Nel 2021 l’Italia sarà impegnata a riparare i danni economici e sociali causati dalla pandemia di COVID-19 e a rilanciare la crescita. La direzione di questi sforzi dovrà essere coerente con impegni sottoscritti a livello internazionale, come i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite (SDGs) e l’Accordo di Parigi sul Clima. Inoltre, la Commissione Europea ha chiarito che la strategia di crescita dell’Europa è l’EU Green Deal, il piano di politiche e di investimenti lanciato nel 2019 per decarbonizzare l’economia e raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 attraverso una “giusta” transizione.
Il rilancio dell’Italia si basa in gran parte sulle risorse dispiegate attraverso Next Generation EU (NGEU), il piano della Commissione UE da 750 miliardi di euro per rilanciare l’economia nei Paesi membri attraverso la transizione verso modelli di crescita più inclusivi, più digitali e a ridotto impatto ambientale. La finanza sostenibile può svolgere un ruolo chiave nella gestione di queste risorse. Anzitutto gli investimenti pubblici dovranno essere coerenti con gli obiettivi ambientali dell’UE. Inoltre, tutte le risorse per il rilancio saranno guidate dalla tassonomia europea, una classificazione delle attività eco-compatibili con principi fissati da un regolamento (Regolamento UE 2020/852) e norme tecniche in fase di sviluppo (le prime diventeranno operative da gennaio del 2022). L’accesso alle risorse del Recovery and Resilience Facility – il principale pilastro finanziario di NGEU, noto come “Recovery Fund” – richiede agli Stati di destinare almeno il 37% di riforme e investimenti all’azione climatica. Per ricevere sovvenzioni e prestiti nell’ambito di NGEU l’Italia sta redigendo un Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che si articola in sei missioni d’intervento, di cui due sono dedicate all’ambiente e al clima (“rivoluzione verde e transizione ecologica” e “infrastrutture per una mobilità sostenibile”).
Trasparenza e partnership pubblico-privato per rilanciare la crescita in Italia.
L’investimento sostenibile e responsabile (SRI), che incorpora considerazioni ambientali, sociali e di governance (ESG) in un orizzonte temporale di lungo periodo, può svolgere una funzione significativa nell’orientare capitali verso progetti coerenti con le sfide del rilancio.
Per essere efficace, il mercato SRI dovrà incrementare la trasparenza. L’efficacia degli investimenti sostenibili per la ripresa dipenderà anche dalla partnership pubblico-privato, vale a dire dalla collaborazione sinergica tra attori pubblici, investitori e imprese. Secondo un sondaggio condotto dal Forum per la Finanza Sostenibile tra i Soci – oltre 110 organizzazioni attive nell’ambito degli investimenti sostenibili – il 64% degli operatori finanziari dichiara di aver in programma o di valutare la possibilità di sostenere progetti in tema di sostenibilità con partenariati pubblico-privato nel 2021-2023. Commentando i risultati della ricerca il Segretario Generale del Forum Francesco Bicciato ha osservato che “le organizzazioni che si occupano di finanza sostenibile potranno supportare il governo nel potenziare l’efficacia di progetti innovativi del PNRR su temi come la mobilità sostenibile, l’economia circolare e l’efficienza energetica”. “Gli investitori responsabili – ha detto – possono generare un effetto leva in grado di aumentare il volume delle risorse europee”.
Il BTP Green. A quando un social bond sovrano?
Un segno importante della decisione con cui le istituzioni italiane vogliono decarbonizzare l’economia è il primo green bond sovrano, un BTP Green da 8,5 miliardi di euro emesso lo scorso 3 marzo. Nel Green Bond Framework, il documento che illustra le modalità d’impiego dei proventi, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha chiarito che le risorse raccolte saranno utilizzate nei prossimi 24 mesi per finanziare o rifinanziare progetti in linea con gli obiettivi della tassonomia e con gli SDGs, in sei ambiti: energie rinnovabili per elettricità e riscaldamento; efficienza energetica; trasporti; prevenzione e controllo dell’inquinamento ed economia circolare; protezione dell’ambiente e biodiversità; e ricerca.
