L’annuncio della scoperta del giacimento di Per Geijer nel mese di gennaio è stata connotata, a nostro avviso, da un eccesso di comunicazione mediatica che ha confuso realtà scientifiche e prospettive concrete sulle potenzialità di sviluppo di una supply chain europea delle terre rare. Probabilmente l’opportunità di avere l’attenzione mediatica concentrata sul lancio inaugurale di un satellite dal Centro spaziale di Esrange, a soli 40 km da Kiruna, ha fatto pensare ai dirigenti di LKAB che questa era un'opportunità unica per mettere Kiruna sulla mappa globale delle terre rare.
Per fare chiarezza è opportuno precisare che non vi è nulla che non fosse già noto da anni nelle mineralizzazioni dell’area di Kiruna. Identificati per la prima volta alla fine del 1900, i giacimenti di Per Geijer sono stati estratti in quattro giacimenti separati durante gli anni 1960, 70 e 80. Si tratta di minerali di magnetite con un elevato contenuto di apatite come minerale di ganga.
Pertanto, è legittimo chiedersi cosa ci sia di nuovo. Il fatto nuovo è la "Dichiarazione delle risorse minerarie per il deposito Per Geijer" del 12 gennaio 2023. Questo documento fornisce una prima stima attendibile del cubaggio del giacimento e quindi anche una stima della quantità di terre rare presenti. Il tenore viene stimato in circa 0,18% TREO* che su un totale dedotto di 585 milioni di tonnellate porta ad una stima di circa 1 Mt TREO. Una suddivisione comune, nell’ambito delle terre rare, le distingue in pesanti e leggere. Le prime costituiscono il 19% degli ossidi di terre rare di Per Geijer, sono meno comuni, e alcuni di questi elementi stanno affrontando carenze di approvvigionamento poiché la domanda supera l'offerta. Questo le rende economicamente più interessanti delle terre rare leggere, sebbene abbiano mercati dimensionalmente più contenuti. Le terre rare leggere sono il restante 81% degli ossidi di Per Geijer e includono il praseodimio e neodimio, elementi chiave per la produzione di quei magneti permanenti al neodimio-ferro-boro, NdFeB, oggi ubiquitari in tutte le tecnologie ed in particolare, per quelle green, in auto elettriche e turbine eoliche.
Quello che non è quantificato è la percentuale dei singoli elementi perché sono questi che definiscono il reale valore del giacimento. Se ci riferiamo alle caratteristiche della monazite presente negli sterili delle miniere di Kiruna si riscontra come a predominare, a livello quantitativo, siano lantanio e cerio, certamente non economicamente interessanti, mentre a livello di minerale già concentrato si stima di disporre di circa 0,8 grammi per chilogrammo di ossidi di neodimio e praseodimio. Può essere, in questo senso, interessante esaminare, nella tabella sottostante, l’andamento delle variazioni del prezzo di mercato per gli ossidi presenti nel deposito di Per Geijer.
Variazioni del prezzo di mercato per gli ossidi presenti nel deposito di Per Geijer
Fonte: Prezzi franco fabbrica Cina incl. 13% IVA. Fonte SMM.
Un altro aspetto riguarda le affermazioni roboanti circa l’entità delle risorse di Per Geijer rispetto ad altri giacimenti europei. Senza fare troppa strada basta spostarsi nella vicina Norvegia per osservare come il Complesso di Fen situato nella contea di Telemark, nel sud del paese, disponga di riserve pari a circa il doppio dello svedese Per Geijer.
