A distanza di sette mesi dall’ultima intervista fatta ad ARERA su questo portale, torniamo a parlare con Massimo Ricci Direttore della Divisone Energia dei temi caldi del caro energia e di come consumatori e operatori devono fronteggiare quella che può essere definita come la più grave crisi energetica del secondo dopoguerra. Misure governative, interventi regolatori ma anche l’impegno a risparmiare degli utenti saranno indispensabili per gestire l’emergenza.
La crisi energetica che ormai attanaglia famiglie e imprese si è inasprita. I prezzi all’ingrosso del gas hanno continuato la loro corsa riversandosi su quelli a valle. Cosa ci aspetta per i prossimi mesi e quali sono le misure per limitarne i danni?
In questi mesi i prezzi del gas, che influenzano quelli dell’energia elettrica, hanno avuto picchi elevati e da giugno lo scenario si è ancora più aggravato. Tra riduzione dei flussi dalla Russia e siccità, i prezzi si sono impennati fino a raddoppiare rispetto agli ultimi mesi e arrivare a dieci volte quelli degli ultimi cinque anni. Tutto questo si trasferirà al sistema, con impatti sulle filiere industriali, sull’approvvigionamento e sulle bollette dei cittadini. La situazione, quindi, è molto complicata e si prevedono un autunno e un inverno difficili. Uno strumento in mano alle famiglie è il risparmio energetico, senza dimenticare che risparmiare energia elettrica significa risparmiare il gas naturale con cui la medesima è prodotta.
Tra le misure prese dai vari governi europei e anche dal nostro per fronteggiare la più grave crisi energetica dal secondo dopoguerra vi rientrano anche quelle per il risparmio energetico. Quanto è importante intervenire per ridurre i consumi?
Spingere con decisione sul contenimento dei consumi per ridurre la centralità del gas è una buona misura. Uno strumento diretto in mano alle famiglie è sicuramente il risparmio energetico, sia attraverso un’accresciuta attenzione ai consumi che tramite investimenti di efficientamento energetico, in molti casi anche sostenuti da interventi statali; già da ora è sensato consumare meno, per spendere meno singolarmente ma anche per far scendere la domanda generale producendo un calo del prezzo e in qualche misura ridurre anche la dipendenza energetica. Dobbiamo invece distinguere industria e consumi civili. L’industria, con questi prezzi, la riduzione dei consumi e della produttività se la impone.Tuttavia, questo va a discapito della crescita economica. E poi bisogna pensare ai venditori ed evitare i default con ricadute sulla collettività.
Quali sono i rischi lato operatori?
Molti esercenti la vendita di energia non riescono più a ottenere coperture bancarie per approvvigionare i volumi di gas necessari a soddisfare la domanda. Un anno fa un venditore si approvvigionava per l’inverno con un miliardo, oggi ne servono quattro o cinque. Questa difficoltà a trovare sufficienti volumi di gas all’ingrosso, segnalate all’Autorità da grandi consumatori gas, singoli operatori, e dalle associazioni che li rappresentano, fanno presagire una potenziale crescita dei casi di attivazione dei servizi di ultima istanza/default, volti a garantire transitoriamente la disponibilità di gas per i venditori rimasti senza un fornitore all’ingrosso, nonché di un successivo trasferimento massivo dei clienti finali nei servizi di ultima istanza. L’eventuale default dei venditori (come, peraltro, già avvenuto in diversi Paesi europei) si ripercuoterebbe sull’equilibrio economico finanziario del sistema producendo un aumento dei costi da socializzare a carico della generalità dei clienti finali, per effetto delle risoluzioni dei contratti di bilanciamento o di distribuzione degli operatori e/o dell’aumento della morosità dei clienti finali. Situazioni analoghe si sono già verificate nello scorso inverno e hanno comportato uno squilibrio del sistema per alcune centinaia di milioni di euro che potrebbero richiedere una socializzazione.
Esistono altri strumenti a disposizione dei consumatori per alleggerire il peso delle bollette?
Intanto vale la pena ricordare che da quando è iniziata l’ascesa dei prezzi, il governo ha messo a disposizione circa 30 miliardi di euro in strumenti a sostegno della generalità dei consumatori e con interventi mirati dell’industria energivora e delle famiglie vulnerabili. Il Decreto Aiuti bis approvato un mese fa proroga le misure già utilizzate, come il bonus alle famiglie più povere, cioè con un’Isee fino a 12 mila euro (era circa 8 mila il tetto massimo fino allo scorso anno). Inoltre, il bonus sociale oggi arriva, soltanto ottenendo l’ISEE e senza ulteriori domande e burocrazia, a oltre tre milioni di famiglie: prima di introdurre l’automatismo nel 2021 erano 700.000. Inoltre nel decreto viene prorogato il credito d’imposta per le imprese e il taglio degli oneri di sistema che ormai prosegue da un anno.
Con la Delibera 29 luglio 2022 374/2022/R/gas, ARERA modifica le modalità di determinazione delle condizioni economiche di fornitura del gas naturale per il servizio di tutela a decorrere dal 1° ottobre 2022. Ci può spiegare che cosa cambia e cosa potrebbe comportare questo cambio?
Il gas naturale essendo un bene intercambiabile ma allo stesso tempo insostituibile, è oggetto di scambio presso le principali borse mondiali, come il TTF ( Title Transfer Facility). Questo è appunto il mercato all'ingrosso del gas naturale tra i più grandi e liquidi dell'Europa continentale; con sede nei Paesi Bassi, il TTF rappresenta il principale riferimento sui prezzi del gas per l'Europa e l'Italia. Attraverso questa piattaforma avviene la compravendita del gas tra i più grandi operatori e trader di settore, produttori e fornitori, che rispettivamente vendono e acquistano il gas metano. Per quanto riguarda i clienti domestici italiani, i precedenti criteri di determinazione delle condizioni economiche del servizio di tutela gas (spesso presi a riferimento anche nei contratti di mercato libero) prevedevano che la componente a copertura dei costi di approvvigionamento fosse aggiornata trimestralmente sulla base della media dei prodotti forward presso l’hub TTF quotati nel secondo mese antecedente l’inizio del trimestre in cui si applica, quindi il mese di agosto per il prossimo trimestre che inizierà il 1 ottobre. Da quella data però, con il prossimo aggiornamento tariffario, cambierà il metodo di aggiornamento dei costi della materia prima gas per le famiglie che sono ancora nelle condizioni di tutela (oggi circa 7,3 milioni di clienti domestici, su un totale di 20,4 milioni, il 35,6% circa). Con l’intenzione di intercettare in modo immediato le eventuali iniziative nazionali ed europee di contenimento dei prezzi e di superare le difficoltà di approvvigionamento del gas a termine con prezzi e volatilità così elevate, l'ARERA ha deciso di non utilizzare più come riferimento le quotazioni a termine del mercato all'ingrosso, ma la media mensile dei prezzi effettivi del mercato all'ingrosso PSV italiano (Punto di Scambio Virtuale), aumentando al contempo la frequenza di aggiornamento del prezzo che diventa mensile, non più trimestrale. Se a ottobre il prezzo scenderà, i benefici si potranno trasferire tempestivamente in bolletta. Il nuovo metodo, legato alla situazione di emergenza, sarà in vigore fino al termine della tutela gas, ad oggi previsto a gennaio 2023, termine che l'Autorità ha chiesto venga allineato a quello del fine tutela elettrico, previsto per gennaio 2024.