Nel 2022, l’Unione Europea ha vissuto la più grave crisi energetica degli ultimi decenni. Il supporto riconosciuto all’Ucraina a fronte dell’invasione russa e la conseguente riduzione dei flussi di gas verso l’UE hanno spinto i prezzi della materia prima a livelli record. Ciò si è tradotto in un aumento inatteso dei prezzi dell’elettricità, dell’energia per uso riscaldamento e dei carburanti per i trasporti che ha interessato famiglie e imprese. Man mano che i prezzi elevati colpivano i diversi settori economici, andava delineandosi una tendenza inflazionistica critica per le classi di reddito vulnerabili, evidenziandone gli impatti distributivi. Per farvi fronte, l’UE ha prontamente implementato un quadro legislativo per fronteggiare la crisi. A seguire, gli Stati membri hanno introdotto misure nazionali temporanee volte a contenere l’aumento dei prezzi per un valore complessivo di 758 miliardi di euro. Sebbene le misure adottate fossero simili, i loro effetti sono stati diversi a seconda dei contesti sociali, economici e politici dei diversi Stati. In uno studio congiunto, il Centro basco per i cambiamenti climatici (BC3) e l’Istituto europeo di politica ambientale (IEEP) hanno dimostrato quali sono stati gli impatti sociali della crisi energetica negli Stati membri dell’UE. La tabella seguente mostra l’incremento annuale dei prezzi energetici per le famiglie relativamente all’anno 2022.

Impatto sui prezzi (%) dei principali prodotti energetici negli Stati membri nel 2022

Fonte: Garcia-Muros e altri (2023)

In primo luogo, le variazioni dei prezzi sono state eterogenee a seconda dei prodotti e degli Stati. È possibile che alcuni Stati membri abbiano affrontato meglio di altri lo shock dei prezzi elettrici grazie a un mix energetico più resiliente o ad un migliore controllo sui prezzi al consumo. Inoltre, mentre alcuni paesi dell’Europa Occidentale sono stati colpiti dagli aumenti dei prezzi dell’elettricità più di quelli dell’Europa Centrale e Orientale, gli effetti dei rialzi dei prezzi dei combustibili fossili sul settore dei trasporti sono stati abbastanza omogenei in tutta l’UE. In generale, maggiore è il peso che l’energia ha sulla spesa di una famiglia, più significativo sarà l’impatto dello shock dei prezzi su quella famiglia.

Impatto sul welfare (% della spesa totale) dovuto ai prezzi dell’energia nell’UE

Fonte : Garcia-Muros e altri (2023)

L’impatto sul benessere per decile di reddito a livello UE conferma che la crisi energetica segue uno schema distributivo regressivo. In altre parole, le famiglie più povere spendono di più in energia rispetto a quelle più ricche. Pertanto, l’effetto progressivo generato dall’aumento dei prezzi del carburante – consumato proporzionalmente di più dalle famiglie più ricche – non ha controbilanciato quello regressivo ascrivibile allo shock dei prezzi dell’elettricità.

Mentre alcuni Stati membri hanno registrato un impatto distributivo regressivo, altri sono stati caratterizzati da un pattern progressivo. Questo risultato può essere imputabile a due fattori. Il primo è il modo in cui ciascun paese ha gestito i prezzi dell’energia e le proprie fonti energetiche, a seconda, ad esempio, del tipo di generazione elettrica (da combustibili fossili o da fonti rinnovabili). Il secondo riguarda la struttura dei consumi: gli Stati membri hanno livelli di reddito diversi, dunque  spese energetiche diverse. 

Gli impatti sul welfare nei paesi occidentali che sono stati più influenzati dai prezzi dell’elettricità

Ad esempio, gli Stati membri occidentali dell’UE mostrano regressività, poiché molti di loro hanno riportato prezzi dell’elettricità particolarmente elevati che hanno colpito maggiormente i decili a basso reddito.

Gli impatti sul welfare nei paesi occidentali che sono stati più colpiti dai prezzi dei carburanti

Fonte: García-Muros e altri (2023) 

Al contrario, gli Stati membri occidentali gravemente colpiti dagli alti prezzi dei carburanti hanno sperimentato un andamento diverso. Si è scoperto che hanno subìto meno perdite in termini di welfare rispetto agli Stati membri affetti da elevati prezzi elettrici, ma i decili di reddito più colpiti sono stati quelli medi, per via di una quota di spesa maggiore dedicata ai trasporti.

Impatti sul welfare nei paesi dell’Est e del Centro Europa

Fonte: García-Muros e altri (2023) 

I paesi dell’Europa centrale e orientale si sono dimostrati più vulnerabili all’andamento dei prezzi dei combustibili per il riscaldamento e per i trasporti. In questi casi, tuttavia, i prezzi dei carburanti hanno interessato maggiormente i decili dei redditi medi e alti.

