I cambiamenti climatici, la sostenibilità e l’innovazione tecnologica sono i driver che guideranno le politiche globali di gestione dell’energia. Sfide che come ha mostrato il movimento studentesco Friday for Future lanciato da Greta Thunberg, non riguardano più solamente le imprese del settore elettrico ma la società nel suo complesso. Sono infatti dei processi che hanno sempre più a che fare, oltre che con la lungimiranza dei nostri decisori politici, con le scelte d’acquisto e le abitudini di vita fatte dai cittadini. Risulterà quindi fondamentale implementare degli strumenti e delle modalità efficaci per accompagnare in egual modo i cittadini e le imprese verso un’economia inclusiva, low carbon, digitalizzata e circolare, che sappia cogliere ogni opportunità di limitare l’apporto di materia ed energia in ingresso e minimizzare gli scarti e le perdite in uscita.
Il passaggio verso un’economia circolare genererà importanti vantaggi per le imprese dal punto di vista economico con un risparmio a livello europeo di 600 miliardi di euro. L’economia circolare produrrà inoltre dei vantaggi in termini ambientali, darà nuovo impulso in termine di innovazione e competitività all’industria, coinvolgendo in maniera attiva il consumatore, attore chiave nel processo di transizione energetica.
Le imprese italiane del settore elettrico adottano già in larga parte modelli di business circolari focalizzati su efficienza energetica e smaltimento dei rifiuti. A fronte dell’importante fase di crescita delle rinnovabili da qui al 2030 e dell’introduzione di specifiche misure a favore di nuovi impianti (in generazione distribuita e utility scale) e dell’ammodernamento del parco esistente (attraverso interventi di repowering/revamping), il tema dell’economia circolare diventerà ancora più centrale per il nostro settore e in particolare per fonti come il solare. Ad esempio, per centrare gli obiettivi illustrati dal Piano Energia e Clima, il fotovoltaico dovrà raggiungere 51 GW di impianti al 2030, rispetto ai 20 GW attuali che con 23 TWh di energia elettrica prodotta forniscono il 7,5 per cento dei consumi di energia elettrica. Alla luce dell’importante ruolo che la fonte solare ricoprirà nella transizione energetica in atto, sarà necessario da un lato sensibilizzare tutti gli operatori nel rispetto dei principi di riciclo e recupero di tutti i componenti d’impianto e dall’altro continuare a mettere in campo degli strumenti volti ad assicurare in maniera efficiente la copertura dei costi di gestione e il corretto smaltimento dei rifiuti prodotti.
Di massima importanza in questo senso è l’interlocuzione con il GSE nella regolamentazione degli obblighi procedurali in capo ai gestori degli impianti fotovoltaici incentivati per lo smaltimento dei pannelli. In particolare, Elettricità Futura auspica che la quota da trattenere dall’incentivo sia coerente con i costi medi di adesione ai consorzi di smaltimento e che anche i nuovi moduli oggetto di interventi di sostituzione parziale dopo l’undicesimo anno di incentivo siano esclusi dal trattenimento della quota.
A garanzia del corretto smaltimento dei pannelli fotovoltaici a fine vita e senza ingiusti aggravi economici e amministrativi, risulta in questo senso prioritario rivedere le procedure e superare ogni eventuale criticità. Dopotutto sarà possibile indirizzare l’intero sistema produttivo italiano verso un’economia circolare solamente se si investirà sulla ricerca, sul confronto tra imprese e istituzioni e sulla diffusione delle buone pratiche.