L’allarme siccità nelle campagne italiane, dove si tenta di salvare le colture con le irrigazioni di soccorso, è la dimostrazione dell’importanza dell’acqua come vera e propria risorsa strategica nazionale. Infatti, la prolungata mancanza di precipitazioni insieme al caldo torrido stanno seccando la terra, svuotando le spighe, scottando la frutta e la verdura nei campi e provocando stress negli animali nelle stalle con il crollo della produzione di latte. In sofferenza ci sono dagli ortaggi alla frutta, dal mais alla soia, dal pomodoro ai cereali. Ma il balzo della colonnina di mercurio sta favorendo anche il diffondersi di insetti, fastidiosi per gli uomini e dannosi per le coltivazioni, come la cimice asiatica e il moscerino dagli occhi rossi, particolarmente temuti dai produttori ortofrutticoli per le perdite dei raccolti che possono provocare.
La carenza di acqua con le ondate di calore rappresenta l’evento climatico avverso più rilevante per l’agricoltura italiana con danni stimati in media in un miliardo di euro all’anno soprattutto per le quantità e la qualità dei raccolti. L’allarme siccità scatta in un 2021 che si classifica fino ad ora all’ottavo posto tra i più caldi mai registrati nel pianeta con la temperatura sulla superficie della terra e degli oceani, addirittura superiore di 0,77 gradi rispetto alla media del ventesimo secolo, secondo l’analisi Coldiretti sui dati del Noaa relativi ai primi cinque mesi. La situazione risulta preoccupante anche in Europa dove la colonnina di mercurio da gennaio a maggio è stata superiore di ben 1,04 gradi rispetto alla media storica, mentre in Italia è stata più alta di 0,21 gradi (analisi Coldiretti su dati Isac Cnr). La crisi idrica in Italia vede in drastico calo le portate del Po e dell'Arno, in Basilicata mancano 10 milioni di metri cubi, in Abruzzo il gap è di 2 milioni di metri cubi e nelle zone del Delta del Po tra Ferrara e Rovigo aumenta la minaccia d'intrusione del cuneo salino, così come si evince sulla base delle ultime rilevazioni dell'Osservatorio Anbi sulle risorse idriche.
Tra grande caldo e violenti temporali l’estate italiana 2021 è sempre più segnata da un clima tropicale con oltre una bufera al giorno tra bombe d’acqua, trombe, d’aria, tempeste di fulmini e violente grandinate con danni nelle città e nelle come attesta l’European Severe Weather Database (ESWD). Tempeste che, oltre a non compensare la carenza di acqua, hanno fatto danni al territorio e alle produzioni agricole. Siamo di fronte in Italia alle conseguenze dei cambiamenti climatici con una tendenza alla tropicalizzazione e il moltiplicarsi di eventi estremi con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo. A preoccupare è però anche il divampare degli incendi nelle aree rurali favoriti dal mix esplosivo delle alte temperature e dell’assenza di pioggia che favorisce il propagarsi delle fiamme e il lavoro dei piromani in una situazione in cui si stima che il 60% degli incendi abbia origine dolosa.
Nonostante gli effetti del cambiamento climatico, l’Italia resta un Paese piovoso con circa 300 miliardi di metri cubi d’acqua che cadono annualmente, ma per le carenze infrastrutturali se ne trattiene solo l’11%. Per risparmiare l’acqua, aumentare la capacità di irrigazione e incrementare la disponibilità di cibo per le famiglie Coldiretti ha elaborato e proposto per tempo un progetto concreto immediatamente cantierabile nel Recovery Plan. Si tratta di un intervento strutturale reso necessario dai cambiamenti climatici caratterizzati dall’alternarsi di precipitazioni violente a lunghi periodi di assenza di acqua, lungo tutto il territorio nazionale, che prevede la realizzazione di una rete di piccoli invasi con basso impatto paesaggistico e diffusi sul territorio, privilegiando il completamento e il recupero di strutture già presenti, progettualità già avviata e da avviarsi con procedure autorizzative non complesse, in modo da instradare velocemente il progetto complessivo e ottimizzare i risultati finali. L’idea è di “costruire” senza uso di cemento per ridurre l’impatto ambientale laghetti in equilibrio con i territori, che conservano l’acqua per distribuirla in modo razionale ai cittadini, all’industria e all’agricoltura, con una ricaduta importante sull’ambiente e sull’occupazione.