Depositi di terre rare a livello globale in base a TREO e cubaggio
Fonte: Immagine elaborata dall’Autore estratta da http://www.eurare.org/countries/norway.html
In realtà, più che la competizione sulle dimensioni delle riserve, come ormai dovrebbe essere noto, le terre rare non sono “rare” ed in Europa esistono altri depositi, sarebbe utile comprendere come viene pianificata, dai sommi sacerdoti della sostenibilità a Bruxelles, la gestione ambientale della loro estrazione. A cominciare dal torio, presente in questi depositi di terre rare in tenori non irrilevanti. Sebbene attualmente non esista un mercato significativo per il torio da più parti lo si sta considerando un mercato potenziale. Il concentrato di torio potrebbe essere conservato in modo sicuro in loco in contenitori adatti per l'esportazione futura. In alternativa, il contenimento ingegnerizzato può essere progettato e costruito per la conservazione sia a breve che a lungo termine. La fattibilità di tale stoccaggio è stata dimostrata in India, Brasile o Malesia. In Europa ci sono 27 impianti di smaltimento dei rifiuti radioattivi di diverse classi di rifiuti nucleari. Aggiungere qualche tonnellata all'anno di torio e uranio dall'estrazione di terre rare a questi impianti di smaltimento non dovrebbe essere un problema insormontabile.
L’aspetto che presenta caratteristiche d’interesse nel progetto di Kiruna è l’acquisizione da parte di LKAB della società norvegese REEtec che ha sviluppato una tecnologia proprietaria per la produzione di neodimio e praseodimio, noto come "NdPr". Lo stabilimento di Herøya, proprio vicino al deposito di Fen, dove verrà trattato il concentrato proveniente dai depositi di sterili delle miniere di Kiruna, sarà in grado di iniziare la produzione di ossido di NdPr dalla seconda metà del 2024. Anche se i volumi inizialmente saranno ridotti, il 5% della domanda UE, questo significa l’avvio di un embrione di catena di approvvigionamento europea peraltro basata, almeno in questa prima fase, sullo sfruttamento dei depositi di rifiuti minerari.
Quello che manca, non solo in Europa, sono i produttori di magneti più precisamente di aziende che, dopo la separazione degli ossidi al fine di ottenere ossidi puri al 99,9%, producano leghe come neodimio-praseodimio-ferro-boro (NdPrFeB). Oggi questa fase è completamente controllata dalla Cina che sostiene la ricerca in questo ambito con massicce sovvenzioni governative. In Europa, di produttori di magneti, c’è solo la Vacuumschmelze, che, insieme alla sua controllata finlandese Neorem, è l'unico produttore di magneti sinterizzati sopravvissuto in Europa. Quello che è opportuno che la Commissione Europea tenga in considerazione sono le potenziali conseguenze dell’Inflation Reduction Act: GM ha appena firmato un accordo con Vacuumschmelze per realizzare una fabbrica di magneti per EV in Nord America. Si tratta di memorandum d'intesa tra le due aziende, non vincolante, ma Vacuumschmelze afferma che la sua fabbrica nordamericana sarà operativa entro il 2025.
Da ultimo una considerazione sugli interlocutori di una nascente supply chain europea. È opportuno considerare che nella realizzazione di un magnete permanente è l'utilizzatore a decidere le percentuali degli elementi costitutivi, quale dovrebbe essere il rivestimento e quali sono le caratteristiche prestazionali previste. In altre parole, il partner, in questo ambito, non dovrebbe essere la Commissione europea, ma piuttosto l'Associazione europea dei costruttori di automobili (ACEA) ed i suoi membri, nonché realtà come Wind Europe, l'associazione europea dell'energia eolica. Se, come è auspicabile, il passo successivo è inseguire la Cina sulla strada del riciclo, oggi oltre il 25% delle materie prime utilizzate nella produzione dei magneti del Regno di Mezzo sono riciclate. Dunque, imporre composizioni standardizzate dei magneti, per facilitare il riciclaggio, appare poco saggio.
* In realtà i depositi REE dichiarano il loro grado e tonnellaggio in “% TREO”, o ossido di terre rare totale. Questo è l’equivalente del % del rame o grammi / tonnellata dell’oro. Tuttavia, il TREO va considerato la somma di una gamma di minerali REE risultando un concentrato polmineralico.