Impatto sul welfare (% sulla spesa totale) per il capofamiglia in base al genere

Fonte: García-Muros e altri (2023)

In linea con i dati relativi alle disuguaglianze di genere nell’energia e nei trasporti, le donne capofamiglia risultano meno colpite degli uomini dagli shock dei prezzi dei carburanti. Al contrario, hanno subìto maggiormente gli aumenti dei prezzi dell’elettricità e del riscaldamento. Questo in ragione del fatto che le donne tendono a spendere una quota maggiore del loro reddito per le bollette energetiche dell’abitazione e per le attività di assistenza, il che le porta a risentire dei prezzi elevati dell’energia per uso domestico più degli uomini. Per contro, le donne hanno meno probabilità di avere un’auto e sono più propense a utilizzare i trasporti pubblici e a camminare. L’impatto varia a seconda degli Stati membri analizzati, ma laddove i prezzi dell’elettricità non sono stati adeguatamente controllati, le donne capofamiglia sono state colpite più del loro equivalente maschile.

Incidenza sul welfare (% della spesa totale) per superficie abitativa

Fonte: García-Muros e altri (2023)

Relativamente all’ubicazione territoriale delle persone si possono trarre due conclusioni principali. Innanzitutto, le aree rurali sono risultate più vulnerabili agli shock dei prezzi energetici rispetto alle aree urbane. In secondo luogo, l’effetto sulle famiglie localizzate in area urbana è stato per lo più regressivo (cioè ha interessato principalmente le famiglie a basso reddito), mentre nelle aree rurali sono state maggiormente colpite le famiglie a reddito medio. Inoltre, a causa della maggiore quota di reddito destinata al trasporto privato, i decili di reddito medio sono stati maggiormente colpiti nelle aree rurali poiché sono quelli che tendono a dedicare la maggior parte della propria spesa al trasporto privato; i decili di reddito più basso potrebbero, invece, non possedere nemmeno l’auto.

Allo stesso modo, IEEP e BC3 hanno verificato gli impatti in base alle diverse categorie di età: giovani, adulti e anziani (le fasce di età sono state aggregate come segue: sotto i 35 anni, “giovani”; tra 35 e 65, “adulti”; e sopra i 65 anni, “anziani”).

Fonte: García-Muros e altri (2023) 

Indipendentemente dal reddito, gli anziani sono colpiti dagli shock dei prezzi più dei giovani, e lo stesso vale per gli adulti nella maggior parte dei decili di reddito.

Sulla base delle considerazioni fatte e dei risultati emersi, proviamo a capire gli impatti di politiche diverse. Cosa accadrebbe se gli Stati membri implementassero una riduzione generalizzata dell’IVA sull’elettricità?

Impatto sul welfare (% della spesa totale) nello scenario politico 1

Fonte: García-Muros e altri (2023)

Consideriamo, ad esempio, i seguenti paesi: Belgio (rosa), Portogallo (giallo) e Paesi Bassi (viola). Nel caso in cui questi ultimi controllassero i prezzi dell’elettricità, applicando una diminuzione dell’IVA,  sosterebbero maggiormente i decili a basso reddito. Tuttavia, anche le classi ad alto reddito ne trarrebbero beneficio; pertanto, gli Stati membri avrebbero determinato trasferimenti anche a favore delle famiglie più ricche (figura successiva).

E se gli Stati membri riducessero le accise a tutti?

Impatto sul welfare (% della spesa totale) nello Scenario Politico 2

Fonte: García-Muros e altri (2023)

Ciò che emerge dai risultati è che i decili a reddito medio e alto in Belgio (rosa), Svezia (giallo) e Repubblica Ceca (viola) sarebbero quelli che ne trarrebbero maggiori benefici. Ciò è probabilmente dovuto al fatto che negli Stati membri occidentali le classi a reddito medio dedicano ai trasporti privati una quota maggiore della loro spesa rispetto alle famiglie più povere. Pertanto, la riduzione delle accise non raggiungerebbe i gruppi più vulnerabili e andrebbe contro l’idea di una transizione giusta.

Cosa accadrebbe se gli Stati membri effettuassero trasferimenti forfettari al 50% delle famiglie più povere, invece di ridurre le accise per tutti?

Impatto sul welfare (% della spesa totale) nello Scenario Politico 3

Fonte: García-Muros e altri (2023)

Le famiglie più povere registrerebbero un netto aumento del loro reddito disponibile, a conferma che i trasferimenti diretti mirati sono più efficaci delle misure generalizzate, come affermato anche da FMI e BCE.

In conclusione, la crisi ha chiaramente causato un impatto distributivo regressivo. Seguendo i risultati dell’analisi IEEP e BC3, in futuro i policy maker dovranno tenere conto delle particolarità nazionali e delle caratteristiche socio-demografiche; i governi dovrebbero dare priorità ai controlli sui prezzi dell’elettricità piuttosto che a quelli dei carburanti. Inoltre, le misure mirate a favore dei gruppi vulnerabili saranno più efficaci rispetto ad ampie misure di sostegno come le riduzioni fiscali sulle materie prime energetiche, poiché queste ultime andrebbero, di fatto, a vantaggio di numerose classi sociali che hanno meno bisogno di sostegno.

Questo articolo si basa sul seguente rapporto: García-Muros, Xaquín, Claudia Dias Soares, Jesus Urios e Eva Alonso-Epelde (2023) ‘Chi ha subito il peso della crisi energetica? Un’analisi distributiva degli shock dei prezzi dell’energia, Policy Report, Institute for European Envirnonmental Policy.

 

La traduzione in italiano è stata curata dalla redazione di RiEnergia. La versione inglese di questo articolo è disponibile qui