Secondo la Climate Bonds Initiative, già prima dell’emissione del BTP Green, l’Italia era al decimo posto mondiale per dimensioni del mercato delle obbligazioni verdi con quasi 18 miliardi di dollari. Gli emittenti principali sono le aziende, in particolare, il settore delle multiutility.
Il rilancio attraverso obbligazioni sovrane potrebbe beneficiare anche dell’emissione di social bond, obbligazioni associate al finanziamento di progetti volti ad alleviare gli impatti socio-economici della pandemia, per esempio in ambito sanitario, nell’istruzione e per il contrasto alle disuguaglianze. Il bisogno è elevato. Secondo l’ISTAT 1 milione di persone sono scese al di sotto della soglia di povertà nell’anno appena trascorso. I social bond potrebbero finanziare progetti volti a creare opportunità nel lungo periodo.
Agganciare obiettivi di rilancio e di sostenibilità è anche un’occasione per valorizzare l’eccellenza delle imprese italiane nell’ambito dell’economia sostenibile attraverso investimenti pubblici e privati. La Fondazione Symbola ha evidenziato che l’Italia è il Paese europeo con la più alta percentuale di riciclo sulla totalità dei rifiuti (il 79,3% dei rifiuti viene avviato al riciclo, contro la media europea del 39,2%). Secondo l’ENEA, nel 2020 l’indice ISPRED, che misura l’andamento della transizione energetica, ha registrato una crescita del 38% su base annua.
Il coinvolgimento delle PMI sarà essenziale. Da un’indagine svolta dal Forum in collaborazione con BVA Doxa nel 2020 è emerso che oltre l’80% delle PMI italiane considera la sostenibilità un elemento importante nelle scelte strategiche. Tuttavia, solo una su tre ha preso in considerazione prodotti SRI e meno del 30% ha adottato strumenti come i rating di sostenibilità o ha redatto una Dichiarazione Non Finanziaria. La conoscenza di esigenze e aspettative reciproche di imprese e operatori finanziari sarà fondamentale per orientare investimenti verso progetti e iniziative di sostenibilità delle PMI.
G20, COP26, Net Zero e il ruolo dell’engagement
La finanza sostenibile è centrale anche in due appuntamenti internazionali in cui quest’anno l’Italia ricopre un ruolo di primo piano. Anzitutto la presidenza del G20. L’agenda del 2021 si focalizza su tre priorità: “Persone”, “Pianeta” e “Prosperità”. Nel corso della prima riunione dei ministri delle finanze e dei governatori delle banche centrali è stato costituito un gruppo di studio che si occuperà di contrastare l’impatto del clima sulla stabilità dei sistemi finanziari e di analizzare come i mercati possono supportare la transizione dell’economia verso modelli a ridotto impatto ambientale.
Inoltre, l’Italia è partner del Regno Unito nell’organizzazione della COP26, la conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico che si svolgerà a Glasgow a novembre. In autunno Milano ospiterà l’incontro internazionale dedicato ai giovani e la “Pre-COP”, la conferenza preparatoria ai negoziati di Glasgow. Nei mesi che precedono la COP26 un tema centrale per aziende e investitori è la sottoscrizione di impegni in termini di “Net-Zero” (o “zero emissioni nette”), che comporta il raggiungimento dell’equilibrio tra la quantità di gas a effetto serra emessa e quella catturata. Un approccio SRI che potrebbe fungere da catalizzatore in quest’ambito è l’engagement, vale a dire il dialogo tra investitori e imprese sui temi di sostenibilità. È una delle strategie a più rapida crescita in Europa e in Italia (nel nostro Paese 136 miliardi di euro di masse sono gestite con questo approccio), segnalando un aumento dell’interesse degli investitori ad assumere un ruolo attivo nelle politiche ESG delle aziende in portafoglio. Il confronto tra investitori e imprese sarà cruciale per definire strategie efficaci e modalità di valutazione del rispetto degli impegni assunti.