Il documento illustrato il 25 gennaio scorso, in occasione della prima Assemblea Pubblica di Proxigas, fornisce un quadro lucido delle sfide che il sistema gas deve affrontare se vuole continuare ad esercitare il ruolo che negli ultimi sessant’anni ha garantito alle famiglie e alle imprese del nostro Paese tutta l’energia di cui avevano bisogno, a condizioni competitive. Un compito tutt’altro che semplice, perché continuare a garantire la sicurezza degli approvvigionamenti in un quadro geopolitico complesso come quello attuale, senza compromettere la competitività del sistema economico e senza cedimenti nel percorso verso un sistema “carbon free” implica un cambiamento importante del modo in cui il sistema gas ha funzionato finora.

Luoghi di produzione dell’energia, regole di mercato, i ruoli tradizionali di produttore e consumatore, la collocazione delle diverse componenti infrastrutturali nella catena logistica di approvvigionamento: tutti questi elementi si evolveranno e si trasformeranno. Basti pensare al ruolo del cittadino “prosumer nell’ambito delle comunità energetiche, o al ruolo dell’infrastruttura del gas non più come catena di trasmissione unidirezionale dell’energia dal luogo di produzione a quello di consumo, ma come rete di punti di interconnessione di gas rinnovabili – biometano e idrogeno - diffusi sul territorio.

Questa evoluzione richiederà importanti modifiche all’apparato infrastrutturale che regge il funzionamento del sistema gas: esse riguarderanno il sistema di norme e regole che determinano il funzionamento del mercato, nonché il sistema fisico di condotte, impianti di rigassificazione e stoccaggio, reti di distribuzione. Una trasformazione importante che assegna all’infrastruttura “immateriale” il compito di indirizzare gli sforzi degli operatori nell’introdurre nuove rotte e nuove fonti di gas, a partire da quelli rinnovabili e carbon free. L’infrastruttura, in particolare quella di distribuzione, è un network capillare che si estende in tutta Europa per circa due milioni di chilometri e che, se opportunamente trasformato, è in grado di favorire la progressiva sostituzione del gas naturale di origine fossile con gas rinnovabili a zero contenuto di carbonio e quindi il raggiungimento della net zero economy.

Per essere pronti a questa sfida è indispensabile mettere al primo posto dello sviluppo industriale l’innovazione e la digitalizzazione degli asset, nella consapevolezza che questa è la precondizione affinché la rete di distribuzione possa essere protagonista nel sistema energetico modellato dalla transizione.  Oggi le reti di distribuzione accolgono già biometano e presto saranno pronte per immettere idrogeno in miscela con lo stesso biometano e con il gas naturale, sperimentandone l’uso nei trasporti, nell’industria e nel residenziale. Sarà un’unica rete, intelligente, che accoglierà commodity diverse; intelligente perché digitalizzata e dunque “viva”, flessibile e in grado di reagire rispetto a condizioni che non sono e non saranno più quelle standard proprio per la presenza di gas diversi provenienti da molteplici punti di produzione.

Il sistema della distribuzione ha finora agito con visione e impegno, anticipando in molti casi le scelte dei policy maker e le soluzioni del regolatore. Per questo oggi possiamo permetterci di indicare quali elementi richiedono maggiore attenzione per la definizione di un’infrastruttura immateriale coerente con gli obiettivi indicati in precedenza: garantire la sicurezza energetica del Paese, salvaguardare la competitività del sistema economico, promuovere la decarbonizzazione dei consumi. Riscrivere il sistema di norme e regole che sovrintendono al funzionamento del mercato e fornire segnali per indurre gli operatori a investire nella direzione voluta richiede un approccio pragmatico, tecnologicamente e ideologicamente neutrale. Un approccio scientifico basato sulla realtà e sulla consapevolezza che i sistemi energetici sono complessi e necessitano di grande flessibilità: abbiamo bisogno di elettroni e di molecole, abbiamo bisogno di un vero “sector coupling” se vogliamo garantire la sicurezza del sistema e la competitività della fornitura. Lo dice anche l’Europa, se è vero che per tenere insieme indipendenza energetica, economicità e ambiente, ha varato REPowerEU.

Allora se pensiamo che il biometano e l’idrogeno siano le fonti che sostituiranno il 50% delle forniture di gas russo – 155 miliardi di metri cubi - non possiamo che disegnare un sistema energetico che integri elettroni e molecole, energia elettrica e gas “diversi”: il sistema di regole deve quindi indirizzare gli investimenti degli operatori nello sviluppare un’infrastruttura “gas” che sia digitale, intelligente e flessibile.

L’energia è un argomento troppo sensibile e dall’impatto troppo grande per essere affrontato senza una concezione chiara, unitaria e realistica: il Position Paper Proxigas, evidenzia la necessità di un aggiornamento del PNIEC per far propria una realtà profondamente mutata dalla stesura dell’ultima versione. E occorre lavorare affinché le iniziative legislative più recenti della Commissione Europea siano coerenti con gli obiettivi di lungo termine e con la realtà, ricercando quindi una reale integrazione tra i diversi vettori energetici. Se lo faremo, potremo dire di avere fatto per intero la nostra parte per contribuire efficacemente allo sviluppo sostenibile del sistema energetico del Paese.