Sicurezza energetica, questione mediterranea, crisi israelo-palestinese, Nord Stream, Mozambico. Qual è il ruolo dell’Italia nello scacchiere internazionale dei mercati energetici? Come coniugare sicurezza energetica e equilibri geopolitici? Ne abbiamo parlato con il Sottosegretario di Stato On. Dott. Manlio Di Stefano, a cui sono state recentemente rinnovate le deleghe alle relazioni bilaterali con i Paesi dell'Asia, inclusi i Paesi del Caucaso e le questioni relative all'energia, al mare e all'ambiente.
Sicurezza energetica. L’Italia viene erroneamente ritenuta un paese povero di risorse energetiche, eppure corrisponde a verità che siamo al momento fortemente dipendenti dall’estero per i nostri approvvigionamenti. Quanto e in che modo la sicurezza energetica influenzerà i rapporti e le trattative commerciali con gli altri paesi?
L’Italia è un paese povero di idrocarburi, ma ricco di fonti di energia verde e competenze tecnologiche all’avanguardia in campo energetico. Nonostante ciò, pur considerando l’ascesa dell’idrogeno verde e la quota sempre crescente di energie rinnovabili nel nostro mix, durante il periodo necessario a raggiungere gli obbiettivi europei di decarbonizzazione previsti per il 2030 e il 2050 continueremo comunque ad avere bisogno di gas naturale.
Nei prossimi anni sarà fondamentale, quindi, salvaguardare i rapporti con i Paesi fornitori al fine di garantire stabilità alle reti nazionali e di accompagnare in modo efficiente il processo di transizione ecologica. Processo che, voglio essere ben chiaro, è essenziale e irreversibile e dovrà condurre, entro i prossimi trent’anni, alla pressoché totale sparizione dei combustibili fossili dall’Europa.
D’altra parte, il peso sempre crescente delle energie rinnovabili e il ruolo di primissimo piano che l’Italia svolge in questo settore, sia nel campo della produzione che del trasporto, lascia presagire il ruolo sempre più centrale che l’Italia potrà giocare negli assetti energetici globali del futuro, valorizzando inoltre la sua posizione geografica di cerniera tra il Mediterraneo e l’Europa.
Mediterraneo. A tal proposito, la crisi israelo-palestinese, l’instabilità della Libia, gli altalenanti rapporti con l’Egitto potrebbero avere serie ripercussioni anche sulla continuità delle forniture e sulle risorse energetiche contenute nel Mediterraneo Orientale e nel Nord Africa. Qual è la posizione dell’Italia?
L’Italia è situata nel centro geografico del Mediterraneo ed è bene ricordare che, a livello di gasdotti, siamo l’unico Paese europeo interconnesso allo stesso tempo sia al Nord Africa (infrastrutture Greenstream ed Enrico Mattei) che al Caucaso (infrastruttura TAP). Se si considerano anche gli approvvigionamenti dall’Europa, e in particolare la quota di gas russo che attualmente riceviamo tramite l’Ucraina, allo stato attuale non abbiamo problemi di fornitura.
Detto ciò, è evidente che soprattutto nel quadrante del Mediterraneo orientale è in pieno svolgimento una partita tra interessi nazionali ed energetici spesso contrapposti. È verosimile che tra una trentina d’anni in Unione Europea non esisterà più un mercato del gas naturale così come lo conosciamo oggi e che, quindi, Paesi come Israele, Cipro ed Egitto sentano di dover trovare in fretta il modo di monetizzare le loro ingenti risorse di idrocarburi creando canali diretti di esportazione verso il cuore dell’UE, siano essi via tubo o via nave.
Relativamente a queste dinamiche la nostra posizione è molto semplice: il benessere derivante dallo sfruttamento delle risorse energetiche deve essere elemento unificante, non fonte di scontro. Per questo motivo siamo tra i Paesi fondatori dell’East Med Gas Forum (EMGF), organizzazione di cui fanno parte anche Israele e Palestina, e, in prospettiva, vediamo con favore l’avvio di un dialogo sulla possibile adesione di Turchia, Libano e Libia.
Nord Stream. Nel suo ultimo mandato ha dato prova di guardare con estremo interesse all’Asia, e recentemente ha incontrato la Presidente dell'Assemblea Nazionale dell'Azerbaigian. Ora che il TAP è operativo, possiamo giudicare il Nord Stream 2 come superfluo?
Se si guarda agli interessi energetici italiani l’infrastruttura Nord Stream 2 non è solo superflua ma anche svantaggiosa per quanto riguarda le dinamiche di formazione del prezzo del gas. Questa è una considerazione puramente tecnica, che non vuole avventurarsi sul versante geopolitico. Oggi non siamo interessati né a nuove rotte nel Baltico né a considerare ulteriori infrastrutture nell’Adriatico, preferiamo invece capire come cogliere appieno il potenziale energetico del Nord Africa e del bacino del Caspio.
Con riferimento a quest’ultima area qualche giorno fa è stata avviata la fase vincolante del market test per il raddoppio della portata del TAP da 10 a 20 miliardi di metri cubi annui. Se il test mostrerà risultati positivi potremo in futuro disporre di maggiore capacità di trasporto sull’asse Caspio-Turchia-Balcani-Italia. Capacità che potrebbe essere coperta sia dall’Azerbaijan – laddove il gasdotto transcaspico dovesse essere realizzato in futuro – che dall’Asia Centrale.
Mozambico e GNL. Nel frattempo, il Mozambico si è affermato tra i principali produttori ed esportatori di GNL. Anche questa è un’opzione in termini di diversificazione delle forniture?
Oggi il Mozambico non è pronto a esportare gas al di fuori della regione sudafricana e da anni si sta attrezzando per farlo. Negli ultimi mesi questo processo è stato rallentato da seri problemi di sicurezza nel nord del Paese che hanno portato alcuni importanti investitori attivi nell’area ad attivare unilateralmente le clausole di forza maggiore nei contratti. Con tutte le dovute cautele del caso, auspico comunque che l’Italia possa continuare, anche attraverso il canale della cooperazione energetica, allo sviluppo del Mozambico.
Osservo, parlando sempre di GNL africano ma passando a un altro quadrante, il recente riavvio delle operazioni dell’impianto di liquefazione del gas di Damietta, in Egitto. Questo Paese, che negli ultimi anni – anche grazie alla tecnologia italiana – ha scoperto ingentissime riserve di idrocarburi, sta lavorando da tempo con i suoi vicini per diventare un importante hub regionale del GNL e noi sosteniamo questo sforzo.