotti, potenziamento del controllo qualità pari all’80%, risparmi di energia fino al 30%.

Ed è proprio per queste sue potenzialità che l’intelligenza artificiale è di anno in anno più attenzionata e richiesta. In Italia rappresenta un mercato che cresce inesorabilmente e che vale circa 500 milioni di euro (+32% nel 2022, secondo i dati del Politecnico di Milano), valore destinato a salire. Un mercato ancora giovane, dunque, che sta attirando sempre più imprese, ma che tuttavia risulta ancora poco consapevole dei benefici concreti e delle applicazioni reali di questa tecnologia. Complice anche una narrativa odierna che, in particolare con l’avvento di Chat GPT, tende a mostrare l’AI come fosse magica, una scatola oscura che inghiotte moli enormi di dati restituendo prescrizioni attraverso processi impenetrabili, qualcosa che un po’ diverte e un po’ spaventa, accentuando tratti futuristici e distopici che pescano più dalla fantasia che dalla realtà.

L’intelligenza artificiale non è niente di simile, è matematica, è algebra, e la sua funzione è ancora quella di supportare l’uomo, dal 1200 a.C. In questo senso, lanciando una provocazione, possiamo dire che l’AI esiste o non esiste in funzione del suo stesso racconto, del suo utilizzo, dei risultati e dell’impatto che genera sulle persone, sulle imprese, sulle comunità. Perché l’AI non è sempre la stessa, ed è importante ricordarlo.

Guardando al mondo multiutility sono diversi i casi di applicazione dell’AI, sviluppati da Ammagamma, che stanno generando degli impatti positivi concreti. Ad esempio, nell’ambito del trading energetico, l’AI permette di simulare, prevedere e confrontare lo sbilanciamento dei mercati di energia elettrica con maggiore accuratezza e puntualità, per ottimizzare le strategie di partecipazione. Nel settore dei servizi idrici, la gestione e manutenzione degli impianti di depurazione delle acque può essere ottimizzata attraverso sistemi di AI che identificano tempestivamente la presenza di eventuali sonde in deterioramento, portando a un risparmio economico pari al 38% rispetto alla gestione precedente (in termini di manutenzioni ordinarie). Nel campo dell’illuminazione pubblica l’adozione dell’AI permette di potenziare la manutenzione dei punti luce pubblici nelle città, passando da un approccio ordinario a uno predittivo, arrivando a ridurre del 40% il rischio di guasti e di rotture. Sempre nell’ambito della manutenzione, Ammagamma sviluppa progetti di ottimizzazione dei percorsi di ispezione delle reti gas, mediante applicazione di modelli di manutenzione predittiva che analizzano i dati della rete, individuano i tubi a maggior rischio e suggeriscono all’operatore quando e dove intervenire, definendo i tragitti ideali per raggiungere tutti i punti da ispezionare nel corso di una singola sessione di lavoro.

In questo modo, si possono ridurre del 30% le dispersioni di gas segnalate da terzi e aumentare del 20% i chilometri monitorati, a parità di squadre impiegate. Infine, anche per quanto riguarda le attività di front office, l’applicazione di sistemi predittivi di AI, ad esempio nei call center, è in grado di agevolare del 30% i turni di lavoro, prevedendo il numero di chiamate in arrivo sulla base del flusso storico dei dati e di tutti gli eventi disponibili a esso correlati, con un miglioramento netto del servizio offerto e del livello di soddisfazione della clientela. Se da una parte, è quindi innegabile il grande potenziale di sviluppo, di applicazione e di impatto dell’AI, in maniera trasversale a tutti i settori industriali (tra cui sempre più quello legato all’energia), dall'altra occorre però ricordare che si tratta di uno strumento che, seppur avanzato e in continua evoluzione, è al servizio delle persone. È una tecnologia arrivata per restare, farà sempre più parte delle nostre vite e proprio per questo è fondamentale imparare a conoscerla, a capirne le implicazioni e ad affrontarla con curiosità e senso critico.