Dal 2000, la produzione interna di energia da fonti rinnovabili è aumentata costantemente in Europa (+131%) e il contributo assoluto della bioenergia - l’energia ricavata da biomasse - al mix energetico finale dell'UE è più che raddoppiato. Rappresentando quasi il 60% del totale dell'energia rinnovabile consumata in Europa, il settore delle bioenergie ha un ruolo di primo piano nella transizione energetica a basse emissioni di carbonio nonché nel raggiungimento dei target climatici fissati a livello comunitario.
La biomassa nell'UE è prevalentemente locale: con solo il 4% circa di importazioni, la bioenergia è una fonte energetica autoctona che contribuisce all'indipendenza energetica dell'UE. La sua catena del valore di produzione è solidamente basata nell'UE: la bioenergia, infatti, è la più grande fonte di energia rinnovabile in termini di occupazione diretta e indiretta, con 708.600 posti di lavoro in Europa. Il suo fatturato ha rappresentato 57,6 miliardi di euro nell'UE-28 nel 2018.
Inoltre, l'industria bioenergetica europea è competitiva a livello globale, detenendo una leadership indiscussa in termini di sviluppo tecnologico, fabbricazione e processi di produzione di carburante. L'UE è il più grande esportatore di attrezzature avanzate ed è ampiamente resiliente alle interruzioni delle catene di valore globali.
Nel complesso, le bioenergie nell'UE27 hanno permesso di risparmiare 248 MtCO2eq, equivalenti a circa il 6,6% delle emissioni di gas serra nel 2019, più del doppio delle emissioni annuali del Belgio. La bioenergia aiuta a raggiungere l'obiettivo climatico, ma dovrebbe essere ulteriormente promossa e utilizzata in modo efficiente.
Bioenergia: il suo ruolo nella decarbonizzazione del settore elettrico
Due terzi dell’elettricità in Europa è generato da fonti non rinnovabili, di cui un 38% è coperto da fonti fossili. Il che fa sì che l’intensità carbonica dell’elettricità rimanga elevata, benché ci siano evidenti differenze tra gli Stati Membri.
Percentuale di generazione elettrica lorda delle centrali termoelettriche tradizionali prodotta da cogenerazione e percentuale di bioelettricità prodotta da cogenerazione nel 2019 negli Stati membri e in UK
Fonte: Eurostat, Bioenergy Europe 2021, Statistical Report Bioelectricity
Complessivamente, attraverso la cogenerazione viene prodotto il 72% dell'elettricità generata da biomassa rispetto al 28% generato da centrali elettriche a biomassa. La cogenerazione è una delle migliori tecnologie per migliorare l'efficienza energetica, supportare la penetrazione delle rinnovabili e fornire maggiore flessibilità al sistema.
Le proiezioni mostrano che nell’UE-27, la bioelettricità dovrebbe raggiungere quasi 15 Mtep entro il 2030. Il forte aumento della bioelettricità nello scorso decennio e la crescita costante nel decennio in corso dimostrano che gli Stati membri fanno affidamento sulla bioelettricità per decarbonizzare la loro economia e per raggiungere i loro obiettivi in termini di fonti rinnovabili. Per i prossimi dieci anni è previsto un aumento complessivo di circa 1,5 Mtep (+10%).
L'aumento incrementale della quota di FER che consentirà di arrivare a un mix di energia rinnovabile al 100% dovrà essere coperto da fonti rinnovabili intermittenti. Il nostro sistema energetico avrà quindi bisogno di una fornitura di energia stoccabile e flessibile, che potrà essere coperta dalla bioenergia: il fattore di carico della bioelettricità è quasi il doppio della media delle rinnovabili, contribuendo all'integrazione settoriale e alla stabilità della rete elettrica. Inoltre, la biomassa è facilmente immagazzinabile e può essere utilizzata quando il vento non soffia, il sole non splende o durante i picchi di domanda.
La strada per la neutralità climatica
Negli ultimi anni si sono susseguiti numerosi scenari che stimano emissioni zero, con i più credibili che convergono sulla necessità di aumentare la produzione di bioenergia per aiutare a raggiungere questo obiettivo.
Tra i più importanti di questi scenari rientrano:
- Intergovernmental Panel on Climate Change (IPPC): Nel 2018, l’IPPC ha sottolineato il ruolo fondamentale svolto dalle bioenergie in tre dei suoi quattro scenari di mitigazione delle emissioni, stimando un incremento di energia primaria prodotta da bioenergy che passerà dal 49% del 2018 al 418% entro il 2050. Questi scenari danno un ruolo centrale alle tecnologie che producono emissioni negative, ma anche non considerando queste ultime la bioenergia è considerata essenziale nel percorso di contenimento dell’aumento della temperatura “entro 1,5° grazie ai suoi molteplici ruoli nel decarbonizzare gli usi energetici”.
- Commissione Europea: I modelli per raggiungere i target europei al 2030 e al 2050 contenuti nel Climate Target Plan Impact Assessment 2030 prevedono un maggior apporto delle bioenergie, stimandone un aumento al 2030 e addirittura un raddoppio del loro utilizzo al 2050.
Consumo interno lordo di energia
Fonte: 2000,2015: Eurostat, 2030-2050: modello Primes
- Agenzia Internazionale per l’Energia (AIE): nel suo scenario “Net Zero al 2050: A Roadmap for the Global Energy Sector”, l’AIE identifica al 2050 la bioenergia moderna come una risorsa chiave a livello globale. Ciò risulta vero soprattutto per permettere l’integrazione delle fonti rinnovabili che combinate alle bioenergie possono essere impiegate nei processi industriali e nel teleriscaldamento. È importante sottolineare che lo scenario IEA include solo la bioenergia proveniente da fonti sostenibili, ma per un volume ben al di sotto del massimo “teorico” che garantirebbe la sua sostenibilità, "evitando così il rischio di impatti negativi sulla biodiversità, sui sistemi di acqua dolce, sui prezzi e la disponibilità del cibo".
La bioenergia sostenibile ha già prodotto benefici climatici tangibili per l'Europa e sarà più che mai necessaria per mantenere l'immensa promessa del Green Deal. Continuando a sostenere politiche solide e convalidate da dati scientifici, i leader dell'UE si impegneranno affinché la bioenergia sostenibile svolga il suo ruolo indispensabile nel trasformare la loro visione in realtà.