Se ormai è chiaro e definito l’obiettivo di puntare a un’energia pulita, sostenibile ed accessibile a tutti, ancora molto si può fare per definirne il come. Molte le tecnologie che possono aiutare in questo difficile quanto necessario processo; molto gli attori coinvolti; molti i progetti. Servono però anche idee innovative che vedano coinvolte nuove generazioni di ricercatori e di giovani professionisti, spazi in cui queste idee possano emergere. Da qui muove il progetto Call for Ideas – Mediterranean Region lanciato dalla Fondazione Eni Enrico Mattei in collaborazione con OMC - MED Energy Conference e l'Unione per il Mediterraneo (UpM). Ne abbiamo discusso con Filippo Del Grosso, Senior researcher e consulente FEEM e Giovanna Madera, Consulente FEEM.

Energia e cambiamento climatico: un connubio divenuto ormai indissolubile. Quanto è importante condividere know-how ed expertise con operatori di settori diversi?

Riteniamo sia fondamentale. Non è pensabile una transizione energetica che prescinda da un approccio collaborativo tra i diversi attori. Il vecchio paradigma della gestione centralizzata e verticale delle forniture di energia non solo è saltato da diversi anni con il processo di liberalizzazione, ma è destinato ad evolvere ulteriormente in futuro. Avremo una maggiore partecipazione di una vasta compagine di attori alle dinamiche dei mercati dell’energia. Si parla di generazione diffusa e prosumer, di reti intelligenti, di flessibilità lato domanda su prezzi in tempo reale. Questo comporterà la necessaria integrazione di nuovi operatori, produttori e consumatori, che andranno adeguatamente formati sulle possibilità delle nuove dotazioni tecnologiche e di mercato, quindi tramite educazione e creazione di competenze. Pensiamo, ad esempio, al potenziale dei nuovi contatori elettrici 2G, o agli aggregatori virtuali di domanda.

Un simile cambiamento dovrà essere orientato verso un duplice impatto, da un lato, un beneficio diretto per i consumatori (tradotto in qualità del servizio e costi minori), dall’altro, il raggiungimento di standard più alti di efficienza e decarbonizzazione. Quest’ultimo è, se vogliamo, il “trait d’union” tra il mondo dell’energia ed il tema, più trasversale, della sostenibilità. Il modo in cui produciamo e consumiamo energia ha un effetto diretto sugli sforzi in atto di mitigazione ambientale. Di nuovo, l’energia è solo un tassello di un quadro più complesso, da estendere alle filiere dei beni e dei servizi.

Quali tecnologie ritenete potranno contribuire ad accelerare il percorso di decarbonizzazione e contemporaneamente fornire soluzioni adatte a perseguire la crescita socio-economica dei territori e delle comunità?

Vi è un termine a volte abusato, quello di “olistico”, che spesso è citato in riferimento ai futuri sistemi energetici. Ossia, uno scenario di integrazione sinergica, associato al cosiddetto sector coupling, l’accoppiamento delle reti dell’elettricità, del gas e del calore. È in questo contesto che, ad esempio, si inseriscono i nuovi approcci di stoccaggio dell’energia (ad esempio elettrochimico o tramite vettori energetici come l’idrogeno) oppure le nuove generazioni di combustibili, come i tanto citati e-fuel. Efficientare i processi lungo le tre filiere ridurrebbe gli sprechi e darebbe adito a ulteriori opzioni di decarbonizzazione. Di più, aprirebbe a una maggiore partecipazione delle realtà locali e dei territori: pensiamo, ad esempio alle comunità energetiche come intese dalla Commissione Europea, essenzialmente dei nodi di prosumer, oppure alle hydrogen valleys, dove l’idrogeno è prodotto e consumato localmente.

Al momento è prematuro fare una lista di quello che entrerà a sistema, si tratta di una ricetta culinaria particolarmente complessa, in cui si rischia di dosare erroneamente gli ingredienti.

Ci orientiamo comunque verso uno scenario di maggiore elettrificazione, quindi certamente  serviranno rinnovabili intermittenti (sia su scala utility che in generazione distribuita) unite a opzioni di stoccaggio, tramite batterie o altre soluzioni. Tra le batterie, dovremo includere anche il parco di veicoli elettrici, che potranno offrire servizi di modulazione alle reti.

Il gas naturale, per densità energetica e flessibilità di utilizzo, sarà parimenti della partita, grazie alle tecnologie CCS, e ci permetterà idealmente una transizione fluida al vettore idrogeno, nel suo colore blu, in attesa del più ambito idrogeno verde da elettrolisi. Più complessa forse l’integrazione dei biogas e del biometano, per cui serve un coinvolgimento delle filiere agricole e dei rifiuti urbani, ma anche un ragionamento su gestione del controflusso in rete e di capacità di stoccaggio.

Sulla distanza, forse si può citare lo spettro (benigno) che si aggira per l’Europa, il nucleare a fissione, declinato però nella sua versione avanzata, come gli Small Modular Reactor e la Quarta Generazione. La fusione nucleare, la vedranno più realisticamente i nostri figli. Chiaramente, resterà da capire se la filiera nucleare possa integrarsi in un sistema gradualmente più spostato verso la distribuzione e un approccio bottom up.

FEEM in collaborazione Omc-Med Energy Conference (Mec) e con l'Unione per il Mediterraneo (Ufm) ha lanciato la seconda edizione della ‘Call for Ideas - Mediterranean Region', un'opportunità per i giovani ricercatori e professionisti di presentare le proprie idee e progetti sulla transizione energetica accelerando così il percorso verso un'energia più pulita, accessibile e sicura al servizio della crescita socio-economica di territori e comunità? Di cosa si tratta?

Riteniamo che l'energia, le idee e l'entusiasmo dei giovani ricercatori facciano parte da sempre del DNA di FEEM e, per questo abbiamo lanciato, in collaborazione con OMC - MED Energy Conference e l'Unione per il Mediterraneo (UpM), la seconda edizione della “Call for Ideas - Mediterranean Region ”, che è dedicata alla presentazione di soluzioni per la transizione energetica da parte dei giovani ricercatori dell’area mediterranea.

Poiché Reshaping the Energy Industry: Action for Transition è il tema selezionato per l’edizione 2023 di OMC, abbiamo deciso di inquadrare la call for ideas in questo contesto, offrendo la possibilità alle nuove generazioni di ricercatori e giovani professionisti,  nati a partire dall'anno 1982 e nazionalità e cittadinanza dell'area del Mediterraneo, di presentare le proprie idee e progetti sulla transizione energetica al fine di accelerare il percorso verso un'energia più pulita, accessibile e sicura e, fornendo al contempo soluzioni per raggiungere la crescita socio-economica del territorio e della comunità, anche a lungo termine.

La call si è rivolta ai giovani che abbiano sviluppato un'idea progettuale ben definita o un progetto presso un'università, uno spin-off universitario o un istituto di ricerca della regione mediterranea con focus su uno dei temi promossi dalla conference, ovvero eccellenza operativa, tecnologie (in termini di soluzioni rivoluzionarie o utilizzo innovativo di quelle esistenti), neutralità del carbonio ed economia circolare.

I vincitori presenteranno i loro progetti presso l'Innovation Room, un'arena dedicata, all'interno della sede OMC il giorno 25 maggio, dove avranno la possibilità di confrontare le loro prospettive con i rappresentati internazionali della ricerca tramite incontri one to one, di sviluppare idee e trasformarle in progetti, e ideare soluzioni per le sfide energetiche del mondo reale.